Il Convivio

A. IV n. 3
Luglio - Settembre 2003

Claudio Zaninotto: primo premio Il Convivio 2003 per il saggio: Sabbia per acqua.
di Bruna Tamburrini


Claudio Zaninotto, autore del libro “Sabbia per acqua” (ed. l’Orecchio di Van Gogh, Ancona 2002), si è laureato nell’Università di Urbino ed è un appassionato viaggiatore, navigatore e sociologo. Egli, attraverso dei racconti, mette in evidenza la precaria condizione infantile nel Continente nero e nello stesso tempo sottolinea le abitudini, la semplicità e la personalità degli abitanti dei luoghi da lui visitati, nonché i paesaggi sapientemente descritti e che si amalgamano perfettamente con la popolazione.

L’Autore stesso spiega così il titolo dato al suo saggio: «Il titolo del volume è intuitivo e si riferisce al risultato ultimo che questo volume e il suo estensore stanno cercando di raggiungere: trasformare un bene privo di valore economico qual è la sabbia in acqua potabile, bene fondamentale, raro specialmente nei paesi africani». Lo scopo del libro, infatti, è quello di ottenere dei fondi per la creazione di pozzi e acquedotti nel continente africano: è uno scopo nobile, capace di aprire la mente a noi Occidentali, ormai troppo abituati a vivere nel nostro consumismo!

Il saggio è ben articolato e si compone di tre parti: racconti brevi sotto forma di diario che evidenziano aspetti fondamentali e caratteristici dei luoghi, una parte centrale con un ricco materiale fotografico ed un’ultima parte con schede statistiche che evidenziano la situazione dei bambini africani impegnati in attività lavorative. Precede il tutto una presentazione di Giobbe Covatta. I racconti sono chiari ed evidenziano i vari momenti di vita, le esperienze, i giochi dei bambini, la generosità della gente, i paradossi, come il fatto che manca l’acqua, ma c’è abbondanza di coca cola, il fatto che si trovano armi in mano a persone “non sempre spinte da migliori intenzioni”; vengono anche descritte situazioni ambientali a volte strane ed abnormi. La narrazione, sviluppata per aneddoti, permette al lettore di immedesimarsi facilmente nelle vicende narrate e per questo motivo tutto il lavoro appare veramente coinvolgente ed interessante. Il linguaggio usato è chiaro, pronto per essere recepito da tutti, comunicativo, capace di entrare nell’animo e di sviluppare i sentimenti umani. Questa capacità di comunicazione dà a tutta l’opera un valore letterario oltre che etico, in quanto l’espressione linguistica così immediata, sintetica e precisa ci pone in contatto con un “modus vivendi” totalmente diverso dal nostro e ci fa conoscere realtà e problemi che a volte neanche immaginiamo.

Alla fine rimane sempre il dilemma: come risolvere questa situazione di disparità? Come aiutare effettivamente questa gente? La fine del viaggio, che è anche la fine del libro, termina con la presentazione al lettore di due possibili soluzioni suggerite dal sociologo Plank: 1) la ricolonizzazione del Continente sotto il controllo dell’ONU; 2) l’abbandono completo dell’Africa a se stessa, lasciandola libera di organizzarsi autonomamente. A queste due alternative l’Autore risponde che la soluzione migliore potrebbe essere trovare una via intermedia in grado di far fronte a tutte le problematiche.