Il Convivio

A. IV n. 3
Luglio - Settembre 2003

G. Gino Mandalà, Il pensiero politico di Padre Antonio Bresciani, Pio IX ed i cattolici italiani (Comune di Alessandria della R.-AG, Luglio 2002)

 

Gino Mandalà, nato ad Alessandria la Rocca, grazioso paese della Provincia di Agrigento, ha avuto fin da ragazzo la passione per la storia locale e per la saggistica, anche a sfondo religioso. Si tratta di uno scrittore poliedrico che non disdegna però la poesia, dando dimostrazione pure di capacità artistiche. Ha pubblicato numerosi saggi, tra cui: Sicilia controluce, La Chiesa Siciliana dopo la caduta del Fascismo, la Sicilia e lo Stato Unitario, L’Apostolica Sicula Legatia, La Riforma della scuola Siciliana. Ha pure collaborato a numerose riviste e settimanali, con articoli di vario genere. Recente è invece la pubblicazione del saggio, “Il pensiero politico di padre Antonio Bresciani, Pio IX ed i cattolici italiani”, che affronta per l’ennesima volta una tematica religiosa. Il volume prende in esame una delle tematiche più scottanti e controverse dell’Ottocento: il periodo dell’Unità italiana in relazione al potere temporale della chiesa. L’Autore «presenta in maniera elegante e scorrevole la figura di un personaggio... un gesuita... che ha tanto lottato per salvaguardare il potere temporale del Papa... In pratica un reazionario che ha lottato contro i principali movimenti rivoluzionari di allora (Massoneria, Carboneria) che parlavano di libertà e nazionalità» scrive nella prefazione l’assessore alla cultura Francesca Gatto. Padre Antonio Bresciani viene presentato nella sua positività, quale persona che ha mostrato di essere fedele (perinde ac cadaver, come era motto dei gesuiti) al voto di ubbidienza e di sottomissione alla chiesa romana. Se oggi l’idea di un potere temporale appare reazionaria e utopistica, ovviamente nell’Ottocento era accettabile e difendibile, proprio nell’ambito di una autodifesa ed identità statale (della Stato della Chiesa per intenderci). Nel contesto storico, infatti, lo stesso papa Pio IX non può essere definito reazionario, in quanto aveva accettato alcune idee liberali. Infatti aveva concesso la guardia civica, liberato i prigionieri politici e partecipato alla rivoluzione del ’48. «Con questo suo ragionamento egli non fu gradito all’Austria, la superpotenza dell’Ottocento che minacciava lo scisma dalla chiesa cattolica. Per questo Pio IX dovette ritirarsi dall’agone politico per salvaguardare il suo gregge cristiano, e non poté accettare nemmeno il Neoguelfismo di Gioberti che voleva fare del Papa il presidente di una Confederazione di stati italiani». Se quindi da una parte il Mandalà potrebbe sembrare che avalli le idee reazionarie dell’Ottocento, si mostra invece acuto critico ed osservatore, cercando di capire con il senno del poi i movimenti storici e culturali, religiosi e politici, della seconda metà dell’Ottocento. Tutto questo fatto in sedici capitoli che esaminano, a partire dalla varie concezioni storiche del risorgimento italiano, la difesa della teocrazia di Bresciani, il suo rapporto con il liberalismo, con le società segrete, con l’università e la libertà di stampa, con il radicalismo e Mazzini, con i moderati, con il protestantesimo e il romanticismo. In questo contesto ovviamente non poteva mancare un’analisi delle idee di Pio IX in rapporto al Risorgimento italiano, oltre che dei cattolici nell’ambito della società italiana e nell’ottica del Risorgimento siciliano. Il saggio quindi nel suo complesso si mostra equilibrato e soprattutto documentato. L’ampia bibliografia alla fine è testimonianza dell’accurata ricerca del suo Autore.

 

 

                Angelo Manitta