Il Convivio

A. IV n. 3
Luglio - Settembre 2003

Atmosfera impalpabili di sogno in Rivoli d’argento di Elisa Orzes Grillone (Il Convivio 2003)

 

Nelle novanta poesie di questa silloge, la maturità artistica di Elisa Orzes Grillone si presenta nella sua totalità. L’autrice riesce a tener fede, infatti, alla missione e al credo poetico che la accompagnano ormai da anni. Il titolo, “Rivoli d’argento”, appare subito emblematico. Le liriche, come fiumi, sembrano inondare il cuore e la mente del lettore, avvolgendolo nell’atmosfera impalpabile del sogno. Spesso i versi, delicati e profondi, manifestano una realtà argentea e lunare, quasi sognante e fantastica. Infatti, come un ruscello in piena, l’argento evocato sembra quasi intorpidire i sensi e farli crogiolare nel ricordo e nella nostalgia.

Si tratta di una silloge carica di emozioni e di sentimenti ardenti, in cui spesso il motivo conduttore è il totale abbandono alla volontà divina. Le liriche trasmettono serenità e placano gli animi con la loro capacità di richiamare atmosfere e realtà eteree, pur trattando a volte tematiche quotidiane od occasionali. Dal rapporto biunivoco tra passato e futuro, che si intersecano con il presente, scaturisce la meditazione lirica, mentre i soggetti trattati acquisiscono una luce particolare e si vestono di un’importanza che spesso nella realtà viene loro negata.

Le poesie, dedicate spesso al risveglio della primavera e alla novella stagione di ogni creatura, si presentano ottimistiche, piene di vita, di luce e di propensione verso l’infinito. Si vedano, ad esempio, Novella stagione, Quale primavera, La speranza, Sogni futuri, L’avvenire, La gioia di vivere, Il futuro che vorrei. In esse la fiducia nel futuro e la voglia di vivere si estrinsecano attraverso la scelta di termini che rappresentano il senso del rinnovamento del creato e dell’uomo: alba, primavera, luce, nuovo, avvenire. «Un cielo terso / un sole da amare / che svegliava i ghiacciai / in fosforescente brillio / mentre sui pendii / ruscelli argentati giocavano a nascondino / portando a valle/ la gioia d’amare/ la gioia di vivere» (Gioia di vivere).

Lo stile si mantiene sempre colto e raffinato e la  ricercatezza lessicale rende ogni verso, seppur breve, un mondo a sé. Nella varietà dei temi e dei soggetti trattati, le liriche della Orzes Grillone conservano sempre la loro scorrevolezza e leggibilità. Attraverso la meticolosa costruzione dei versi, il lettore riesce a visualizzare le immagini evocate rivivendo il passato e focalizzando quei mondi di pura fantasia in cui la poetessa riesce a condurci.

            Scaturiscono così accattivanti inni alla vita, ma anche canti nostalgici, quasi a sottolineare l’eterno legame tra la vita e la morte, tra l’essere e il divenire. La dislocazione delle liriche non segue tuttavia un filo cronologico e, in realtà, la raccolta si presenta come elemento unitario grazie a quel motivo conduttore che è la profonda fede nella Divinità, e soprattutto nella Sua immensa saggezza e nei Suoi disegni imperscrutabili.

                Maria Enza Giannetto