Il Convivio

A. IV n. 3
Luglio - Settembre 2003

Al sol y a la sombra, linguaggio realistico di Javier Muntaner

di Angelo Manitta

«La vida tiene múltiples caminos». Questa espressione, usata come epigrafe nella silloge di poesie di Javier Muntaner, diventa emblematica di un percorso lirico e poetico che l’autore vuole presentare al suo lettore. Il percorso è quello che dalla morte conduce alla vita. Lo stesso titolo del volume, “Al sol y a la sombra”, indica tale percorso, in cui sole ed ombra sono l’eterno contrasto del dualistico rapporto vitamorte, luce-tenebra.
La silloge di Javier Muntaner è costituita da 32 liriche brevi ed incisive e presenta un linguaggio nuovo ed originale, oltre che espressivo e realistico, un linguaggio che utilizza termini comuni e apparentemente poco ‘poetici’ per dimostrare la propria rabbia verso il mondo e le ingiustizie sociali. In questo percorso poetico, infatti, molti sono i contrasti linguistici e contenutistici, ma la stridente espressività vuole coinvolgere il lettore attraverso il sentimento controllato e la ripulsa di certe convinzioni sociali, quasi una lotta per una libertà di linguaggio.
Ma il sentimento ha una sua parte ponderante, anzi è il tratto di unione tra i vari modi di concepire la vita, che si presenta come sogno e come immagine, attraverso una ricerca interiore affettiva: «A veces te busco entre mis sueños, porque te sueño; / y te encuentro lejos / porque despierto». Ma al di là di ogni convenzione sociale alla fine l’uomo si trova senza parole, vuoto, quasi come un vecchio recipiente, messo da parte, e quasi rotto. Ma ecco allora che nasce la rabbia sociale, il desiderio di comunicare, di ribellarsi tanto che ognuno di noi quasi «más sucio que un trapo sucio, lleno de mierda mucos vómitos y más infectado que la lepra va solo por las calles buscando la paz en una cama de urgencias». Malgrado il linguaggio realistico il concetto è chiaro. Si tratta di una ricerca di ‘pace’ fisica e materiale, cui si può dare un senso metaforico. E anche se l’uomo non sa dove volgono i suoi passi né dove posano i suoi occhi, sa però che la strada è lunga, che ogni via è buona e che ogni giorno è voluto dal destino: cosa che conduce alla felicità e quindi al sorriso.
Se, infatti, da una parte c’è in Javier Muntaner un linguaggio realistico, dall’altra parte c’è un linguaggio ideale e lirico fatto di felicità, di pace, di sorrisi, di sogni, di ricordi, di pensieri, di affetti, anche se in fondo la filosofia del poeta porta a prendersi la vita così come viene, con il suo bagaglio di male e di bene. In questo rifiuto della convenzione poetica, infatti, non mancano gli uomini meschini che sporcano il tuo cammino con la loro bava, con la loro lebbra, con il loro muco. Da un linguaggio anticonvenzionale, ecco che nasce una poesia nuova, una poesia che sa essere equilibrata e sa dare un desiderio di vita nei momenti di riflessione. La vita risulta sempre un sogno, e il rifiuto della realtà si verifica attraverso la cruda descrizione, molte volte espressa con ironia, benché lo sguardo sia sereno.