Il Convivio

A. IV n. 3
Luglio - Settembre 2003

La poesia di Dio e la poesia dell’uomo: l’antologia Dei Verbum a cura di V. Saletta, E. Zuppardo, (Betania Editrice, Caltanissetta 2003)

Il bel volume Dei Verbum, curato da Vincenzo Saletta e Emanuele Zuppardo, è un’antologia che raccoglie le poesie religiose e a tema libero del 3° Concorso Nazionale di poesia “La Gorgonie d’Oro”, promosso dal Centro di Cultura e Spiritualità Cristiana “Salvatore Zuppardo” di Gela. Prima delle considerazioni sull’opera, ci preme sottolineare la buona fattura editoriale del volume, sobrio, gradevole e arricchito da una copertina che riproduce L’arcangelo Gabriele di Simone Martini e, nell’interno, dalle finissime acqueforti di Andreina Bertelli: rilevi doverosi, giacché ci pare le immagini si conformino benissimo allo spirito e al retroterra dell’antologia. Detto questo, per quanto riguarda la poesia religiosa, pensiamo sia sommamente importante, e a proposito richiameremo quell’ottima Antologia della poesia religiosa italiana contemporanea che Valerio Volpini curò nel 1952, per i tipi della fiorentina Vallecchi, la cui pubblicazione sancì la piena dignità di un genere assolutamente meritevole d’attenzione, e in cui oggi possiamo riconoscere un’antenata di questa, altrettanto buona, del “Premio Zuppardo”. Tuttavia non possiamo omettere un’aggiunta, suggerita da quella bibbia della letteratura che fu Jorge Luis Borges, il quale individuò una caratteristica della vera poesia nella capacità di essere riconoscibile da subito: ed è, questa, una cosa che accade nel leggere molti dei versi riuniti in Dei Verbum. A ciò si aggiunga un'altra riflessione del sommo scrittore argentino, quella cioè sulla vanità delle definizioni, poiché per adottarle – scrisse – occorrerebbe prima definire ogni termine che le compone, poi definire le definizioni stesse: dunque la poesia religiosa è sì un genere a sé stante e come tale definibile, ma è anzitutto poesia, e la poesia non tollera suddivisioni troppo rigide, se non di carattere storico-letterario, proprio perché – e torniamo al primo richiamo borgesiano – la poesia, qualunque essa sia, quando “arriva si sente”. Ora vorremmo indugiare su ciascun componimento religioso di quest’antologia, nondimeno siamo consci dell’impossibilità di farlo in questa sede, e pertanto ci limitiamo a dire che queste poesie, nell’insieme, sprigionano la forza di un sentire comune, toccante, struggente, emozionante: un sentire mai retorico o banale, fatto di percorsi umani intimi e preziosissimi. Anche la seconda parte del volume, quella della poesia a tema libero, offre pagine davvero intense e dal significativo messaggio poetico, fra le quali ricordiamo quelle di M. Neri, F. Restivo, M. Ruggeri, G. Signorella, F. Vitali e Z. Zanini. Un plauso ammirato ai curatori e al “Premio Zuppardo”.

Simone Gambacorta