Il Convivio

A. IV n. 3
Luglio - Settembre 2003

Castelvetere sul Calore: pagine di storia di Livio Nargi (Grappone, Avellino)

 

«La storia è testimone dei tempi, luce di verità, vita della memoria, maestra della vita, annunciatrice dell’antichità» afferma Cicerone. Ho ritenuto opportuno iniziare con questa frase il breve cenno ai due importanti volumi di storia locale: “Castelvetere sul Calore: pagine di storia” e “L’arte sacra a Castelvetere”, che lo scrittore e storico Livio Nargi regala alla società presente e a quella futura, in quanto nei pochi versi di Cicerone ben si concretizza e si manifesta il lavoro certosino del Nargi. La storia, o meglio il passato di una cittadina che rimbomba attraverso un meticoloso lavoro di ricerca, consente di riappropriarsi del passato nella sua globalità: personaggi, tradizioni e folclore rimasti chiusi nei ricordi lontani degli anziani. E sì, perché il lavoro del Nargi scaturisce da un’attenta ricerca oggettiva fatta di testimonianze dirette e di documenti, come manoscritti, registri e fotografie. Così il tempo remoto si manifesta e si unisce al presente, e la cittadina di Castelvetere sul Calore appare, anche a chi non ha avuto la fortuna di poterla visitare in tutta la sua ricchezza artistica e paesaggistica, con «la luminosità del suo bel cielo, con i suoi lussureggianti monti, con la pittoresca campagna, con tutta la divina armonia dei suoi sublimi panorami», come la descrive il Nargi, quasi una visione fiabesca che può uscire solo dal cuore di chi ama la sua terra e le proprie origini. Con questo particolare sentimento lo storico inizia il suo excursus tracciando fatti e personaggi legati al Castello, ai monumenti, alle chiese, ai palazzi e alla vita socio-politica. Ma come tutte le cittadine la vita si svolge attorno alla chiesa. E proprio alle tradizioni e alle feste religiose Livio Nargi dedica gran parte del suo lavoro. Alle pagine di recupero delle devozioni cristiane si alternano quelle che tracciano il profilo artistico dei preziosi arredi sacri con tele, altari ed edicole. Ma una pagina di storia stuzzica soprattutto l’attenzione del lettore ed è quella che riguarda le campane. Sono venti, ubicate nelle varie chiese, ed ognuna con il proprio rintocco ha qualcosa da tramandare. «Le campane – scrive l’autore – sono testimonianza di quella storia millenaria di Castelvetere, che invita non solo a studiarla, ma soprattutto a compiere quelle ricerche, che, di certo, daranno notizie importantissime del nostro passato». E sempre di passato si parla nel prezioso volume “L’arte sacra a Castelvetere” che, stampato appena un anno prima di “Pagine di storia”, si completano a vicenda uniti dall’unico filo che è la storia e l’amore per il bello e per la propria terra. «L’arte di un popolo è la sua anima viva, il suo pensiero, la sua lingua nel significato più alto di questa parola» scrive il russo Turgenev. Forse basta questa espressione per poter in sintesi esprimere ciò che i due volumi riescono a dare.

 

 

                Enza Conti