Eremo di San Marco e la grotta del Beato Ventura
In una gola boscosa e selvaggia, posta tra il colle Bordone (mt.837) e le montagne Campello (mt.1130) e Pradafitta (mt.1261), in fondo alla quale scorre, quando
può, il cosiddetto fosso di San Marco, si cela, lungo il versante esposto a
mezzogiorno, quello che resta dell' Eremo di S. Marco. Esso resta legato ad una
simpatica se pure evanescente figura di Santo eremita, il Beato Ventura da
Trevi.
Ventura visse a cavallo di due secoli, tra la fine del 1200 e i primi del 1300.
Proveniva dal Castello di Pissignano, allora ancora trevano. Nel convento
francescano di S. Antonio abate di Pissignano, sotto l'affresco del XV secolo
che rappresenta il Beato, è riportata un'iscrizione in latino che tradotta dice
"Beato Ventura nato nel villaggio di Pissignano in territorio di Trevi".
Nella sua "Historia...di Trevi" il Natalucci ci ricorda che il Beato
dimorò in un antro conosciuto come grotta di S. Marco sita in Pigge. La sua fama
di Santo superò presto i confini comunali. Visse di elemosine che utilizzava per
sfamare chi aveva bisogno e spese la sua vita terrena in preghiere, lacrime e
mortificazioni. La tradizione gli riconosce virtù profetiche, anticipò ad
esempio la santità di Chiara da Montefalco, e molti miracoli. Presso la grotta
vi era la chiesa di San Marco. Dopo Ventura vi soggiornarono i SS. Marco e
Giacomo del Colle Bordone, quindi, il 18 novembre del 1333 vi andò ad abitare
una congregazione di quattro eremiti, che si ridusse successivamente ad uno
solo. La chiesa e la selva omonima appartenevano alla "Balìa della Pigge".
I resti del Beato Ventura si trovano nella Cappella della Concezione della Chiesa di San Francesco,
a Trevi. Nella cappella a destra dell'abside, troviamo un antico sepolcro,
riusato, riportante la scritta aggiunta "OSSA BEATI
VENTURAE EREMITAE". Risalendo la navata unica della chiesa, costruita
secondo lo stile degli ordini mendicanti, possiamo ammirare degli affreschi del
1300 intitolati "Storie del Beato Ventura eremita".