Il Convivio

A. IV n. 3
Luglio - Settembre 2003

Christabel: un itinerario esistenziale di Alessandro Canzian (Venezia 2002)

La silloge “CHRISTABEL” di Alessandro Canzian è una serie di flash poetici che, liberamente esternati, magistralmente corredati riescono a suscitare gradevoli sensazioni. I suoi versi ostentano una delicata capacità sintetizzatrice tale da renderli accattivanti. Meticoloso nella parte descrittiva con un buon bagaglio allusivo le composizioni si succedono con conseguenzialità, senza grosse emozioni, conforme ad uno stato d’animo pacato e serioso. Ci sono note di crepuscolarismo, di soffusa mestizia, specie nelle rimembranze. In taluni casi, come in “Caduta dei fiori” c’è uno stile martellante, quasi epitaffiale, ma sempre mirante alla concretezza contenutistica, ravvivata, magari da terminologie dialettali. Dove Canzian fa sfoggio di cultura è nelle citazioni latineggianti che intercalano le sue estrose composizioni poetiche sempre forbite linguisticamente. La sua filosofia è quella della tradizionalità. «Son sempre diverse le cose d’un tempo». C’è rimpianto per il migliore passato, timore per l’incerto futuro: «Non ci è dato sapere quanto dura il tempo». Ricorrente il tema del dolore, frutto di una solitudine opprimente: «Solitudine d’assolo / riso amaro / figure camminano / rondine cade», è la vicenda umana che diuturnamente si consuma. La bellezza femminile l’infiamma. «Anni t’hanno reso donna / in frange di capelli / sparpagliati». Più oltre: «Comunque donna / mai così bella / comunque bella». La silloge s’inoltra nel gradevole clima delle primavere godute, dei piacevoli ricordi, delle gioie assaporate. Ma c’è anche l’assillo di un destino sul quale nessuno può avanzare pronostici: «Quale mai sarà l’anno, il mese, il giorno... / o quale mai sarà il senso / d’essere e non essere / polvere». Canzian verseggia con rara maestria, mai lesinando sfoghi pindanici che danno un senso profondo del tema, ma anche la misura delle sue capacità creative non facilmente riscontrabili in altri. Metodo snello di comporre collegando la versificazione senza pause allo scopo di dare unitarietà integrale. Christabel è un itinerario esistenziale in cui le passioni hanno un ruolo preminente, ma è sempre un accurato diario di vita che può coinvolgere il lettore, stimolandone la curiosità e l’interesse. Una poetica tanto forte non poteva non concludersi con versi altrettanto incisivi: «Tu sei l’onda, la forma d’incontro / del velo fra gli amanti. / Ma cosa siamo noi / in questo vuoto attendere la luce?».           

Pacifico Topa