Perché non possiamo fare a meno di vivere in gruppo? […] La scienza di fronte ai meccanismi misteriosi dell’organizzazione sociale

                                                                                                                                                                                    Di CRISTINA SERRA

[…] <<La tendenza a vivere in branco, comune a quasi tutti i primati fra cui l’uomo, è molto più antica della nostra specie>> spiega Danilo Mainardi, professore di ecologia comportamentale all’Università Ca’ Foscari di Venezia <<e deriva da due tipi di esigenze: la difesa dai predatori e la cattura  di grosse prede. Quando i primati hanno abbandonato la vita arborea, hanno iniziato a organizzarsi in branchi di individui imparentati fra loro, uniti da legami affettivi, ma soprattutto  da rituali che davano forza al gruppo>>. […] Col tempo, la nascita dell’agricoltura ha cambiato l’organizzazione sociale. Il branco umano ha perso in parte la sua funzione di protezione. <<A mantenere il senso di identità di gruppo ha contribuito la nascita del linguaggio >> dice ancora Mainardi << che ha permesso lo sviluppo di formule rituali verbali, ma anche la creazione di gerarchie interne, che hanno la funzione di delegare, a chi gode della maggiore credibilità, decisioni importanti >>

Lupi o bambini i capi sono gli alfa

Nella foto […], un gruppo di lupi mentre

                                si nutre di un cervo ucciso).

Le gerarchie esistenti fra i lupi insegnano : o sei un individuo alfa, o devi seguire il capo, adeguandoti alle sue scelte.

[…] Analoga gerarchia esiste anche fra gli uomini, e addirittura fra i bambini, ghiotta preda per le aziende di prodotti per infanzia. Per lanciare sul mercato i nuovi articoli, alcune grosse produttrici di giocattoli cercano sempre più spesso di individuare i bambini alfa, i piccoli leader che all’interno di un gruppo trascinano tutti gli altri, stabilendo le mode e gli schemi di comportamento. Lo hanno fatto la Hasbro, produttrice del pupazzo Furby, la Lego con la serie Bionicle, e la Disney, per promuovere un suo CD-Rom interattivo.

Se il gruppo non ti vuole è mobbing

        Nella foto […], i pesci farfalla,

        Chaetodon lunula dell’ Oceano Pacifico.

        Per sfuggire ai predatori nuotano in gruppo

        all’ indietro: in caso di attacco spiazzano

                                                l’avversario cambiando direzione.

 

Lo praticano non solo gli animali, ma anche gli uomini: il mobbing, cioè l’aggressione del branco ai danni del singolo, serve a isolare e cacciare un indesiderato dal gruppo. Ma se fra gli animali è sufficiente che la vittima manifesti la resa per evitare la violenza fisica, agli uomini la sottomissione non basta. <<Uno degli aspetti più devastanti di questa aggressione da branco>> spiega il dott. Vincenzo Paolillo, psicologo psicoterapeuta di La Sapienza ed esperto di mobbing <<è la modalità con cui viene attuata: usando lo psicoterrore, i mobbers annientano la vittima senza lasciare tracce. Proprio come un delitto perfetto, non ci sono né testimoni né difensori>>.

Il contesto sociale del mobbing è estremamente vario: <<può manifestarsi ovunque si formi un branco: sul lavoro, nello sport, ma anche in famiglia>>. E i danni che può provocare sono davvero enormi: dal senso di emarginazione, alla diminuzione dell’autostima e dell’immagine sociale. Fino ad arrivare al suicidio della vittima designata. Ma qual è il profilo mobber? <<Solitamente si tratta di un individuo in cui si fondono una bassa ego strenght, cioè una  personalità debole, la tendenza a delinquere, e una scarsa attitudine al comando>>.

 

UNITI CONTRO GLI ALTRI

 […] <<Si tratta di inerzia evoluzionistica, in pratica un comportamento non più necessario viene mantenuto>> spiega Rosanna Trentin, docente di psicologia sociale all’Università di Padova. <<Ogni branco, però, possiede due anime: quella dell’identità individuale e quella delle differenze sociali.

Chi si identifica con un branco ricerca la somiglianza con i membri del suo gruppo. Nel confronto sociale, invece, perde la sua individualità, e si uniforma al comportamento comune>>. […]

Spesso lo spirito di branco si forma a causa della competizione per le risorse disponibili. Altre volte serve a incrementare la stima: accadeva per esempio, negli anni Trenta, in America, quando, per dar loro l’illusione di non essere gli ultimi nella scala sociale, si instillavano nei contadini degli Stati del Sud idee razziste contro la gente di colore. <<Non credo che un branco si formi per un motivo solo>> dice Alessandro Casiccia, docente al Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università di Torino. <<Ciò che è importante sono piuttosto i rituali di ingresso e uscita dal gruppo, spesso violenti, che servono come strumento di condivisione di ideali>>. Così i rituali goliardici, il branding a fuoco sulla pelle, o il pearcing.

Nonostante i millenni, forse il branco umano non è molto cambiato. Inseguendo l’identificazione con un ideale o semplici rapporti di connessione, cerca ancora di combattere ciò che intimoriva i primi uomini: l’incertezza del presente e l’ansia del futuro.

                                                                                                                                                            CRISTINA SERRA

 L’articolo è stato tratto da: LA MACCHINA DEL TEMPO n° 10 Verona ottobre 2002 casa ed. R.T.I

Nelle trascrizione dell'articolo (non integrale) sono state omesse alcune immagini.

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