Istituto Superiore Statale "Angela Veronese" Montebelluna (TV)
Espansione e diffusione dell'Islam

 

ESPANSIONE E DIFFUSIONE DELL’ISLAM

ESPANSIONE

Nel mondo mediorientale conquistato esisteva una struttura socio politica diversa che caratterizzava ad esempio l'Impero Bizantino e l'Impero Sassanide, si trattava della STRUTTURA TRIPARTITA: (imperatore, capi religiosi, notabili locali) in cui non vi era identità tra potere religioso e politico ma esisteva la separazione dei poteri. Tale struttura tripartita influenzò profondamente il califfato che nel corso del tempo assunse un ruolo puramente politico e sempre meno religioso. Il potere religioso venne affidato agli ULAMA (lettori del Corano, dottori di diritto e teologia). Al califfato si affiancò una seconda istituzione musulmana, i SUFI (= amici di Dio) che erano gruppi di studio informali che facevano capo a dei maestri che avevano molteplici funzioni quali: facilitare i negoziati, insegnare, formare coalizioni, guarire... Così i primi due secoli dell'Islam vennero determinati da una netta scissione tra autorità politica e quella religiosa e tra Stato e comunità musulmana. A causa della rottura tra la sfera religiosa e quella politica lo Stato non rappresentò più l'incarnazione dell'Islam, ma un sistema di rapporti di collaborazione con le elites religiose islamiche. La collaborazione tra capi religiosi e politici non impedì all’Islam di poter costituire una base di opposizione allo Stato, infatti spesso, la formazione di movimenti riformistici aveva come obiettivo la purificazione della società corrotta per giungere alla riunificazione dell'autorità politica e religiosa, in modo da creare autentici Stati islamici.

L'espansione dell'Islam venne attuata non solo da conquistatori guerrieri, che introdussero nel territorio la forma di Stato tripartito, ma anche da mercanti e missionari sufi. La presenza di abili mercanti e di raffinati studiosi musulmani, ebbe come conseguenza la conversione dei sovrani locali che diedero vita a nuove civiltà alle cui basi vi era l'integrazione di culture diverse. Nei territori conquistati quindi, fiorirono nuove civiltà, che integrarono la cultura e le istituzioni islamiche mediorientali con le credenze religiose e le istituzioni politico-sociali locali.

Gli Stati e gli Imperi islamici più importanti erano: l'Impero Ottomano, l'Impero Safawide, l'Impero Mughul, l'Impero Shaibanide. I sultani e i sovrani di questi Imperi si consideravano tutori dell'Islam, e santi per diritto di nascita in quanto si ritenevano eletti direttamente da Dio. I sultani patrocinarono inoltre le confraternite sufiche, difesero l'Islam contro le popolazioni non musulmane e produssero una civiltà laica dando così vita a nuove forme di culto islamico (religione di corte). La varietà di credenze nel culto islamico era dovuta alle numerose interpretazioni del Corano per cui nacquero: culti popolari, culti sincretici, forme di sufismo e scuole teologiche, mistiche, giuridiche. Tra tutte queste varie forme di culto si può notare che la differenza più profonda opponeva chi credeva nella riforma dell'identità islamica, la quale richiedeva l’abbandono delle comunità e delle credenze tradizionali per accettare uno stile di vita derivato dal Corano; e chi riteneva necessario il mantenimento delle credenze e delle pratiche religiose tradizionali definite islamiche in quanto concepivano l’Islam come un’affiliazione religiosa senza il fondamento di una trasformazione radicale del modo di vivere.

Data la compresenza di diverse popolazioni, musulmane e non, sullo stesso territorio, sorsero inevitabilmente problemi relativi alla convivenza di religioni diverse e di ordine sociale. Nel territorio islamico era assicurata e garantita, da parte dello Stato, la presenza di popolazioni non musulmane (MILLET) che potevano costituire comunità autogovernate ed autonome in materia religiosa e di organizzazione sociale, con il solo obbligo di pagare delle imposte e di riconoscere l'autorità del sultano. Per quanto riguarda le comunità musulmane, i loro rapporti con gli Imperi variavano da caso a caso, ma la tendenza fondamentale era quella di un'integrazione degli ulama negli ambienti amministrativi. Se numerose furono le divergenze tra i vari tipi di popolazioni bisogna ricordare che un fattore comune fu l’accettazione del sufismo in varie forme perché considerata principale espressione della fede, del culto e dell'identità sociale.

 

 

DIFFUSIONE

La diffusione della religione islamica ha incontrato molti ostacoli. Si è passati dalla compartizione del mondo islamico, al colonialismo ,alla formazione di movimenti modernizzanti e tradizionalisti, alla comparsa delle confraternite (correnti sotterranee), grazie alle quali la pratica religiosa islamica ha resistito alle imposizioni dei colonizzatori consentendo la sopravvivenza dell’Islam in queste regioni.

L’islam fu diffuso fuori dall’Arabia per opera degli arabi, i quali fondarono, predicando, un’ immenso impero, che all’epoca dei califfi ommayyadi, i quali risiedevano a Damasco, si estendeva dall’Indo all’Atlantico occupando tutta la costa meridionale del mar Mediterraneo. Tale impero ebbe scarso incremento e non tardò a smembrarsi. Il fenomeno si manifestò dapprima in Spagna, quindi in Persia, e ben presto il mondo islamico non fu più, politicamente parlando, che un mosaico di stati e di dinastie indipendenti. Tuttavia mantenne la propria unità morale, religiosa, economica, anzi l’Islam ,come religione, non cessò di espandersi penetrando nell’India nel Turchestan cinese, nell’Insulindia, nell’Africa Nera, nella quale i suoi progressi sono costanti attualmente. In Europa dopo la perdita della Sicilia (XI sec.), della Spagna (XV sec.), oggi l’islam, è presente nei Balcani, nella Russia Meridionale e in qualche altra regione della parte orientale del continente.

Il processo di decolonizzazione ha portato a un risveglio religioso e politico dell’Islam. Le umiliazioni subite nel periodo coloniale e poi in Medio Oriente nelle guerre arabo-israeliane, hanno provocato un rifiuto dei valori della civiltà Occidentale e un ritorno alla tradizione. Il risveglio dell’Islam ha ricevuto un notevole impulso dalla "rivoluzione islamica" avvenuta in Iran (1979), e si è poi estremizzato in diversi paesi, assumendo, quando la situazione socio-poliica si fa critica, toni fondamentalistici (Algeria, Afghanistan, Sudan ecc..).

 

Analizzando alcune aree in cui si è diffuso l’islam è chiaro come, nel corso dell’evoluzione storica, siano avvenuti conflitti interni mossi perlopiù da convinzioni religiose (movimenti talvolta radicali es.: i Talebani). Inoltre questi stati erano caratterizzati, e lo sono anche attualmente, da un forte legame tra religione e politica. Negli stati islamici non arabi si rileva che:

solo il 20% circa dei musulmani sono Arabi (i paesi aderenti alla lega sono: Algeria, Arabia-Saudita, Bahrein, Comore, Egitto, Emirati-Arabi-Uniti, Gibuti, Giordania, Palestina, Iraq, Kuwait, Libia, Libano, Marocco, Mauritania, Oman, Qatar, Siria, Somalia, Sudan,T unisia e Yemen)

il mondo arabo presenta caratteri differenti da zona a zona (Es.una divisione classica è quella tra maghreb -paesi dell’africa nord-occidentale fino alla Libia- e mashreq -i restanti paesi arabi del Vicino Oriente-).

 

 

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