ESPANSIONE E DIFFUSIONE DELL’ISLAM
ESPANSIONE
Nel mondo mediorientale conquistato esisteva una struttura
socio politica diversa che caratterizzava ad esempio l'Impero Bizantino e
l'Impero Sassanide, si trattava della STRUTTURA TRIPARTITA: (imperatore, capi
religiosi, notabili locali) in cui non vi era identità tra potere religioso e
politico ma esisteva la separazione dei poteri. Tale struttura tripartita
influenzò profondamente il califfato che nel corso del tempo assunse un ruolo
puramente politico e sempre meno religioso. Il potere religioso venne affidato
agli ULAMA (lettori del Corano, dottori di diritto e teologia). Al califfato si
affiancò una seconda istituzione musulmana, i SUFI (= amici di Dio) che erano
gruppi di studio informali che facevano capo a dei maestri che avevano
molteplici funzioni quali: facilitare i negoziati, insegnare, formare
coalizioni, guarire... Così i primi due secoli dell'Islam vennero determinati
da una netta scissione tra autorità politica e quella religiosa e tra Stato e
comunità musulmana. A causa della rottura tra la sfera religiosa e quella
politica lo Stato non rappresentò più l'incarnazione dell'Islam, ma un sistema
di rapporti di collaborazione con le elites religiose islamiche. La
collaborazione tra capi religiosi e politici non impedì all’Islam di poter
costituire una base di opposizione allo Stato, infatti spesso, la formazione di
movimenti riformistici aveva come obiettivo la purificazione della società
corrotta per giungere alla riunificazione dell'autorità politica e religiosa,
in modo da creare autentici Stati islamici.
L'espansione dell'Islam venne attuata non solo da
conquistatori guerrieri, che introdussero nel territorio la forma di Stato
tripartito, ma anche da mercanti e missionari sufi. La presenza di abili
mercanti e di raffinati studiosi musulmani, ebbe come conseguenza la conversione
dei sovrani locali che diedero vita a nuove civiltà alle cui basi vi era
l'integrazione di culture diverse. Nei territori conquistati quindi, fiorirono
nuove civiltà, che integrarono la cultura e le istituzioni islamiche
mediorientali con le credenze religiose e le istituzioni politico-sociali
locali.
Gli Stati e gli Imperi islamici più importanti erano:
l'Impero Ottomano, l'Impero Safawide, l'Impero Mughul, l'Impero Shaibanide. I
sultani e i sovrani di questi Imperi si consideravano tutori dell'Islam, e santi
per diritto di nascita in quanto si ritenevano eletti direttamente da Dio. I
sultani patrocinarono inoltre le confraternite sufiche, difesero l'Islam contro
le popolazioni non musulmane e produssero una civiltà laica dando così vita a
nuove forme di culto islamico (religione di corte). La varietà di credenze nel
culto islamico era dovuta alle numerose interpretazioni del Corano per cui
nacquero: culti popolari, culti sincretici, forme di sufismo e scuole
teologiche, mistiche, giuridiche. Tra tutte queste varie forme di culto si può
notare che la differenza più profonda opponeva chi credeva nella riforma
dell'identità islamica, la quale richiedeva l’abbandono delle comunità e
delle credenze tradizionali per accettare uno stile di vita derivato dal Corano;
e chi riteneva necessario il mantenimento delle credenze e delle pratiche
religiose tradizionali definite islamiche in quanto concepivano l’Islam come
un’affiliazione religiosa senza il fondamento di una trasformazione radicale
del modo di vivere.
Data la compresenza di diverse popolazioni, musulmane e non,
sullo stesso territorio, sorsero inevitabilmente problemi relativi alla
convivenza di religioni diverse e di ordine sociale. Nel territorio islamico era
assicurata e garantita, da parte dello Stato, la presenza di popolazioni non
musulmane (MILLET) che potevano costituire comunità autogovernate ed autonome
in materia religiosa e di organizzazione sociale, con il solo obbligo di pagare
delle imposte e di riconoscere l'autorità del sultano. Per quanto riguarda le
comunità musulmane, i loro rapporti con gli Imperi variavano da caso a caso, ma
la tendenza fondamentale era quella di un'integrazione degli ulama negli
ambienti amministrativi. Se numerose furono le divergenze tra i vari tipi di
popolazioni bisogna ricordare che un fattore comune fu l’accettazione del
sufismo in varie forme perché considerata principale espressione della fede,
del culto e dell'identità sociale.
DIFFUSIONE
La diffusione della religione islamica ha incontrato molti
ostacoli. Si è passati dalla compartizione del mondo islamico, al colonialismo
,alla formazione di movimenti modernizzanti e tradizionalisti, alla comparsa
delle confraternite (correnti sotterranee), grazie alle quali la pratica
religiosa islamica ha resistito alle imposizioni dei colonizzatori consentendo
la sopravvivenza dell’Islam in queste regioni.
L’islam fu diffuso fuori dall’Arabia per opera degli
arabi, i quali fondarono, predicando, un’ immenso impero, che all’epoca dei
califfi ommayyadi, i quali risiedevano a Damasco, si estendeva dall’Indo all’Atlantico
occupando tutta la costa meridionale del mar Mediterraneo. Tale impero ebbe
scarso incremento e non tardò a smembrarsi. Il fenomeno si manifestò dapprima
in Spagna, quindi in Persia, e ben presto il mondo islamico non fu più,
politicamente parlando, che un mosaico di stati e di dinastie indipendenti.
Tuttavia mantenne la propria unità morale, religiosa, economica, anzi l’Islam
,come religione, non cessò di espandersi penetrando nell’India nel Turchestan
cinese, nell’Insulindia, nell’Africa Nera, nella quale i suoi progressi sono
costanti attualmente. In Europa dopo la perdita della Sicilia (XI sec.), della
Spagna (XV sec.), oggi l’islam, è presente nei Balcani, nella Russia
Meridionale e in qualche altra regione della parte orientale del continente.
Il processo di decolonizzazione ha portato a un risveglio
religioso e politico dell’Islam. Le umiliazioni subite nel periodo coloniale e
poi in Medio Oriente nelle guerre arabo-israeliane, hanno provocato un rifiuto
dei valori della civiltà Occidentale e un ritorno alla tradizione. Il risveglio
dell’Islam ha ricevuto un notevole impulso dalla "rivoluzione
islamica" avvenuta in Iran (1979), e si è poi estremizzato in diversi
paesi, assumendo, quando la situazione socio-poliica si fa critica, toni
fondamentalistici (Algeria, Afghanistan, Sudan ecc..).
Analizzando alcune aree in cui si è diffuso l’islam è
chiaro come, nel corso dell’evoluzione storica, siano avvenuti conflitti
interni mossi perlopiù da convinzioni religiose (movimenti talvolta radicali
es.: i Talebani). Inoltre questi stati erano caratterizzati, e lo sono anche
attualmente, da un forte legame tra religione e politica. Negli stati islamici
non arabi si rileva che:
solo il 20% circa dei musulmani sono Arabi (i paesi
aderenti alla lega sono: Algeria, Arabia-Saudita, Bahrein, Comore, Egitto,
Emirati-Arabi-Uniti, Gibuti, Giordania, Palestina, Iraq, Kuwait, Libia,
Libano, Marocco, Mauritania, Oman, Qatar, Siria, Somalia, Sudan,T unisia e
Yemen)
il mondo arabo presenta caratteri differenti da zona a zona
(Es.una divisione classica è quella tra maghreb -paesi dell’africa
nord-occidentale fino alla Libia- e mashreq -i restanti paesi arabi del
Vicino Oriente-).