Istituto Superiore Statale "Angela Veronese" Montebelluna (TV)
Metallari

 

Lettere di risposta all’ articolo:

"Il metal va alla guerra, in nome di chi?"

Metal, non facciamo di ogni erba un fascio

Non mi è piaciuto l’articolo sul metal pubblicato sul numero 346 di Musica! Sembra che tutti i metallari siano pro-america, pro-guerra etc…..Perché questa ghettizzazione? Perché fare di tutt’erba un fascio? Mi sembra di tornare indietro negli anni ’70 in cui si diceva che i Black Sabbath erano drogati e satanici. Loro sono ancora lì che suonano a 50 anni e passa e si divertono, altri passati per miti (Nirvana, ad esempio) sono già morti e sepolti e dimenticati da tempo. Sarebbe opportuno un contro-articolo sull’argomento (magari un’intervista a Steve Harris o Michale Kiske, metallari europei puri). Queste prese di posizione sono sciocche, infantili e dimostrano davvero scarsa cultura musicale….

Marcello Carrabba

Bassa retorica e sentimenti di rivalsa

Scrivo per manifestare la mia profonda amarezza derivata dalla lettura dell’articolo di Enrico Sisti dal titolo "il metal va alla guerra, in nome di chi?"…Infarcito di bassa retorica e luoghi comuni, di dichiarazioni che lasciano il tempo che trovano e citazioni decontestualizzate...l’autore fa esclusivamente disinformazione...lo inviterei a studiare di più gli argomenti dei suoi articoli, ad informarsi maggiormente, ad osservare una realtà a lui ignota con meno paraocchi. Dico questo perché, caratterialmente, sono portato a credere nella buona fede delle persone.

Non vorrei che invece avesse scritto quell’articolo con il "dente avvelenato", ispirato da sentimenti di rivalsa, con cattiveria verso persone che, magari indirettamente, gli hanno fatto qualcosa di male. Potrebbe anche darsi che l’autore abbia un figlio adolescente e che ai suoi occhi sia stato "traviato" da questi metallari...Il mio discorso però prescinde dalle motivazioni che sono dietro al suo articolo. Sono amareggiato come fruitore… Mi chiedo se anche altri articoli siano stati scritti con la stessa superficialità, mi chiedo se anche i suoi colleghi abbiano il suo stesso approccio, che, riassumendo è quello di parlare bene di chi vende e male di chi è ai margini del grosso business.

Incensare con voli pindarici il prodotto major e licenziare con superficialità il prodotto di nicchia. Non saprei, ma il dubbio mi è venuto…

Stefano Di Noi

I Manowar non sono guerrafondai

Come pretendete di chiamare "giornale" il vostro che manda in stampa articoli come quello che accusa un gruppo della caratura dei Manowar di essere politicamente schierati ed essere guerrafondai?! Se i Manowar parlano nei loro testi di guerra epica, battaglie e sangue lo fanno con un fine di narrazione, come se si stesse leggendo un libro fantasy (vedi "Lord of the Rings"), non per congetture politiche, e se nei loro testi compaiono frasi come...sulle nostre armi il sangue del nemico…credo che lo si possa interpretare come un monito ad affrontare i problemi della vita con ardore! E come mai il messaggio di fratellanza della popolazione che i Manowar lanciano da 16 anni a questa parte non è stato neanche menzionato? Non si ha più rispetto per gruppi che hanno fondato su testi epici e battaglieri, ripeto, senza alcuna implicazione politica e guerraiola, la loro forza oltre che sulla musica?

Daniel Fleba

Ma gli Iron Maiden scrivono ben altro

A dire la verità sono rimasto un po’ male sul contenuto che mi è sembrato un po’ superficiale e pressapochista. Citate gruppi come Manowar o Wasp che non sono certo la reincarnazione di Einstein per ciò che riguarda il quoziente intellettivo…ma non generalizziamo, l’heavy metal non è affatto un genere guerrafondaio e stupido! Gli Iron Maiden non scrivono testi del genere, i Dream Theater neanche, i Queensryche meno che mai! Mi dispiace davvero, tra l’altro è da tanto che noto un atteggiamento ostile e spesso e volentieri superficiale da parte vostra nei confronti di questo genere, genere che, lo ammetto, sforna ogni tanto gruppi e artisti degni del film "This is Spinal Tap", ma anche gruppi intelligenti come i D.T. o anche, anni addietro Queensryche o Fates Warning. Insomma, non associamo questo genere solo con Odino, mutandoni in pelle, spade e inneggiamenti alla guerra!

Salvador

Il metal è "scomodo" per questo lo attaccate

Seguo ormai da anni il panorama musicale legato all’Heavy Metal, e sono perfettamente a conoscenza delle controversie etiche alle quali si va incontro nel momento in cui si presta orecchio a questo tipo di musica: questo la rende sicuramente "scomoda" e poco commercializzabile per le majors e difatti tutta la schiera di fans italiani rimane relegata ad un ambiente Underground sia per quanto riguarda la distribuzione dei dischi, sia per l’organizzazione dei concerti, costringendoci molte volte a soluzioni rocambolesche per andarci a vedere un concerto in un localetto sperduto chissà dove…..Questa scomodità ha creato in Italia un muro molto alto tra il panorama della musica che vende e che frutta, dato che sono pochissimi i gruppi metal su cui qualcuno ha voglia di investire denaro, e l’ambiente Underground in cui vivono e si muovono tante interessantissime e brillanti proposte musicali. Questa lettera è un invito a dare voce a tutti coloro che apprezzano questo genere musicale ma che non vogliono darvi un colore politico, che sanno che un determinato look teatrale non è un sinonimo di perversione mentale, che leggono i testi delle band sapendo che si tratta di attitudini volutamente "politically uncorrect", per avere un effetto shock sul pubblico o per denunciare le tante orribili verità di questa società….

Jacopo "Prowl3r"

 

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