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La Grotta di Santa Margherita

     
   

L'ingresso della grotta di Santa Margherita - Foto Camillo GalanteMolte sono nel territorio di Castellammare del Golfo le grotte, gli anfratti, gli abissi. La natura particolare delle formazioni rocciose ha generato nel corso dei millenni singolari cavità naturali, tra i quali sono da ricordare, per le loro singolarità di natura costitutiva oltrechè geometriche, nel senso dello sviluppo verticale ed orizzontale, "l'Abisso dei Cocci" e la "Grotta dell'Eremita" (o del Cavallo) nel massiccio dell'inici. Tali grotte vanno collocate per dimensioni tra le maggiori di tutta la Sicilia, costituite da una serie di gallerie orizzontali disposte su più livelli, collegate tra loro da una serie di pozzi e scivoli.

Gli affreschi - Foto Camillo GalanteAltre cavità sono oggetto di osservazione e di studio per l' importanza che rivestono nella ricostruzione delle prime presenze umane nella zona e del passagio dal sistema venatorio di sussistenza alla scoperta dell'agricoltura, tra queste la "Grotta dell'Uzzo", e la "Grotta dell'Eremita" nella quale sono state rinvenute reperti ceramici attribuibili tra il neolitico e l'eneolitico iniziale, e "l'Abisso dei Cocci", così chiamato per la notevole presenza di reperti archeologici ritrovati sul pavimento di alcune sue gallerie risalenti ai secoli XI-XV .

Più di recente agli onori della cronaca è assurta (servizio su "Sette" settimanale del Corriere della Sera del 13 aprile 2000) la cosidetta "Grotta di Santa Margherita", seppure la sua esistenza e le sue particolarità erano da tempo note agli studiosi ed ai pescatori della cittadina marinara, quantomeno per la vicinanza con il luogo di posa dell'antica tonnara di Castellammare.

Gli affreschi - Foto Camillo GalanteL'ingresso è rivolto ad Est, ed è ubicata nel tratto di costa compreso tra il porto e la suggestiva "Porta" . Non molto profonda è' inaccessibile da terra pur se non è da escludere che in anni non lontani lo sia stata, è oggi raggiungibile, e con difficoltà, esclusivamente dal mare. Alle pareti immagini sacre affrescate si sovrappongono ad una chiara rappresentazione di uno squalo. Gli Affreschi - Foto Camillo GalanteI soggetti dipinti sono diversi, ma tre sono le immagini principali e sono riconoscibili fasi e stili differenti riferibili al 1300-1400. Le figure meglio caratterizzate, realizzate su un sottofondo di intonaco bianco, sono proprio lo squalo, la sovrapposta Madonna con bambino, e l'immagine di Santa Margherita.

Tali immagini non hanno affatto la caratteristica dell'arte popolare, in particolar modo la Madonna con bambino, ma fanno ritenere l'autore, o gli autori dei veri artisti alquanto abili.

Diverse le ipotesi avanzate su questo singolare complesso pittorico. Gli Affreschi - Foto Camillo GalanteSi va da un qualche legame con la vicina antica tonnara, e quindi ad una funzione apotropaica di difesa dai pescecani, dei pescatori impegnati nella pesca del tonno, a forme di ringraziamento per lo scampato pericolo, a seguito di un qualche naufragio, di naviganti di origine ligure o quantomeno devoti di Santa Margherita, stante nei secoli passati un fiorente commercio, in particolar modo di grano, dalla cittadina del golfo con quelle località.

Atti di vandalismo hanno purtroppo deturpato parte dei dipinti, seppure in maniera limitata e recuperabile. Gli Affreschi - Foto Camillo GalanteE' da auspicare che da parte di tutte le autorità competenti (Comune, Soprintendenza e Regione in primo luogo) si pongano in essere al più presto misure idonee alla salvaguardia ed alla protezione, al fine di evitare di dovere annoverare tra qualche anno, come già avvenuto per altri importanti testimonianze del passato, anche gli affreschi della grotta di Santa Margherita tra i tesori scomparsi.



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