- Filippo Nasello:
Homo etnaeus, emozioni dipinte
- di Angelo Manitta
Filippo Nasello,
nato a Sperlinga (EN) nel 1940 e residente in Giarre (CT) dove vive e opera,
ha partecipato a numerose manifestazioni artistiche a carattere sia
nazionale che internazionale, tenendo numerose personali di pitture,
partecipando a molte collettive, ed organizzando incontri d’arte. Di recente
ha pubblicato un suo catalogo personale, che fa praticamente il punto sul
suo percorso artistico pluridecennale. Nel testo sono riportati giudizi
critici di Maria Brischetto, Paolo Giansiracusa, Angelo Manitta, Mario Angel
Marrodán, Senzio Mazza, Pietro Mosca, Lio Tomarchio, Nicola Villari. Oggetto
delle sue descrizioni pittoriche è sempre l’Etna e il suo territorio, i suoi
personaggi e le sue paure, la sua lava rotolante e il suo fuoco. Ecco perché
Nasello è stato definito “Homo etneus”. |
- «Neppure all’osservatore più
distratto, d’altra parte, può sfuggire il sottile richiamo nascosto da
mille tocchi che si intrecciano e si rincorrono, si accostano e si
allontanano, esuberanti e guizzanti, presi da un gioco di cui solo loro
conoscono le regole e che non si traduce in puro divertimento. L’ocra
dei campi di grano, lo smeraldo dei pascoli, il turchese del mare celano
la dura lotta per l’esistenza,
la quotidiana fatica di generazioni di contadini piegati sulle zolle e
di pescatori pronti ad affrontare i flutti. È una sofferenza silenziosa
che chiede di essere ascoltata, è un pianto senza lacrime velato dalle
pennellate, ma svelato dalle scelte coloristiche» (Maria Brischetto).
«Filippo Nasello dipinge l’aria e la luce. I suoi colori ora fluidi, ora
pastosi, catturano sempre porzioni di luce, portando sul piano iconico
la stessa freschezza del cielo cristallino che domina le pendici
dell’Etna» (Paolo Giansiracusa).
«L’uomo siciliano Nasello si trasforma così nell’uomo universale
spettatore-protagonista dell’opera d’arte, perché appunto riesce a
creare un profondo equilibrio tra interiorità ed esteriorità, nel cui
rapporto il dettaglio diventa superfluo» (Angelo Manitta). «Le
aggressive ondate cromatiche che il pennello sapientemente crea,
suggeriscono dimensioni oltre le quali il senso della realtà travalica i
confini dell’intuibile, per dilatarsi in un mondo tridimensionale dove
tutto può essere inteso solo attraverso una sollecitazione sensoria» (Nicola
Villari). «Filippo Nasello è un indiscusso valore dell’arte
siciliana con qualità pittorica ed effetto visivo che ipnotizzano lo
spettatore» (Mario Angel Marrodán). «Una potente sintesi
pittorica domina la visione d’insieme dell’opera, ottenendo l’effetto di
evidenziare il grande contenuto d’amore per la natura e di dolore e
rabbia per il male del mondo, che si manifesta nell’egoismo degli
uomini» (Lio Tomarchio).
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