L'OLIVO E L'OLIO...
La vista che offre La Pigge é tipica, oltre che
per la morfologia dell’abitato, per essere questo completamente incorniciato
da olivi: 50.000 piante nella fascia collinare.
Salvo rarissime eccezioni
infatti (qualche quercia superstite e pochissime piante da frutta) tutta la
collina da quota poco inferiore a 300 m fino a quota m 600, è letteralmente
coperta da soli olivi, come il Nostro Natalucci scriveva del territorio della
Pigge "...fruttifero ne' colli per gli olivi,..."(*)
Pur non esistendo l’olivo in
Umbria allo stato naturale, vi fu introdotto in tempi remotissimi, sicuramente
già dal tempo della dominazione di Roma.
Attualmente
in Trevi ha sede la presidenza dell'Associazione
Nazionale Città dell'Olio.
Quasi tutti gli abitanti possiedono una "chiusa" (piccolo appezzamento di terra coltivato ad olivi) ed ogni anno, dopo la raccolta si recano nei frantoi della zona dove assistono gelosamente alla fase della spremitura, orgogliosi dell'olio extravergine da loro prodotto.
...UN PO' DI STORIA
Il leggendario albero di
ulivo e l'olio ricavato dai suoi
frutti hanno accompagnato la storia dell'umanità. 8000 anni fa l'ulivo veniva
già coltivato in Medio Oriente e le prime coltivazioni si ebbero molto
probabilmente in Siria o Creta.
I Fenici in seguito diffusero questa
coltivazione su tutte le coste del Mediterraneo, dell'Africa e del Sud Europa.
Con i Greci le coltivazioni di ulivo divennero sempre più numerose, ma furono i
Romani che provarono a coltivare in ogni territorio conquistato questi frutti
polivalenti (trascurando in alcuni casi le coltivazioni esistenti dell'Italia
meridionale). In molti casi i Romani ordinarono alle popolazioni conquistate il
pagamento dei tributi sotto forma di olio di oliva. Sempre i Romani riuscirono
a costruire i primi strumenti per la spremitura delle olive e a perfezionare
sempre di più le tecniche per conservare l'olio.
Fin dall'inizio l'ulivo e i suoi frutti sono stati
presenti nella storia degli uomini sia nei riti sacri che nella vita quotidiana,
l'olio infatti venne utilizzato non solo per arricchire gli alimenti ma anche
nei massaggi e nella cosmetica. Nei poemi omerici l'olio era usato
esclusivamente per la pulizia e l'igiene. Gli antichi Romani
classificavano l'olio di oliva in cinque qualità: "oleum ex albis ulivis"
proveniente dalla spremitura delle olive verdi, "oleum viride"
proveniente da olive raccolte a uno stadio piu' avanzato di maturazione,
"oleum maturum" proveniente da olive mature, "oleum caducum"
proveniente da olive cadute a terra e "oleum cibarium" proveniente da
olive quasi passite che era destinato all'alimentazione degli schiavi.
I numerosi utensili per la raccolta e la spremitura delle olive, rinvenuti dagli archeologi in vari scavi nell'area mediterranea, nonché diversi passaggi della Bibbia e del Corano dimostrano l'importanza storica di questo frutto dell'ulivo e del lavoro degli uomini.
Anche nel terzo millennio l'olio di oliva costituisce un prodotto carico di misticismo e soprattutto un componente fondamentale della ormai famosa dieta mediterranea, una moda di cui molti esperti attestano gli aspetti benefici per la salute.
(*)Tratto da: D.
Natalucci, Historia Universale dello stato temporale ed ecclesiastico di
Trevi...1745, a cura di C. Zenobi, Foligno 1985, pag.
368.