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romanzo
Una storia semplice
di Leonardo Sciascia

Adelphi 1989

personaggi

I personaggi principali della vicenda non sono molti ed il vero protagonista è il brigadiere della stazione di polizia, l'unico a cercare veramente la giustizia. Egli fin dall'inizio capisce che non si tratta di una storia semplice, ma piuttosto di un complicato caso da risolvere. Le riflessioni del protagonista si alternano a quelle più o meno esplicite del narratore; entrambi svolgono la loro indagine con razionalità e rigore, l'uno sull'omicidio Rocella, l'altro sul mondo della giustizia e sulla società italiana. 11 brigadiere Lagandara è l'unico rappresentante della giustizia ad avere un nome e un cognome proprio per sottolineare la sua capacità di muoversi come individuo, in modo autonomo. Egli pur non essendo laureato come i suoi superiori, riesce comunque a distinguersi per intelligenza ed acume; dotato di una sottile ironia e di una capacità dialettica notevole rappresenta gli uomini di buona volontà che con la forza della ragione cercano la verità.
Egli ammira le persone sapienti e sagge come il professor Carmelo Franzò, il quale può permettersi di schernire persone molto potenti come il questore che considera un imbecille. Egli rappresenta l'intellettuale che ha il dovere di non tacere e di denunciare l'arroganza del potere e la crisi della società italiana.
La crisi della società italiana corrisponde anche con la crisi della giustizia, mal rappresentata dal commissario, colpevole di omicidio, dal questore e dal colonnello dei carabinieri, superficiali ed ottusi.
Anche la Chiesa è coinvolta in questa crisi poiché anche un suo rappresentante, Padre Cricco, è responsabile di assassini e atti illeciti.
Nel commissario e in Padre Cricco secondo me Sciascia esprime i rapporti tra malavita, mafia e potere, che come in ogni suo romanzo sono al centro dell'attenzione.

trama

"Una storia semplice" è l'ultimo racconto dello scrittore Leonardo Sciascia, scritto nel 1989. E' una storia apparentemente semplice, ma in realtà complicata; un misto tra mafia e droga in cui l'unico che cerca giustizia è il brigadiere della stazione di polizia di Monterosso, un paesino della Sicilia.
La vicenda appare subito tutt'altro che semplice; dalla telefonata del signor Rocella, al ritrovamento del suo cadavere, alle indagini rese difficili da alcune questioni personali.
Il racconto ha inizio alle ore 9:37 della sera del 18 Marzo in seguito a una telefonata del signor Giorgio Rocella che chiedeva l'intervento del questore nella propria abitazione. Egli non viene preso sul serio, infatti i carabinieri si recheranno al villino di Rocella solo l'indomani. I carabinieri scoprono però che l'uomo della telefonata è già morto, ucciso da un colpo di pistola alla testa. Viene inizialmente presa in considerazione dal questore l'ipotesi del suicidio, contestata dal brigadiere che dimostra la tesi dell'omicidio.
Viene perquisito il villino, ma niente fa intuire la causa dell'assassinio; vengono interrogati la moglie e il figlio della vittima ed un vecchio amico d'infanzia: il professor Carmelo Franzò, ma senza risultato.
Poco tempo dopo vengono misteriosamente uccisi il capostazione e due funzionari ferroviari da persone sconosciute che vengono sorprese da un viaggiatore a bordo di una Volvo. Gli assassini si spacciano per le vittime riuscendo così ad ingannare la buona fede dell'uomo.
Tutti questi assassini vengono collegati tra di loro e viene interrogato Padre Cricco, che da tempo aveva il compito di sorvegliare il villino in assenza del proprietario.
Il racconto viene strutturato come un giallo, procede con un ritmo incalzante, fino ad arrivare alla sconcertante e grottesca conclusione, in cui con un colpo di scena si scopre chi è il vero assassino: il commissario dei carabinieri, una persona insospettabile che nessuno avrebbe mai accusato.
Il vero colpevole viene scoperto a causa della troppa sicurezza con cui si muoveva nel villino di Rocella e vistosi scoperto tenta di uccidere l'unica persona che aveva capito la dinamica dell'assassinio: il brigadiere Lagandara. Quest'ultimo grazie alla sua agilità e maestria con la pistola riesce a sventare il tentativo del commissario uccidendolo per primo.
I superiori del brigadiere, per evitare lo scandalo, camuffano la morte del commissario per un incidente e tralasciano di ricercare i complici dell'assassino di Rocella.
Infatti solo i lettori scoprono che uno della banda dei delinquenti è Padre Cricco, riconosciuto dall'uomo della Volvo nell'ultima pagina del racconto come l'uccisore del capostazione. Egli rimarrà impunito perché, per sfiducia nella giustizia, l'unico testimone non denuncia il sacerdote.

giudizio

Il significato del racconto, ruota attorno all' aggettivo semplice, che rivela nelle pagine la sua ambiguità. Alla luce dei fatti questo aggettivo assume una sfumatura drammatica e ironica, la storia viene infatti definita semplice perché percorre un iter scontato e prevedibile finché non si scopre il vero assassino. Il singolo individuo può,alla luce della ragione, scoprire come sono andati i fatti ed individuare il colpevole, ma la giustizia sembra avere altre leggi, e la verità deve cedere il passo ad interessi privati e politici. Già ne "11 giorno della civetta", Sciascia aveva rappresentato il dramma di chi, al centro della verità, si scontra con i meccanismi e gli intrighi del potere. Anche questa volta la giustizia risulta sconfitta nell'omicidio Rocella; secondo l'autore nulla risulta cambiato da trent'anni a questa parte.
Se l'impianto narrativo è di facile lettura, più complesso è invece il linguaggio usato da Leonardo Sciascia: un raffinato insieme di costruzioni riprese dalla lingua italiana e dal dialetto siciliano, di forme dotte e di espressioni popolari, il cui effetto finale è quello di una prosa che si situa tra la cronaca e il saggio. Proprio questo modo di raccontare fa di una avvincente storia poliziesca una riflessione amara, quasi un apologo sulla morte della giustizia.
A mio parere è un libro poliziesco molto avvincente, in grado di suscitare nel lettore una forte riflessione sulla malavita dei nostri giorni, un problema che ci riguarda tutti direttamente.
Concludo dicendo che ho gradito molto la lettura di questo libro, ma non essendo un testo facile per la complessità del linguaggio e per la struttura poco lineare della vicenda, lo consiglio ad un pubblico esperto ed abituato a questo genere di racconti.

Alessandro S.