Il Convivio

A. IV n. 3
Luglio - Settembre 2003

Liliana Mamo Ranzino, andando indietro nel tempo in Raggi di luce (Libroitaliano World)

 

Quando si è amati, tutto è luce, gioia, serenità, “cose remote” che più non esistono per l’Autrice: gliele ha tolte il “tempo inesorabile”. Ma c’è sempre un modo per acchetare il cuore “in tempesta” «alzando gli occhi al cielo infinito». Ella è come morta alla vita, ma i ricordi la svegliano  dal torpore, “fanno rumore”, le insegnano che il «passato esiste solo per lei», per il suo dolore, e non ha importanza, mentre il futuro «appartiene a tutti» e va vissuto senza nubi. Non bisogna far pesare sugli altri quanto ci tormenta dentro... «La vera faccia di una madre addolorata» è un gran segreto, un mistero che sfugge ai comuni mortali, ma non a Colei che tale dolore provò, alla Madre di Dio. La Mamo ha perso un figlio e lo piange in silenzio... Per una madre che ha perso un figlio, si spegne la gioia, si estingue l’amore, finisce la pace: ella aspetta solo di morire per ricongiungersi con “lui”, tanta è la sua sofferenza. La nostra, al contrario, mostra forza d’animo, coraggio, riesce a non crollare, a sorridere (anche se in superficie), a trovare il suo canale d’emergenza, il suo rifugio-panacea, il suo senso di vita, ancora nella fede e nell’amore per gli altri. È ammirevole, perché non è facile, perché non è da tutti. Il suo riandare indietro nel tempo non s’arresta, la induce a meditare sui problemi esistenziali dell’uomo e, soprattutto, sui suoi limiti... «A vent’anni - scrive l’infelice madre - il mio cuore scalpitava, quale sarebbe stata la sua meta neanche lo sapeva... Ora vorrebbe riandare, ‘lentamente’, a ritroso, riassaporare quegli anni belli...». C’è tanta tristezza nelle sue parole, tanta rassegnata accettazione dell’ineluttabile. Ella cade, si risolleva; piange, ride; dispera, riacciuffa la speranza, non la lascia scappare... Lo dicono «quelle nuvolette rosa, al calar della sera», che infondono ottimismo, che fanno pensare a un futuro ricco di emozioni e di amore, che invitano a sorridere... Che bello! Sorridiamo anche noi! È un costante oscillare della donna tra disperazione e speranza, tra luce e ombra, nero e bianco, malinconia e desiderio di cancellare ogni angoscia... Da persona equilibrata, e moralmente forte, la brava Poetessa riesce a vincere se stessa: la sostengono la fede profonda e la sua traboccante solidarietà con il prossimo.

 

                Antonia Izzi Rufo