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origini.gif (2451 byte)Fenici erano una popolazione della fascia costiera in gran parte corrispondente all’attuale Libano. Il nome è collegato al termine greco “Phoniks” che significa “rosso porpora”. Le principali città fenice furono: Biblo, Sidone e Tiro. Esse erano autonome città-stato con a capo un re.

 

attivita.gif (2258 byte)L’attività principale praticata dai Fenici era il commercio marittimo; il loro territorio, infatti, non consentiva di sviluppare un’agricoltura irrigua. I Fenici percorsero in mare enormi distanze tracciando per primi le rotte verso il mediterraneo occidentale, oltre le colonne d’Ercole e verso le coste atlantiche dell’Africa e dell’Europa. Si spinsero fino in Gran Bretagna per il commercio dello stagno.Essi praticavano due differenti sistemi di navigazione: il primo di piccolo cabotaggio che si svolgeva lungo la fascia costiera fra i centri abitati vicini; il secondo, di lungo corso, che affrontava ampi tratti di mare aperto

 

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Fenici si espansero in quasi tutto il Mediterraneo. Da Tiro partirono verso Creta e Cartagine, poi vennero in Sicilia e Sardegna. Da qui andarono in Spagna per il commercio del grano, uscendo poi verso l’Atlantico

 

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Ai Fenici gli storici attribuiscono l’invenzione dell’alfabeto costituito da ventidue segni. I Fenici scrivevano da destra verso sinistra. Gli archeologi pensavano che i Fenici avessero degli archivi dove conservare gli scritti. Dopo la conquista di Cartagine furono costruite delle biblioteche, ma ormai non ne è rimasto più niente. Quindi le informazioni che possediamo sono indirette e si basano sulle indicazioni dei testi letterali latini e greci.

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Essi praticavano il culto dei morti, infatti, credevano in una vita ultraterrena; quando qualcuno dei loro cari moriva, veniva deposto nella tomba con gli oggetti personali (amuleti, gioielli, armi e a volte vasi colmi di offerte alimentari che dovevano servire per la vita ultraterrena del defunto).

 

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Nella nostra città sono stati trovati molti reperti fenici. Il nome “Panormus” significa “tutto porto”. I Fenici anche prima del VIII secolo a. C. occupavano i promontori e le isolette vicino la costa siciliana e commerciavano con gli abitanti del luogo. All’arrivo dei coloni greci che affluivano numerosi per occupare e coltivare le terre siciliane, i punici si ritirarono nella parte occidentale costituendo i nuclei di tre città: Mozia, Soluto e Palermo. L’attuale aspetto di Palermo è il risultato del riempimento di una grande e frastagliata insenatura dalla quale sboccavano due corsi d’acqua: il torrente Kemonia e il canale del Papireto. Del periodo fenicio-punico sono ancora visibili i resti della cinta muraria che proteggeva l’antico centro urbano. Dall’esame di un tratto della cinta muraria, risulta che era costruita con una doppi cortina di pietre squadrate, con un riempimento interno di pietre sciolte che raggiungevano la larghezza di cinque metri. Tra i reperti risalenti alla fase fenicia o punica della nostra città, particolare importanza è attribuita alla Necropoli. Questa occupava una vasta area compresa tra le attuali piazza Indipendenza, corso Calatafimi, corso Pietro Pisani, via Cappuccini e via Danisinni.                                                                            © S.Lannino 2001

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