La conquista romana del mediterraneo

 

I romani

Alcune delle prime civiltà del mondo nacquero lungo le rive del mar Mediterraneo, ed esso rappresentò una via commerciale di vitale importanza per migliaia di anni.

Sin dai tempi più remoti esso ha avuto un’influenza unificatrice tra i popoli che vivevano lungo le sue coste, perché le sue isole e penisole erano come ponti che univano le rive opposte.

Fenici, greci, cartaginesi lo attraversarono in lungo e in largo, sfruttando le risorse naturali e minerali del suolo, commerciando e fondando colonie.

Il dominio di questi popoli era limitato a singole parti del Mediterraneo. I romani, al contrario, furono capaci di dominarlo tutto.

 

 

 

ROMA

 

 

Le origini di Roma

700 anni prima di Cristo, Roma era composta solo di un gruppo di capanne costruite su una collina, chiamata in seguito Palatino. Il clima era mite e il suolo fertile. Gli abitanti erano soprattutto contadini che coltivavano grano, alberi di ulivo, viti ed allevavano ovini e bovini intorno al villaggio.

C’erano altri villaggi sui sei colli tutto intorno e, poco a poco, essi si unirono in una sola città, che racchiuse i sette colli nelle sue mura.

Il suo nome era Roma.

 

 

La crescita di Roma

La crescita di Roma non fu dovuta al caso, infatti presso l’isola Tiberina, era facile attraversare il Tevere; inoltre Roma era un punto di passaggio obbligato tra due regioni molto commerciali: l’Etruria e la Campania.

Quando il mar Tirreno era in tempesta, i mercanti trasportavano le loro merci via terra, così passavano da Roma e contribuivano alla sua ricchezza..

La città era ben difesa dagli attacchi dei pirati perché era abbastanza lontana dalla costa, anche se tale distanza non scoraggiava i mercanti.

Alla fine del IV sec. a.C. dopo una serie di guerre durate circa cinquanta anni, i romani estesero il loro dominio sul Lazio e sull’Italia centrale, fino alla costa adriatica.

A quel punto Roma fu in grado di controllare il traffico marittimo sia del Tirreno che dell’ Adriatico, ma soprattutto essa venne in contatto con le città marinare della Magna Grecia.

 

 

La guerra contro Taranto

L’espansione di Roma nel sud Italia portò ad una guerra contro la potente città di Taranto. Questa città controllava il traffico marittimo nell’ Adriatico e rappresentava un ostacolo all’ espansione del commercio romano nel Mediterraneo.

La guerra fu dichiarata nel 282 a. C.

Roma inviò una flotta navale al porto di Taranto, che era una città con tradizioni marinare, ma priva di un esercito terrestre da opporre a Roma.

Così Taranto chiamò in aiuto Pirro, re dell’ Epiro (attuale Albania).

Pirro sbarcò in Italia con un potente esercito mercenario e venti elefanti, cavalcati da gruppi di arcieri. La vista di quegli enormi animali, mai visti prima, mise in fuga i romani in due occasioni. Alla fine, durante la terza battaglia a Beneventum, nel 274 a.C., i romani

terrorizzarono gli elefanti con torce ardenti e vinsero.

 

 

 

Rome e Cartagine

 

La più potente città fenicia del Mediterraneo occidentale era Cartagine. Grazie alla sua eccezionale posizione geografica, sul promontorio che si protende nel golfo di Tunisi, era definita "una città all’ancora". I Cartaginesi avevano costruito un porto circolare, in cui numerose navi potevano ripararsi al coperto. I punici occupavano un suolo molto fertile, coltivato da schiavi e da piccoli agricoltori. Avevano sviluppato una rete commerciale molto estesa, basata sull’ esportazione di prodotti agricoli (come frumento, fichi, olio di oliva, noci) e sull’ esportazione di articoli di lusso (come la preziosa ceramica greca). Cartagine basava il proprio potere sul controllo dei traffici marittimi. La sua vocazione mercantile è ben documentata dai suoi due porti: un porto commerciale ed uno militare. La sua marina era la migliore del tempo; i mercanti punici erano capaci di raggiungere luoghi assai distanti come la Cornovaglia, dove si rifornivano di alluminio, o come le coste atlantiche africane, in cui trovavano oro e avorio. Ogni nave che navigava verso i porti mediterranei occidentali era obbligata a passare sotto il controllo cartaginese del carico e a pagare dazi doganali prima di ottenere il permesso di raggiungere la sua destinazione. Le navi che tentavano di eludere venivano affondate e l’ equipaggio catturato. I cartaginesi avevano centri commerciali in Spagna, in Sardegna e in Sicilia. Non avevano mai avuto seri contrasti con i romani, infatti nel 509 a.C. Roma e Cartagine avevano firmato un trattato che stabiliva le reciproche sfere di influenza. Roma poteva espandersi in Italia, Cartagine in Sicilia, entrambe ai danni della Grecia. La situazione mutò bruscamente dopo la vittoria romana su Pirro, quando i romani giunsero allo stretto di Messina, decisero di attraversarlo e sbarcarono in Sicilia nel 264 a.C. Fu un vero atto di guerra che diede inizio alle guerre puniche, un tremendo conflitto che si protrasse per più di un secolo.

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La prima guerra Punica

 

 

 

Nel III secolo a.C. Cartagine aveva la flotta più potente del Mediterraneo occidentale. All’ inizio della guerra, i romani possedevano solo navi mercantili: comunque la loro capacità organizzativa consentì loro di costruire un gran numero di navi da guerra in soli quattro anni. La prima guerra punica durò dal 264 al 241 a.C. e fu decisa interamente sul mare. I romani, abituati a combattere sulla terra ferma, compresero immediatamente di essere svantaggiati sul mare. Allora allestirono una flotta di 120 navi, costruite sul modello di una nave cartaginese catturata. Aggiunsero il rostro, che era usato per sfondare la fiancata della nave nemica, e il corvo, sorta di ponte mobile che consentiva ai soldati imbarcati di passare sulla nave nemica e di combattere come a terra. La prima vittoria romana avvenne a Mylae (Milazzo) nel 260 a.C., dove il console Caio Duilio affondò un terzo delle navi nemiche; 3000 cartaginesi morirono e 7000 vennero catturati e fatti schiavi. La seconda vittoria avvenne a Capo Ecnomo in Sicilia nel 256 a.C. e fu la più grande battaglia navale mai combattuta a quei tempi, con 150.000 uomini e 480 navi. I romani, condotti dai consoli Lucio Manlio Vulsone e Attilio Regolo, vinsero. Regolo sbarcò in Africa e si diresse verso Cartagine, ma una serie di errori trasformò la vittoria in una sconfitta. Regolo fu catturato e messo a morte, mentre una flotta romana, inviata in suo aiuto, fu distrutta da una serie di tempeste. Allora Roma, con un enorme sforzo, allestì una grande flotta, che sbaragliò i cartaginesi alle isole Egadi. Durante la guerra, ci fu anche la battaglia di Palermo nel 254 a.C., conquistata da terra e dal mare. In seguito Roma consentì alla città di svilupparsi con ampia autonomia. Roma aveva vinto: la Sicilia passò sotto il suo dominio. Sin dall’ inizio la Sicilia era stata l’obiettivo reale della guerra. Roma voleva le sue città ricche di tesori, i suoi porti ben attrezzati, ma soprattutto il suo grano. Nessun’ altra regione italiana possedeva pianure altrettanto fertili o spighe più grandi. La Sicilia divenne il granaio di Roma. La rivalità tra Cartagine e Roma, per il predominio sul Mediterraneo, continuò per altre due lunghe e sanguinose guerre, principalmente combattute sulla terra ferma, alla fine delle quali Cartagine fu distrutta e Roma rimase l’indiscussa potenza del Mediterraneo, diventato "Mare Nostrum"

 

Marina Mercantile e Commercio

 

In epoca imperiale Roma aveva un milione di abitanti: le fattorie della zona non producevano cibo sufficiente per tutti, ed era perciò necessario farlo arrivare da più lontano. Dal tempo di Giulio Cesare divenne abituale importare merci dall’estero. Il porto di scarico più importante era quello di Ostia:  

da qui le merci proseguivano fino a Roma su chiatte che risalivano il fiume Tevere. A Ostia arrivavano ogni giorno navi mercantili da ogni parte dell’impero. Le navi mercantili si spingevano fino all’ India, impiegando per il viaggio anche un anno.

                                                                                                                             © S.Lannino 2001

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