Il Convivio

A. IV n. 3
Luglio - Settembre 2003

Domenico Peci: L’infanzia e l’adolescenza negate

di Angelo Manitta

Molto spesso le opere scritte in dialetto vengono messe in secondo piano sia dalla critica ufficiale che dalla gente comune, soprattutto con l’avvento della televisione e del cinema, che ha in un certo senso fatto dimenticare, o comunque radicalmente modificare, certe parlate. Oggi invece si va alla riscoperta di un mondo linguistico tradizionale. Il dialetto siciliano, tra quelli italiani, è forse il più duro. Esso, infatti, ha una grande abbondanza di vocali cupe, come la vocle u, e di suoni forti come il nesso dd o il gruppo fricativo str. Ma malgrado ciò è un linguaggio fortemente espressivo e realistico. Forse per questo motivo di solito la poesia dialettale siciliana ha trattato temi più che altro folcloristicoreligiosi, mentre raramente è assurta ad elevate tonalità liriche. Trattare in dialetto poi un tema sociale, sarebbe quanto mai temerario. E invece... Domenico Peci, poeta dialettale di Paternò in provincia di Catania, ha trattato in maniera originale e con un linguaggio spigliato e profondo un tema di grande attualità, “L’infanzia e l’adolescenza negate” (Prova d’autore, Catania 2003) come suona appunto il titolo, ottenendo ottimi risultati sia dal punto di vista artistico che linguistico e soprattutto per il messaggio che ha voluto lanciare. Il linguaggio, infatti, si presenta perfettamente aderente al contenuto e la sua immediatezza avvince il lettore, sia per l’uso realistico di numerose espressioni sia per la semplicità e linearità, avendo sempre come obiettivo l’evidenziazione del problema.
Nella silloge l’infanzia è vista nei sui vari aspetti e collegata ad altre tematiche: oltre agli abusi subiti dai bambini, vengono evidenziati la situazione femminile, la guerra e l’infanzia, i vantaggi della pace, la prostituzione e il lavoro minorile, le condizioni dell’infanzia nel mondo occidentale e orientale con luci ed ombre, le difficoltà di vita dei bambini dell’Africa e dell’Asia, andando dall’Afghanistan all’Iraq, alla Sierra Leone, alla Palestina, ad Israele. Trattare una tale tematica, così vasta e variegata e soprattutto di un certo rilievo sociale in un linguaggio cupo come è il siciliano, è appunto una grande impresa. Si tratta di varie sfaccettature che provocano profondi sentimenti. «E questi stessi sentimenti, quando si ritrovano presso il lettore, lo trascinano in un moto di simpatia, fanno di lui un compagno di esperienze cordiali, lo spingono ad impegnarsi nello stesso cammino, a corrispondere all’invito poetico, a formare un cenacolo» scrive nella prefazione al volume Sergio Sciacca.
Ma se per tutto ciò l’iniziativa di Domenico Peci è meritoria, lo è soprattutto per gli obiettivi che si propone. Infatti scopo della pubblicazione, che si presenta quale felice connubio tra poesia e solidarietà, è quello di raccogliere dei fondi a favore del reparto di oncologia pediatrica del policlinico di Catania, diretto dal prof. Gino Schilirò. Un modo tangibile per dare sollievo a quell’infanzia negata in più parti del mondo. A tale scopo il volume è stato presentato con successo di pubblico in varie città, tra cui Catania, Paternò ed Aci Bonaccorsi.