Il Creatore del Judo

JIGORO KANO

12° DAN (shi han)

1860-1938

LA LEGGENDA DEL SALICE:

Si narra che moltissimi anni fà, ancor prima della nascita del Judo, nell'antico Giappone, un Medico di nome SHIROBEY AKIYAMA, appassionato dei metodi di lotta, tra i quali il Ju Jitsu (da cui deriva il judo), non riuscisse a comprendere fino in fondo il principio di questa arte; decise allora, di andare sul monte Fuji nel tempio Tanjin a meditare per comprendere. Fù durante una bufera di neve che il medico, osservando gli alberi capì: i rami degli alberi più grossi e possenti, sotto il peso della neve si spezzavano mentre i rami dell'albero del salice, quando si riempivano di neve da non sopportare più il peso, si piegavano lasciandola cadere per poi tornare nella sua posizione originale, ecco che al Dottor Akijama fù così chiaro il principio della CEDEVOLEZZA in Giapponese JU

IL FONDATORE: JIGORO KANO

Jigoro Kano nacque nel 1860 a Mikage, vicino Kobe. Nel 1871 si trasferì a Tokyo. Studiò i primi rudimenti dei Ju-jutsu sotto la guida dei Maestro Teinosuke Yagi. In seguito studiò le tecniche di proiezione della Scuola Kito Ryu con il Maestro Tsunetoshi Ikubo, e quelle di controllo della Scuola Tenjin shin'yo Ryu con i maestri Hachinosuke Fukuda e Masamoto Iso (Iso Matauemon). Nel 1882 creò un proprio metodo, in cui classificò le tecniche di lancio di Kito Ryu e quelle di controllo di Tenjin shin' yo ryu. Chiamò la sua scuola Judo Kodokan.

 
Fondò il Kodokan nel Tempio Buddista di Eishoji con un Dojo costituito da dodici tatami. Nel primo anno gli allievi furono nove in tutto. La formula tecnica del Judo Kodokan fu completata intorno al 1887, mentre i suoi principi filosofici raggiunsero i massimi livelli attorno al 1922. Fu fondata in quell'anno la Società culturale del Kodokan e fu proposto un movimento sociale che aveva per motto: Seiryoku Zen'yo (" La massima efficacia") e Jita Kyoei ("Prosperità e mutuo benessere"). Jigoro Kano morì nel 1938 a bordo dei battello che lo stava riportando in Giappone mentre ritornava dal Cairo. Il Judo fu ammesso per la prima volta alle Olimpiadi di Tokyo nel 1964, coronando così il sogno dei suo fondatore.Le scuole diJu-Jutsu perdono gran parte della loro importanza sociale ed iniziano un periodo di rapida decadenza soprattutto morale. Buona parte dei pochi frequentatori delle scuole era infatti costituita da giovani un po' sbandati e rissosi, incapaci d'inserirsi nel processo di rinnovamento del paese e occupava il posto dei rispettoso cittadino giapponese fino allora frequentatore della scuola. In quest'ambiente cresce Jigoro Kano che fino a 18 anni era oggetto della prepotenza dei suoi compagni di studio, fisicamente più dotati di lui. Probabilmente per cercare di mettere fine a questo stato di cose e per quella naturale intuizione che guida lo spirito, Jigoro Kano cominciò a studiare il Ju-Jutsu. Mentre da una parte guadagnava la fiducia e l'ammirazione dei suoi insegnanti per la nobiltà dei suo spirito e la vivacità della sua intelligenza, dall'altra l'esaminò criticamente, soprattutto nella ragione della sua decadenza. Con intelligenza lungimirante considerò che la tecnica del Ju Jutsu fosse una cultura preziosa da non disperdere: un patrimonio nazionale, ma occorreva modificarla! Ancora giovane fondò la sua scuola che chiamò Judo Kodokan; in essa aveva sistematizzato i metodi di lancio di Kito Ryu e i controlli di Tenjin Shin'yo Ryu da lui studiati, in ordine di tempo, presso i maestri Hachinosuke Fukuda, Masamoto Iso, Tsunetoshi lkubo. Il suo metodo prevedeva come esercizi pratici essenziali il Randori e il Kata. Come in altre scuole d'origine orientale, il Judo di Kano s'avvale di una pratica di creatività, in cui le situazioni possono nascere liberamente, e di una pratica della forma in cui esse sono standardizzate e fissate nel dettaglio. Jigoro Kano così dice in una conferenza: "Il Judo é un mezzo per usare l'energia fisica e mentale nel modo più efficiente. L'allenamento comporta il miglioramento di sé stessi, fisico e spirituale, attraverso la pratica delle tecniche d'attacco e di difesa e la comprensione dell'essenza della Via. Questo é il fine ultimo del Judo: perfezionare sé stessi ed essere utili al mondo intorno a noi ". Da Jutsu a Do: percorrere questa Via porta ad un'evoluzione personale. Il Do è stato preferito da Jigoro Kano, al Jutsu (arte) perché descriveva bene il cambiamento di scopo da raggiungere che il Judo proponeva nei confronti del Ju-Jutsu. Il Judo di Kano raccoglie un ingente patrimonio d'esperienza e di pensiero ed anche un aspetto sportivo. La pratica dello sport Judo è stata invogliata da Jigoro Kano che riteneva fosse il migliore modo per diffondere gli ideali e gli scopi deli Kodokan. Una parte dei suoi sforzi fu destinata a far accettare il Judo come sport olimpico. Quest'azione di Kano ha dato un risultato positivo dopo l'interruzione dei Giochi Olimpici, dovuta alla seconda guerra mondiale e, anche se per alcuni le competizioni sportive possono essere considerate un fine, non lo sono per il Judo di Kano che, come abbiamo detto, le considerava un mezzo. In effetti il Do voluto da Kano e in seguito adottato dal Kendo, dal Kyudo, dall'Aikido, ecc. apriva un capitolo nuovo in quella serie d'esperienze che vanno sotto il nome generico di Discipline di Combattimento Orientali (il termine "Arti Marziali" è un cattivo vocabolo occidentale). Per approfondire la comprensione di questa nuova idea, occorre osservare lo spirito con cui si praticava il Ju-Jutsu e per fare ciò ci rifaremo al modello di vita dei guerrieri giapponesi, confrontandolo con lo spirito che deve animare la pratica del Judo. Nel Judo, pur praticando un'efficace tecnica d'attacco e di difesa, lo scopo che l'allievo deve raggiungere non è quello di una disciplina di combattimento per necessità d'ordine pratico, anche se questo combattimento avviene indirettamente, ma è per un miglioramento della condizione dei suo essere. Il Judo non propone una condizione socioeconomica privilegiata a chi vi si dedica, anzi indirizza il praticante a mettere a disposizione del gruppo, della società e dell'intera umanità le conoscenze e le realizzazioni raggiunte attraverso il metodo del Judo. Per cui fare Judo e non essere utili al mondo intorno a noi, non è lo scopo dei Judo. Il Do apre le porte delle Discipline di Combattimento anche a chi non ha le caratteristiche psicologiche del guerriero: questi può grazie al Do, praticare gli attacchi e le difese traendone un beneficio in più direzioni. Leggendo gli estratti delle conferenze di Jigoro Kano pubblicati dal Kodokan di Tokyo, risulta evidente che la disciplina di combattimento chiamata Judo è stata ideata semplicemente per formare un uomo migliore. Quest'uomo dovrà ottenere un fisico migliore, dovrà diventare efficace nel combat