Il Convivio

A. IV n. 3
Luglio - Settembre 2003

Ines Scarparolo, particolari momenti di ispirazione in Fra nubi erranti, (Edizioni Helicon)

Personalità complessa, quella di Ines Scarparolo, spirito tormentato, in costante lavorio, che si dibatte in sfoghi e contrasti a volte “rabbiosi”, a volte sfocianti in “incertezze certe”, a volte risalenti in “bagliori di sole”. La poesia nasce in lei in particolari momenti d’ispirazione, in un «meriggio abbandonato al sogno», nell’incanto di dolcezze e ricordi che affiorano da un animo che torna fanciullo, «nel frangersi cadenzato delle onde». E quando «l’arcano si dissolve», essa non scompare del tutto, ma lascia ancora dentro il suo divino sapore, lascia ancora scorgere «il riflesso vago del mistero». Quindi poesia vera, che non si cerca, che sorge spontanea, d’incanto, che dà emozioni, che avvolge d’estasi interiore, che incide segni indelebili nel profondo. Che  conta lo star bene, l’essere circondati da ogni comfort? La poetessa vorrebbe uscire «dall’abbondanza dell’oggi… dai giorni borghesi», e tornare al tempo felice della «povertà ricca di sogni», ai suoi «anni acerbi», divisi con colui che la seguiva «agile sull’erba ancora fresca... la baciava sulla bocca, che sapeva di mora e di mirtillo», e le prometteva amicizia eterna... Ella si stacca dall’effimero e dal superficiale e si rifugia nei valori che non tramontano e non deludono, e rivive con nostalgia la vita passata, «colma di canti e di gioia», trascorsa nella spensieratezza e nell’armonia... È un ritorno ricorrente, il suo, in quell’amore di gioventù che colsero insieme, lei e lui, «nella calda terra / tra l’erba folta e i fiori… / abbandonati nel riposo degli amanti». Molto bello, romantico, sentimentale, il quadretto idillico di due cuori innamorati, fusi nel loro essere unitario di anima e corpo... «Stesa sulla riva, / mi abbandono al ricordo dei tuoi baci... / Amico mio, / dolce compagno  d’un tempo, / non ti so più scorgere... / Piangerò... / per quest’amore / a cui mi aggrappavo / ...ma che già aveva morte le radici». Poesia, amore - il grande amore dei romanzi, anche se non a lieto fine - solidarietà con chi soffre, con coloro con i quali la vita è stata prodiga solo di pianto e amarezze, vana cristianità, senza echi di preghiera. Questi gli argomenti, non eterogenei, ma armoniosi nella loro unità perché è sempre l’anima, con i suoi moti di sofferenza e amore, il filo conduttore di versi che vibrano, che fremono, che emettono suoni d’una soave, celestiale melodia.
Antonia Izzi Rufo