ROMANZI


NOTIZIA DI UN SEQUESTRO


AUTORE: Gabriel Garcìa Màrquez

ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1996

GENERE:attualità

CASA EDITRICE: Mondadori

Presentazione

Notizia di un sequestro è il risultato di anni di indagine, basato su fatti reali, è costruito come un vero romanzo. "L'impresa più difficile della mia vita", lo definì G. G. Màrquez ed, infatti, è il suo libro più compromettente in quanto cronaca di un terribile periodo della Colombia tra il 1990 e l'estate del 1991. La storia si rivela come la testimonianza di mesi di prigionia e della lenta partita a scacchi giocata dalle autorità e dai narcotrafficanti. L'autore, come suo tipico, non compone un reportage, bensì un libro carico di emozioni e dedicato a tutti i colombiani -innocenti e colpevoli- con la speranza che non si ripeta più ciò che ormai appartiene al passato.

Trama

Maruja e Beatriz uscivano dal giornale Focine per ritornare a casa accompagnate dal loro autista. L'auto, pochi metri dopo, venne circondata, l'autista ucciso e le due donne prelevate bruscamente e caricate su due vetture diverse.
Questo fu solo uno dei dieci sequestri che sconvolsero la Colombia nel 1990. Maruja e Beatriz furono condotte con le dovute precauzioni in un casale sconosciuto dove sarebbero rimaste poco tempo, prima di raggiungere il luogo dove era tenuta prigioniera Marina Montoya, sequestrata tre mesi prima e ormai data per morta.
Il marito di Beatriz, dottor Guerrero, quando ricevette la notizia rimase talmente sconvolto da non saper come reagire se non disperandosi. Alberto Villamizar, fratello e marito delle due donne, era il vero obiettivo dei sequestratori che volevano, attraverso di lui, manovrare l'opinione pubblica e influenzare l'Assemblea Costituente. Il motivo principale di questa guerra era il tentativo dei narcotrafficanti di ottenere la non estradizione negli Stati Uniti, dove potevano essere processati e ricevere condanne esorbitanti. Ciò era possibile grazie ad un trattato sottoscritto dall'ex presidente Tubay. Proprio a quest'ultimo toccò di vivere la nuova battaglia in prima persona: la figlia Diana, giornalista, era stata sequestrata poco tempo prima. Con la falsa promessa di un'intervista cadde prigioniera con tutta la sua équipe: Azucena Lievano, Juan Vitta, Richard Becerra, Orlando Acevede e Hero Buss. Nelle mani degli Estradabili c'era già Francisco Santos.
Le vicende delle vittime si intrecciano tra loro in quanto i vari destini sono manovrati da un'unica persona. Marina, Maruja e Beatriz condividendo la medesima situazione si confortavano a vicenda combattendo il severo regime di prigionia: a loro era impedito di parlare se non sussurrando, di recarsi ai serviti liberamente e persino di tossire o russare. Gli unici svaghi erano radio e televisione che trasmettevano programmi dedicati ai sequestrati mostrando i parenti e dando consiglio su come sopportare la prigionia.
Un comunicato stampa annunciò che i sequestrati si trovavano nelle mani degli Estradabili, il cui capo era Escobar; tra i parenti si diffuse lo sconforto e tra alcuni già la disperata rassegnazione di non rivedere i propri cari.
Marina era diventata come una nonna per un carceriere, probabilmente un altro si era infatuato di Beatriz, molti odiavano Maruja. Anche loro vivevano una condizione di prigionia e venivano cambiati periodicamente.
Diana e la sua équipe, dopo essere stati sequestrati, furono divisi in due gruppi: Diana, Azucena, Juan e Richard, Orlando, Hero. Questi ultimi vissero una bizzarra prigionia: sottoposti a severi controlli dovevano ingegnarsi ad essere anche mediatori nelle liti che scoppiavano tra i loro carcerieri. Il gruppo di Diana subì numerosi trasferimenti, vigeva un'atmosfera di faciloneria che causava un costante stato di allarme. La paura comune a tutti i sequestrati era quella di un'azione armata al fine di liberarli: i sequestratori in questo caso avevano l'ordine di sparare agli ostaggi. Diana aveva iniziato a scrivere un diario in cui sfogava il proprio senso di colpa per aver coinvolto i propri colleghi in quell'esperienza e criticava spesso le scelte del governo.
Pacho Santos fu forse il più "fortunato" dei sequestrati, considerata la sua situazione con carcerieri familiari e compiacenti.
All'esterno i parenti furono contattati dagli avvocati degli Estradabili, i quali chiedevano che il presidente Gavira ascoltasse le loro richieste. Questo però non intendeva cedere a nessun tipo di ricatto.
A dicembre si ebbero le prime novità, mentre Maruja, Beatriz e Marina venivano illuse con promesse di scarcerazione, furono liberati a distanza di qualche giorno Juan, Hero, Azucena e Orlando. Richard e Diana furono riuniti in un'unica stanza. Il 23 gennaio, Marina fu prelevata con la falsa promessa di essere liberata; ad un giusta distanza dal nascondiglio fu uccisa e, malgrado il suo corpo venne abbandonato sulla strada, la sua identificazione riuscì solo settimane dopo. Diana rimase uccisa durante un'azione armata della polizia che non riuscì a catturare i carcerieri, ma liberò Richard. Anche Beatriz fu liberata lasciando nello sconforto Maruja che si abbandonò ad un lenta autodistruzione. Solo la notizia delle trattative del marito le resero più accettabile la prigionia.
All'esterno Villamizar, con l'aiuto di padre Herreros, riuscì e raggiungere e trattare con Escobar, la figura chiave della vicenda. In cambio della sua resa e di quella dei suoi uomini pretendeva: l'approvazione del decreto di non estradizione, la punizione per i poliziotti colpevoli di aver esercitato una giustizia personale e un carcere privato. Dopo un lento e pericoloso articolarsi di mosse fu raggiunto l'accordo e Maruja e Pacho furono liberati. La situazione della Colombia poteva migliorare solo con la resa di Escobar, che si costituì mantenendo l'accordo preso con Villamizar.
Il libro ha nelle svolte finali la conclusione di ogni vicenda a livello personale che, secondo me, vale la pena di scoprire da soli.

Personaggi

Il libro, narrando più vicende, cita molti personaggi. Quelli che ritengo più importanti sono:

Maruja Pachon: è la moglie di Alberto Villamizar, membro della Camera, ed è anche redattrice di un giornale. Durante il sequestro è la consolatrice delle due compagne, è quella che dimostra maggior forza in virtù della fiducia che ripone nel marito. Il suo comportamento appare a volte sfrontato e troppo sconsiderato vista la situazione.

Beatriz Villamizar: è la sorella di Alberto, più fragile di Muraja cerca di ingannarsi confondendo la verità che le appare chiara e crudele. Rivela grande sensibilità occupandosi di Marina Montoya.

Francisco Santos: è caporedattore di un importante giornale. Nel periodo di prigionia non subisce maltrattamenti in quanto diventa compagno di giochi e confidente dei suoi sequestratori. E' astuto e intelligente tanto da riuscir a ricostruire attraverso pochi indizi la città fuori dalla sua stanza.

Alberto Villamizar: la caratteristica che più gli viene attribuita è: uomo di parola. E' il più attivo e influente mediatore tra Escobar e il presidente Cesar Gavira; il suo impegno è a favore della moglie, ma anche dell'intero stato.

Pablo Escobar: è una figura in continua crescita nel libro. Il più importante narcotrafficante dispone di armi e di un esercito fedelissimo. Ciò che gli consente la sua posizione sono: forza, carisma, intelligenza, freddezza e concretezza, la sua qualità più spaventosa è l'incapacità di distinguere bene e male.

Cesar Gavira: è il presidente della Repubblica colombiana. E' onesto, inflessibile tanto da sembrare freddo e privo di sensibilità ai parenti delle vittime che con lui si devono scontrare. La sua giornata è dedicata alla politica e alla costante programmazione di ogni azione e parola da riferire all'opinione pubblica.

Giudizio

Notizia di un sequestro è un libro avvincente che si distingue dal classico thriller americano avvicinandosi ai gialli di Simenon con profonde indagini psicologiche. Occorrerebbe leggerlo tutto d'un fiato perché i continui cambi di scena e i tanti personaggi confondono il lettore distratto.
Il libro è stato chiesto da Maruja e Alberto Villamizar e sui ricordi loro, e degli altri personaggi, è stata ricostruita la vicenda. E' un chiaro esempio di come la realtà possa essere fonte di ispirazione più della fantasia. Il libro non riserva espliciti giudizi su fatti o personaggi troppo vicini nel tempo e ancora pericolosi. G. G. Màrquez nella sua introduzione confessa:
"Il loro (dei protagonisti) dolore, la loro pazienza e la loro rabbia mi hanno dato il coraggio di persistere in questa impresa, la più difficile e triste della mia vita. La mia unica frustrazione è sapere che nessuno di loro troverà sulle pagine qualcosa di più che un riflesso mesto dell'orrore che hanno subito nella vita reale."

Autore

Sara Cerana