VEGLIA da L'ALLEGRIA - da IL PORTO SEPOLTO
Un'intera nottata buttato vicino a un compagno massacrato con la sua bocca digrignata volta al plenilunio con la congestione delle sue mani penetrata nel mio silenzio ho scritto lettere piene d'amore. Non sono mai stato tanto attaccato alla vita. Cima Quattro il 23 dicembre 1915
La vita è, per il primo Ungaretti, angoscia e pena, ma anche possibilità di illusioni e di momentanee schiarite irrazionali. Qui, il senso e l'amore della vita nascono, al di là di ogni convinzione razionale, proprio dalla vista della morte e della sua forza negatrice. Perciò, nella prima parte, dice con tanto aspra rudezza di parola la crudeltà della morte che ha accanto (massacrato; digrignata; congestione) perchè risalti con energia maggiore il proprio attaccamento disperato alla vita e all'amore. E le parole staccate, isolate in versi brevissimi che impongono forti pause, riacquistano tutta la loro carica semantica: non più suono e colore, come in D'Annunzio, ma sentimento e pensiero.