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Antonio Portaro |
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Antonio Portaro: premiata la silloge di poesie dialettale Mennuli ‘nciuri di Maria Enza Giannetto |
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Antonino Portaro, siciliano d’origine, nato a Malvagna in provincia di Messina e funzionario dirigente del Ministero del Tesoro, nutre da sempre un grandissimo amore per la letteratura, la scrittura e la poesia. Una passione che, unita ad un indubbio talento, gli ha meritato una serie di prestigiosi premi e riconoscimenti. Tra le sue pubblicazioni, oltre alle varie poesie inserite in alcune prestigiose antologie, merita particolare attenzione “Lu ventu i Catanzaru”, in cui «vibra una lirica satirica mirante ad evidenziare gli aspetti più emblematici della comunità calabrese con notevole spirito critico in cui si scorge la capacità professionale dell’autore tendente ad onorare Catanzaro, la città che lo ha generosamente adottato». Un ulteriore sforzo letterario di notevole pregio è la sua pubblicazione “Malvagna e i paesi della valle dell’Alcantara (storia, arte, tradizioni)”, in cui il legame affettivo tra Portaro e il suo paese natale si estrinseca nella precisa trattazione di fatti storici, tradizioni e cultura. L’autore riesce, infatti, a indagare gli eventi con accuratezza, mantenendo un anelito di vivacità e di sensibilità che rendono la pubblicazione scorrevole e piacevole. E dall’indubbio amore di Portaro per Malvagna, la Sicilia, le sue tradizioni e il suo vernacolo, trae ispirazione la silloge di poesie in dialetto siciliano “Mennuli ‘nciuri (mandorli in fiore), alla quale è stato assegnato, tra l’altro, il Premio speciale per il libro edito in lingua dialettale, sponsorizzato dalla rivista “Peloro 2000”, direttore Domenico Femminò nell’ambiro del Concorso “Il Convivio 2003”. Antonino Portaro si rivela poeta abile e sensibile, riuscendo a far tesoro del dono linguistico natio nella rappresentazione di vivide immagini e nella realizzazione di espressioni colorite. Si tratta di un tuffo nel passato, nei ricordi che vengono quasi messi in scena, dando vita al fortissimo slancio affettivo e al profondo amore per la propria terra, per i propri concittadini e per tutto quello che la terra natale gli ha regalato. Il tutto però senza nessuna smielata nostalgia e anzi rivestito di buonumore e di spunti umoristici. Versi amabilmente costruiti che tessono storie, raccontano vite, tradizioni e affetti. Una poesia che si nutre di realtà e di quotidianità, ma che non perde mai di vista spunti più vasti e tematiche universali quali l’esistenza, la vita umana, la caducità delle cose. Poesia che amalgama perfettamente ragione e sentimento riuscendo nella rappresentazione vividissima di quella carrellata di personaggi tipici della tradizione siciliana. E quale miglior simbolo per questo legame con la propria terra se non la scelta del mandorlo in fiore? Una Sicilia viva e spontanea resa ancora più fervente dalla scelta del vernacolo e dell’inflessione del paese natio. A proposito del dialetto di notevole significato sono le considerazioni che Portaro fa nella prefazione, dichiarando che la poesia dialettale riporta alla mente «l’immagine di Cenerentola non solo perché la poesia dialettale patisce ancora una condizione di trascuratezza e di emarginazione; ma pure perché, per la validità di molte opere dialettali, tale condizione essa certamente non merita». |
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