Istituto Superiore Statale "Angela Veronese" Montebelluna (TV)
Anarchici

 

 

GLI     ANARCHICI

 

 


   STORIA DELL’ANARCHIA

Nel 1914 la Grande Guerra sconvolse tutto. L'antimilitarismo, in un epoca di accesi nazionalismi, isolò gli anarchici ( e li divise anche: molti videro nell'intervento un 'occasione per combattere contro la peggiore delle autocrazie, la Germania guglielmina). Il pensiero anarchico trovò in Italia un terreno fertile, soprattutto per i fermenti rivoluzionari che ancora non erano sopiti dopo il Risorgimento. Ex-garibaldini ed ex-mazziniani costituirono la base su cui il movimento anarchico - anche grazie all'influenza di BAKUNIN, che soggiornò per diversi anni in Italia - costruì le proprie fondamenta.

Alcuni anarchici italiani - alludiamo a MALATESTA, CAFIERO, COSTA - divennero tra i più infaticabili propagandisti dell'anarchia, non solo in Italia ma anche all'estero. Figure come quelle di Malatesta assursero a veri e propri miti internazionali. Il primo anarchico può essere considerato CARLO PISACANE, eroe risorgimentale che nel 1857 partì da Genova sul vapore "Cagliari" per sbarcare in Calabria. Fiducioso in un supporto di presunti insorti del luogo, che mai avvenne, Pisacane incontrava la morte ad opera delle forze borboniche. Uomo di idee oltre che di lotta, Pisacane ci ha lasciato scritti che chiariscono la sua posizione libertaria e anarchica (influenze del Proudhon). La permanenza in Italia di Bakunin, dopo l'evasione dalle prigioni zariste siberiane, fu la pietra angolare su cui si costruì il movimento anarchico italiano. 

Il terrorismo anarchico per mano italiana continuò fuori dei confini: il presidente francese Sadi Carnot venne ucciso nel 1894 dall'anarchico Caserio, nel 1897 in Spagna l'anarchico pugliese Michele Angiolillo sparò al primo ministro Antonio Canovas. La polizia spagnola cercò di fargli pronunciare i nomi di presunti complici, ma Angiolillo disse solo di "non essere un assassino ma un giustiziere" e andò incontro con un coraggio fuori del comune alla tortura della garrota, uno strangolamento graduale degno della Santa Inquisizione (che evidentemente da queste parti non avevano dimenticato). Un anno dopo LUIGI LUCCHENI pugnalò a tradimento a Ginevra ELISABETTA  d'Austria, "Sissi", amatissima moglie di Francesco Giuseppe. Cercando la morte, Luccheni chiese di essere giudicato in un Cantone dove vigesse la pena di morte e non ottenendolo, si impiccò nella cella dove era stato condannato all'ergastolo. 

Nel 1900 Umberto di Savoia venne ucciso a Monza con tre colpi di rivoltella, dopo aver scampato due attentati, da GAETANO BRESCI. Bresci era un giovane toscano, di Prato, e risiedeva a Paterson, negli Stati Uniti, vicino a New York, cittadina tradizionalmente ricca di anarchici. La stampa cercò di dipingerlo come un folle ("Un microcefalo, una testa non sviluppata"), ma egli era invece un uomo brillante, sposato con figli, lavoratore e con una vita sociale equilibrata. Bresci sarebbe morto un anno dopo, in cella, suicida o, molto più probabilmente, assassinato. Il movimento anarchico, frattanto, passava attraverso alterne vicende che comunque non mutarono il fatto che per esso era cominciata la curva discendente. 

La figura di maggior spicco, Malatesta, non tornò permanentemente in Italia fino al 1913. In occasione del 1 maggio 1890 si realizzarono tumulti provocati da repubblicani e anarchici, e le istanze anarchiche sembrarono ottenere il perduto prestigio. Era però un fuoco di paglia: gli anarchici persero sempre più posizioni nei confronti non solo del socialismo parlamentare e in genere riformista, ma anche nei confronti della corrente meno rivoluzionaria dell'anarchismo, e cioè l'anarcosindacalismo. Lo stesso ritorno in Italia di Malatesta era motivato dal tentativo di recuperare il significato originario dell'anarchia rivoluzionaria, e arginare l'influenza dell'ormai "rinnegato" Costa. Dopo la guerra mondiale - che affossò l'anarchismo per tutta l'Europa - sembrò che il sogno rivoluzionario anarchico dovesse risorgere, anche sull'esempio della Rivoluzione russa. Il primo quotidiano anarchico nacque nel 1920 sotto l'egida di Malatesta. 

Un'altra ondata di scioperi travolse il Paese, che rischiò il tracollo (e le continue tensioni sociali furono uno dei motivi che aiutò il fascismo a raggiungere il potere), ma le ennesime delusioni scatenarono nuove imprese terroristiche. Il 23 marzo del 1921 un gruppo anarchico mise bombe in un teatro, in una centrale elettrica e in un albergo. Fu uno degli ultimi atti che permise ai fascisti di scatenarsi contro la sinistra in generale. Nella nuova Italia in camicia nera l'anarchia finì nei sotterranei. La figura di Malatesta, vecchio ottantenne che visse "tollerato" da Mussolini (forse in nome del proprio passato rivoluzionario) fino alla morte nel 1932, è il triste simbolo di come il cuore dell'anarchia avesse cessato di battere nella terra che aveva esaltato Bakunin.

 

Scrivendo dell'anarchia non si può ignorare il caso simbolico di SACCO e VANZETTI. Negli anni Venti la coscienza dell'America fu sconvolta dal caso di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, due italo-americani, rispettivamente un ciabattino e un pescivendolo della periferia di Boston, Massachusetts. I due, incarcerati con l'accusa di aver organizzato una rapina, attesero per sei anni una condanna alla sedia elettrica che arrivò (quasi) puntuale. La rapina, avvenuta nell'aprile 1920 a Boston in una fabbrica di scarpe, aveva causato due morti, il cassiere e la guardia. L'accusa - sostenuta dal durissimo Katzman - invocò, anche se con poche prove a favore, la pena capitale. Nonostante numerose irregolarità - i due erano effettivamente anarchici, ma non si erano mai macchiati di delitti - il processo decretò la condanna di Sacco e Vanzetti. In favore dei due anarchici si mobilitò tutta l'opinione pubblica mondiale, soprattutto europea, ma l'atmosfera che in quegli anni vigeva in America, di estrema diffidenza verso il socialismo e il comunismo vittorioso da poco in Russia, fu più forte di tutto. Nemmeno una tardiva confessione di un uomo già condannato - il quale affermò che la rapina era stata compiuta dalla banda Morelli di Providence - servì a cancellare la sentenza. Il 23 agosto 1927 Sacco e Vanzetti, martiri in Europa, assassini in America, si sedettero sulla sedia elettrica.

Anarchia, una parola grossa, pesante e certo per molti sinonimo di disordine, d’agitazioni e di comportamenti socialmente discutibili.

 

E’ questo quello che pensa la maggior parte delle persone all’udire la parola “ANARCHIA” & “ANARCHICI”. Ma non bisogna generalizzare troppo, dobbiamo fare una netta distinzione tre Anarchici “buoni” e Anarchici “cattivi”.

 

ANARCHICI “CATTIVI”

BLACK BLOC: Black come il colore storico degli anarchici, Bloc (senza “k” finale di blok: isolato,caseggiato) come compatto,blocco.

Insieme di anarchici e di gruppi con affinità anarchiche che si organizzano insieme per una particolare azione di protesta. Le sfumature di un Black Bloc cambiano da azione ad azione, ma il fine principale è di essere compatti contro i momenti di repressione

delle forze dell’ordine e di fornire una critica

anarchica alle ragioni della protesta.

Un Black Bloc non può essere considerato un’organizzazione, perché esso è un gruppo tattico che si aggrega solo per partecipare a manifestazioni e dimostrazioni; è un “gruppo temporaneo”.

Come sono nati i Black Block?

Il nome “Black Bloc” è stato coniato dalla polizia tedesca.

Essi si sono ispirati al movimento degli “Autonomen” tedeschi degli anni ’80. Questo movimento è conosciuto per le proprie battaglie urbane con la polizia, ma anche per la sua proposta di un’alternativa radicale ai movimenti di protesta esistenti.

Ma i segni di qualche forzatura della realtà arrivano quando si inizia a portare delle ragioni dell’uso della violenza: si pensa che i Black Bloc attacchino la polizia perché impedisce loro l’accesso agli edifici e agli esercizi pubblici, ovvero all’espressione della ricchezza,che essi vogliono distruggere.

 

ANARCHICI “BUONI”

Per gli Anarchici “buoni” l’Anarchia non è quella che si legge sui muri o sulle magliette con una “A” cerchiata, non è quella che i musicisti cantano, non è neppure quella a cui si ispirano i cosiddetti “anarchici insurrezionalisti” o il famigerato “Black Bloc”… essi l’anarchia la vivono come uno stato emotivo, come una sensazione corporea, uno stato della mente.

Essi ci tengono a precisare, anzi, a spiegare cosa vuol dire per loro “ANARCHIA” e “ESSERE ANARCHICI” dicendo: “Anarchia, una parola grossa, pesante e certo per molti sinonimo di disordine,d’agitazione e di comportamenti socialmente discutibili; effetto singolare quello provato allorché tale impressione assume le forme concrete di noi giovani, poco più che adolescenti. Siamo stanchi di sentire parlare del tanto decantato disagio giovanile. Noi siamo e vogliamo essere attivi, propositivi e soprattutto uniti per esprimere idee e progetti”.

 

 

Gli Anarchici si distinguono non tanto per il loro modo di vestire, per la musica che ascoltano o per il linguaggio che usano quanto per le loro idee politiche: l’ANARCHIA!

Nonostante queste premesse possiamo fare una loro approssimativa descrizione, la quale spesso corrisponde a quella dei punk.

 

ABBIGLIAMENTO

Hanno un look abbastanza trasandato. Indossano il Chiodo (giubbotto in pelle nera attillato in vita, con delle spille); i Rangers (scarponi con punta di ferro).

 

Due loro particolari accessori sono: le borchie, che appaiono vistosamente su collane, bracciali e cinture; e piercing, che sfoggiano su orecchie, labbra, sopracciglia, capezzoli, ombelico…

Inoltre indossano anelli molto appariscenti raffiguranti teschi, foglie di marijuana…

 

Amano pettinrsi in modo strano, con particolari tagli e colori.

 

MUSICA

La musica nella maggior parte dei gruppi giovanili è molto importante, perché permette di esprimere i propri ideali sia attraverso la ritmicità che attraverso le parole.

Essendo gli anarchici degli anticonformisti, ascoltano musica “ribelle”, Metal, Heavy Metal, Hard Rock, Punk… E i cantanti che rispecchiano i loro ideali sono: Marylin Manson, Sex Pistols…

 

LUOGHI DI INCONTRO

Generalmente gli anarchici si incontrano nelle piazze, nei parchi, in determinati locali, per discutere, confrontare le loro idee, ma anche divertirsi.

LINGUAGGIO

Per quanto riguarda questo argomento non abbiamo trovato niente, ma supponiamo che questo particolare gruppo giovanile abbia un gergo pressocchè comune a tutti i giovani, forse un po’ più forte e aggressivo.  

  A cura di Valentina Durante & Gloria Siscaro  

Cl. 2^D Liceo delle Scienze Sociali

 

 

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