Il Convivio

A. IV n. 3
Luglio - Settembre 2003

Filippo Nasello: Homo etnaeus, emozioni dipinte
di Angelo Manitta

Filippo Nasello, nato a Sperlinga (EN) nel 1940 e residente in Giarre (CT) dove vive e opera, ha partecipato a numerose manifestazioni artistiche a carattere sia nazionale che internazionale, tenendo numerose personali di pitture, partecipando a molte collettive, ed organizzando incontri d’arte. Di recente ha pubblicato un suo catalogo personale, che fa praticamente il punto sul suo percorso artistico pluridecennale. Nel testo sono riportati giudizi critici di Maria Brischetto, Paolo Giansiracusa, Angelo Manitta, Mario Angel Marrodán, Senzio Mazza, Pietro Mosca, Lio Tomarchio, Nicola Villari. Oggetto delle sue descrizioni pittoriche è sempre l’Etna e il suo territorio, i suoi personaggi e le sue paure, la sua lava rotolante e il suo fuoco. Ecco perché Nasello è stato definito “Homo etneus”.

«Neppure all’osservatore più distratto, d’altra parte, può sfuggire il sottile richiamo nascosto da mille tocchi che si intrecciano e si rincorrono, si accostano e si allontanano, esuberanti e guizzanti, presi da un gioco di cui solo loro conoscono le regole e che non si traduce in puro divertimento. L’ocra dei campi di grano, lo smeraldo dei pascoli, il turchese del mare celano la dura lotta per l’esistenza, la quotidiana fatica di generazioni di contadini piegati sulle zolle e di pescatori pronti ad affrontare i flutti. È una sofferenza silenziosa che chiede di essere ascoltata, è un pianto senza lacrime velato dalle pennellate, ma svelato dalle scelte coloristiche» (Maria Brischetto). «Filippo Nasello dipinge l’aria e la luce. I suoi colori ora fluidi, ora pastosi, catturano sempre porzioni di luce, portando sul piano iconico la stessa freschezza del cielo cristallino che domina le pendici dell’Etna» (Paolo Giansiracusa). «L’uomo siciliano Nasello si trasforma così nell’uomo universale spettatore-protagonista dell’opera d’arte, perché appunto riesce a creare un profondo equilibrio tra interiorità ed esteriorità, nel cui rapporto il dettaglio diventa superfluo» (Angelo Manitta). «Le aggressive ondate cromatiche che il pennello sapientemente crea, suggeriscono dimensioni oltre le quali il senso della realtà travalica i confini dell’intuibile, per dilatarsi in un mondo tridimensionale dove tutto può essere inteso solo attraverso una sollecitazione sensoria» (Nicola Villari). «Filippo Nasello è un indiscusso valore dell’arte siciliana con qualità pittorica ed effetto visivo che ipnotizzano lo spettatore» (Mario Angel Marrodán). «Una potente sintesi pittorica domina la visione d’insieme dell’opera, ottenendo l’effetto di evidenziare il grande contenuto d’amore per la natura e di dolore e rabbia per il male del mondo, che si manifesta nell’egoismo degli uomini» (Lio Tomarchio).