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Pasquale Turriciano

     
   

Dall'archivio Enzo NavarraPasquale Turriciano, nacque a Castellammare del Golfo nella Via Capraro oggi Via Madonna di Fatima il 20 settembre 1841 da Vincenzo e da Anna Mancuso.

Renitente alla leva si rese latitante sin dai giorni della rivolta del gennaio 1862, organizzando con altri renitenti e disertori l'omonima banda che operò nella zona di Castellammare sino alla fine del 1869.

La generosità, il coraggio, l'agilità e lo sprezzo del pericolo suscitarono a lungo sentimenti di complicità, protezione ed ammirato compiacimento.

La vita da Brigante di Pasquale Turriciano a detta dei contemporanei non fù macchiata da alcun sequestro di persona, (crimine assai comune all'epoca), tranne quello di un tale Bonura di cui il Turriciano non fu organizzatore, quanto condiscendente.
Le estorsioni di cui fu accusato riguardavano in genere armi, viveri e capi di vestiario.

Molti sono gli aneddoti che su di lui sono stati tramandati e che ne rivelano un certo senso della giustizia.
Ospitato da un tale Gervasi nei pressi del Castello di Baida ,la forza pubblica circondava la casa, il Turriciano e la sua banda riescono comunque a darsi alla fuga tranne uno, tale Nino Chiofalo, il quale catturato dai militi, pur non avendo opposto resistenza, viene fucilato dai carabinieri.
In seguito in un conflitto in contrada Fraginesi con circa 200 tra soldati e carabinieri gli undici della banda non solo li mettono in fuga ma catturano sette soldati ed un carabiniere. Dopo un processo sommario, fatti assumere ai soldati le funzioni del plotone di esecuzione da l'ordine di fucilare il carabiniere e quindi li libera con il seguente messagio "...Turriciano all'assasinio di un cittadino inerme risponde con la fucilazione di uno birro."

Di corporatura piccola e snella i contemporanei lo descrivono vestito d'inverno con uno scapolare di panno color marrone o bleu, e sulla testa una scazzetta, d'estate vestiva invece calzoni di tela bianca, camicia bianca e cappello di palma selvatica.

Fu ucciso in via Ferrantelli nella notte del 1° marzo 1870 a seguito di una delazione di tale Nino Buffa (il quale aveva messo le forze nell'ordine nella condizione di conoscere il rifugio sotterraneo all'abitazione di Maria Mistretta) non senza aver prima opposto strenua resistenza uccidendo uno dei militi e ferendone un'altro.

Quasi tutti i componenti della banda erano stati arrestati nell'autunno del 1869,
dei quaranta briganti che in diversi periodi ne fecero parte , sette oltre a Pasquale Turriciano, furono uccisi in conflitto a fuoco.


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