|
||
Recensioni |
||
Rolando Tani |
||
Arguta espressività in Da sotto l’arco di Rolando Tani, (Collana del Bucaneve) |
||
Significativa la poesia di Antonio Sbriscia Fioretti che Tani ha posto come introduzione, come dedica, al testo: «Poeta... / perché t’affanni? / Vana è la tua fatica / e vani son quest’anni / che tu passi dinanzi / a l’invarcata soglia / d’ogni mistero». E significativa e intrisa di risentimento ed ironia, oltre che di disprezzo senza convinzione, appare la sua poesia, in cui il poeta viene definito «balordo, bugiardo, fatuo» e «zuppo d’utopia e beltà / del proprio canto». Ma non ci credete, perché nemmeno lui crede in ciò che afferma. Redivivo Trilussa, il Tani è arguto e divertente nelle sue performance, nelle sue conclusioni, nelle sue «uscite a sorpresa», per esempio quando è convinto che Dante lo stia ascoltando «rapito ed estasiato», invece “un ronfo” lo avvisa che il grande padre della patria sta dormendo e russa... Ugualmente ne “l’Oroscopo” che, sebbene le ottime previsioni, il poeta chiude con questo verso: «Inver vivo e morrò com’un coglione». Il breve testo poetico è piuttosto autobiografico, è una specie di diario da cui emergono sia le notizie che riguardano la vita dello scrittore, e i luoghi e le persone a lui familiari, che i suoi pensieri intimi. «Primi vagiti miei l’Arno raccolse». È nato a Firenze, la bellissima città dell’arte e della cultura di cui egli ricorda la natura meravigliosa, le Cascine, i superbi monumenti (Ponte Vecchio, Monte Oliviero, il Campanile di Giotto, Palazzo della Signoria, il Battistero, ecc..), i vicoli angusti, «i tanfi di cavolo marcio e del ghetto», il piazzale di Sotto l’Arco dove si svolgevano i suoi giochi di bambino, “L’Avo Vicolo”, scritto nel simpatico e comprensibilissimo dialetto fiorentino - così come “Il Battibecco tra l’Arno e la luna” ed altre liriche - e tanti tanti particolari ancora... Nella “Pastorella” è tratteggiato il suo amore giovanile che, dopo lungo tempo e peripezie varie, si concluse, «schiuse il suo animo e gli fece ritrovare se stesso». Una lettura piacevole e distensiva che porta al “the end” senza annoiare. |