Il Convivio

A. IV n. 3
Luglio - Settembre 2003

La casa tra i rovi: l’esordio narrativo di Clara Terribile (ed. Edigrafital)

Il titolo di questo romanzo, La casa tra i rovi, è un’allusione simbolica al mondo che abbiamo alle spalle, quello della civiltà contadina, della provincia, popolato da gente che ha conosciuto la pena di vivere, laddove con ciò non si intenda quella metafisica, ma quella materiale, che reclama la soddisfazione dei beni primari e che ha scandito i giorni di tante famiglie, soprattutto meridionali, impegnate in un quotidiano confronto con problemi concreti. Ma questa opera prima di Clara Terribile, nei suoi pregi e nei suoi limiti, racconta anche altro: racconta la storia di generazioni che si intrecciano in vicende drammatiche, in una sequela interminabile di destini avversi; ed è inoltre un romanzo tutto al femminile, ove quattro donne - al personaggio-chiave Chiara si uniscono la bisnonna, la nonna e la mamma - affrontano l’incedere dei giorni, sorrette da una capacità di resistere, di non arrendersi, di non abbattersi, intrisa di senso cristiano, ciò che d’altro canto lascia emergere una significativa dimensione morale - non moralistica - e consente poi alla stessa Chiara di riappropriarsi della vita e del senso alto che appartiene al vivere. Sebbene le donne di cui narra l’autrice sembrerebbero poter appartenere all’impotente novero dei Vinti di verghiana memoria, crediamo non siano in effetti riconducibili a quell’ambito, perché le risorse con cui si difendono dagli eventi non peggiora le varie situazioni, piuttosto alla lunga conduce a un approdo di serenità, sia pure relativa: ed è per questo che il libro è nella vita e la vita è nel libro, così come la coscienza femminile che ne permea ogni pagina - e configura una sorta di continuità narrativa - esprime un’abnegazione e una pervicacia profonde, unici strumenti di lotta contro l’insorgere di ostacoli e difficoltà scoraggianti. La memoria, la forza del ricordo, l’orgoglio e un alto senso delle dignità sono gli elementi più diffusi e presenti ne La casa tra i rovi, una piccola e semplice saga familiare ove è costante la presenza di un’invisibile catena di solidarietà, che colora tutto il racconto di tenerezza e avventura: e questo ci induce a considerare il libro come un romanzo sulla trasversalità dei sentimenti e dei ricordi, eredità tacitamente tramandate, anche a dispetto dell’impossibilità umana di cogliere i nessi fra le cose, e nonostante quell’altra peculiarità, altrettanto umana, di subire i capricci del caso.

Simone Gambacorta