Il Convivio

A. IV n. 3
Luglio - Settembre 2003

Dedicato all’infanzia[1]

di Carmelita Nicotra Randazzo


Amare l’infanzia
è amare la luce,
è ascoltare l’alba
che danza
con le gemme dei mandorli.
Amare l’infanzia
è amare la libertà
nelle cui vene arde,
col sangue miceneo-normanno,
il fuoco antico dell’Etna.
Amare l’infanzia
è conciliare Proserpina,
la sua ansia di rondine in fuga,
con l’anima verde del grano.
Ogni cosa ha il suo nome
in questa valle,
ogni erba è un respiro
mentre il sole risale la collina
e bacia i suoi aranceti.
Non uccidere i sogni dell’infanzia
quando volano all’alba,
ogni essere è anima,
non uccidere l’airone
che fiorisce nel cielo
quando vola
dietro il suo aquilone.

[1] A tutti i bambini del mondo cui la follia dell’uomo ha rubato e spezzato l’infanzia.