«La vida tiene
múltiples caminos». Questa espressione, usata come epigrafe nella silloge
di poesie di Javier Muntaner, diventa emblematica di un percorso lirico e
poetico che l’autore vuole presentare al suo lettore. Il percorso è quello
che dalla morte conduce alla vita. Lo stesso titolo del volume, “Al sol y
a la sombra”, indica tale percorso, in cui sole ed ombra sono l’eterno
contrasto del dualistico rapporto vitamorte, luce-tenebra.
La silloge di Javier Muntaner è costituita da 32 liriche brevi ed incisive
e presenta un linguaggio nuovo ed originale, oltre che espressivo e
realistico, un linguaggio che utilizza termini comuni e apparentemente
poco ‘poetici’ per dimostrare la propria rabbia verso il mondo e le
ingiustizie sociali. In questo percorso poetico, infatti, molti sono i
contrasti linguistici e contenutistici, ma la stridente espressività vuole
coinvolgere il lettore attraverso il sentimento controllato e la ripulsa
di certe convinzioni sociali, quasi una lotta per una libertà di
linguaggio.
Ma il sentimento ha una sua parte ponderante, anzi è il tratto di unione
tra i vari modi di concepire la vita, che si presenta come sogno e come
immagine, attraverso una ricerca interiore affettiva: «A veces te busco
entre mis sueños, porque te sueño; / y te encuentro lejos / porque
despierto». Ma al di là di ogni convenzione sociale alla fine l’uomo si
trova senza parole, vuoto, quasi come un vecchio recipiente, messo da
parte, e quasi rotto. Ma ecco allora che nasce la rabbia sociale, il
desiderio di comunicare, di ribellarsi tanto che ognuno di noi quasi «más
sucio que un trapo sucio, lleno de mierda mucos vómitos y más infectado
que la lepra va solo por las calles buscando la paz en una cama de
urgencias». Malgrado il linguaggio realistico il concetto è chiaro. Si
tratta di una ricerca di ‘pace’ fisica e materiale, cui si può dare un
senso metaforico. E anche se l’uomo non sa dove volgono i suoi passi né
dove posano i suoi occhi, sa però che la strada è lunga, che ogni via è
buona e che ogni giorno è voluto dal destino: cosa che conduce alla
felicità e quindi al sorriso.
Se, infatti, da una parte c’è in Javier Muntaner un linguaggio realistico,
dall’altra parte c’è un linguaggio ideale e lirico fatto di felicità, di
pace, di sorrisi, di sogni, di ricordi, di pensieri, di affetti, anche se
in fondo la filosofia del poeta porta a prendersi la vita così come viene,
con il suo bagaglio di male e di bene. In questo rifiuto della convenzione
poetica, infatti, non mancano gli uomini meschini che sporcano il tuo
cammino con la loro bava, con la loro lebbra, con il loro muco. Da un
linguaggio anticonvenzionale, ecco che nasce una poesia nuova, una poesia
che sa essere equilibrata e sa dare un desiderio di vita nei momenti di
riflessione. La vita risulta sempre un sogno, e il rifiuto della realtà si
verifica attraverso la cruda descrizione, molte volte espressa con ironia,
benché lo sguardo sia sereno.
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