WHISKY DI MALTO SCOZZESE

Tradizionalmente si suddividono in:
Highlands, malti delle Highlands;
Lowlands, malti delle Lowlands;
Campbeltowns, malti di Campbeltown, e
Islays, malti di Islay.

Tra i malti delle Highlands i più famosi sono i cosiddetti Speyside Malts. Per molti “fans”, Speyside è sinonimo di whisky e in effetti sono oramai due secoli che da quella zona 

 

 

 

 

 
provengono i malti classici e rinomati. Le città simbolo, Elgin, Keith, Dufftown, Grantown, sono tutte tra la  valle dello Spey e dei tre  affluenti  principali: Avon, Livet e Fiddich e così distillerie rinomate come Macallan, Cardhu, Linkwood, Glenfiddich,  Mortlach e Glenlivet. Insomma, la valle  dello Spey è “la madre di tutti i whisky”.  I malti delle Highlands variano molto tra di loro, ma in generale si può dire che  sono più acuti e a volte più leggeri degli Islay  e dei Campbeltown. Sono i malti più “facili” e immediati, ottimi per iniziare un pasto o rallegrare una serata fra amici. Dal pieno, raffinato Glenlivet al leggero ma torboso Tomatin, dal serenamente ricco Glen Mohr al fragrante e delicato Glenmorangie, dall’amabile e gustoso Clynelish al secco e pur tuttavia vigoroso Glenfiddich, è tutta una vasta gamma di Highland Malts. E ciò nonostante essi sono tutti diversi dal tipico Islay, le cui caratteristiche fondamentali sono la pesantezza e la torbosità, due fattori che lo rendono prezioso per la miscelatura. L’isola di Islay, con le sue otto  distillerie, si trova nell’arcipelago delle Ebridi ed è la più  fertile delle isole. Il terreno è costituito 
quasi interamente da torba, cosa questa che dà ai suoi otto malti  un sapore inconfondibile di fumo e di alghe, il cosiddetto sentore di Islay, appunto. Vediamoli quindi questi otto malti: sono uno meglio dell’altro e ognuno diverso da tutti ma in questa sede possiamo raggrupparli in due     “famiglie”. Abbiamo quella di Bowmore, Caol Ila, Bruichladdich, Port  Ellen (ora chiusa) e Bunnahabhain (pron.Bunnahaven), freschi, fioriti, con  leggero sentore di torba e quella dei Lagavulin, ArdbegLaphroaig, robusti, potenti, molto torbati e con tracce di alga marina e salsedine a causa del fatto che la marea dell’Atlantico arriva a lambire a volte i  magazzini d’invecchiamento. Nel Mull of Kintyre, una penisola che si protende a sud ovest, è situata Campbeltown, un tempo una città assai famosa per le sue numerose distillerie. Ora ne restano solo due. In passato i Campbeltown avevano qualcosa della forza e della corposità degli Islay, e in effetti vengono tradizionalmente considerati tra i whisky più virili. Ma dei due attualmente distillati a Campbeltown, solo uno, il Glen Scotia, si è conservato come la tradizione lo vuole, perché l’altro, lo Springbank, ha una corposità molto più debole, anche se un aroma piacevolissimo . C’è una sola distilleria nell’isola di Skye, Talisker. Sita nel remoto villaggio di Carbost, si affaccia su un fiordo della costa ovest dell’isola e a ciò il suo malto deve il particolare aroma marino. L’unica nota dolente dell’accogliente visitors center è la mancanza dell’atteso dram di assaggio al termine della visita. La distilleria produce un whisky (detto the golden spirit) assolutamente imprescindibile per chiunque abbia la pretesa di conoscere lo scotch. Talisker è un malto complesso, pungente e avvolgente, torbato e oleoso, che spiazza molti principianti, da bersi con meditazione e la giusta disposizione di spirito. Il whisky di puro malto viene distillato anche nelle Lowlands, e la cosa risale al secolo XVIII. Come dice il nome, le Lowlands o terre basse hanno poco a che vedere con rocce, cascate, montagne e brughiere torbose. Siccome la forma, o meglio l’immagine, del whisky è quella che gli viene dalla terra e dal carattere degli uomini che vi abitano, ecco che avremo whisky con la morbida dolcezza del malto e del fruttato del lievito. I tipici malti delle Lowlands sono cinque: l’ Auchentoshan (pron. Och’n’tosh’n) l’unico (a parte il Bushmills) a tripla distillazione, dall’aroma fresco e leggermente dolce, dal buon finale; il Rosebank delicato e fruttato con secchi sentori di sherry; il Littlemill morbido, maltato e gustoso; il delicato Bladnoch dal sentore di limone nel dolce finale e ovviamente il Glenkinchie, il più secco e affumicato, di corpo più sostanzioso. In confronto alle novantasei distillerie di malto delle Highlands, le Lowlands ne hanno attualmente solo dieci, e i loro distillati sono, come abbiamo visto, chiaramente più leggeri dei malti delle Highlands e dell’Islay. Ognuna delle 116 distillerie esistenti in Scozia produce un whisky di malto che ne è il proprio prodotto tipico ed esclusivo . Ogni singolo malto ha una sua propria tipicità che riflette la particolare combinazione di fattori geografici, fisici ed umani costituenti il complesso che si chiama distilleria. Di regola non è che le distillerie siano edifici particolarmente belli, anche se alcune sono situate in posizioni splendide e in altre si ha un po' di cura dell’aspetto esterno, come ad esempio in quella di Laphroaig, col suo intonaco di un bianco splendente e le sue cassette di fiori alla finestre, indice di una mano femminile: non per niente è l’unica distilleria diretta da una donna. Gli scozzesi, che amano la loro terra quant’altri mai, sono riusciti a rendere la loro “industria” un patrimonio turistico e culturale non indifferente. Ben 46 delle 116 distillerie esistenti dispongono di un Visitors Center, che permette di visitare l’impianto e nella maggior parte dei casi di assaggiare il prodotto finito. Chi scrive, tra le tante visitate, ritiene meritevoli di una particolare menzione Glenlivet, Edradour, Oban e Glen Ord oltre le già citate Talisker e Clynelish. La Glenlivet è la Distilleria per antonomasia. Sita nella zona più remota della valle del Livet, dà a chi vi giunge una impressione di bellezza e di serenità, qualità che come in ogni grande malto che si rispetti si trasfondono interamente dal paesaggio al whisky. Giungendo da sud, all’improvviso la boscaglia si dirada e quello che fino ad allora era stato un torrente di montagna placa la sua furia e si adagia nella valle. Avvolta nelle brume perenni c’è la distilleria n°1 al mondo e, se siete molto fortunati, invece della pioggia potreste godervi lo spettacolo di un raggio di sole che fa risplendere l’inconfondibile tetto a pagoda. Più a sud, nella regione di Perth, si incontra la più curiosa distilleria di Scozia, Edradour [pron. Idradauer]. E’ in una zona meno selvaggia di Glenlivet, frequentata dai golfisti di tutto il mondo. L’edificio è minuscolo e le attrezzature, tutte piccole e ottocentesche, permettono una produzione annua veramente limitata. Il malto è ottimo, di gran classe, ed è usato nel blend del Clan Campbell e del più ricercato House of Lords. Proprio a causa delle dimensioni degli impianti la distilleria è una delle pochissime che è in funzione anche nei mesi estivi, a differenza delle altre che sospendono l’attività da maggio a ottobre per manutenzione. Edradour è insomma una delle distillerie più domestiche ed artigianali di Scozia, immersa in uno scenario assolutamente bucolico. Oban, cittadina sulla costa ovest delle Highlands, è sede di una distilleria anch’essa meritevole di una visita. In primo luogo perchè ha un’organizzazione e un’efficienza nell’accogliere e far sentire a proprio agio i visitatori veramente di primissimo ordine, secondariamente perchè è curiosamente posta proprio al centro di Oban, infine, particolare che non bisogna mai trascurare, perchè produce un malto di altissimo rango, riconosciuto tale anche dalle United Distillers che lo ha posto nell’Olimpo della sua Classic Malt Range. Quindi se volete mangiare dell’ottimo pesce innafiato da ottima birra e capire veramente come funziona una distilleria, gettando al contempo un occhio alle bellezze locali, Oban non mancherà di soddisfarvi. Nelle vicinanze della capitale delle Higlands, Inverness, troviamo Glen Ord nota fino a qualche anno fa anche con il nome della località Muir of Ord. Anch’essa di remota ubicazione e di concezione relativamente moderna, offre una squisita accoglienza ai propri visitatori pur senza lo sfarzo delle più famose Glen Fiddich o Glen Livet. Il malto che vi si produce è di difficile reperibilità come single poichè la gran parte della produzione è destinata ai blended della casa madre Dewar’s. Tornando al protagonista principale della nostra narrazione, il termine single malt indica il prodotto imbottigliato di un’unica distilleria di malto destinato alla vendita nella sua forma originale, senza manipolazioni o miscelazioni, dopo il necessario invecchiamento. Anche se esistono 116 distillerie, sfortunatamente non esistono 116 single malt, in quanto molte distillerie preferiscono destinare tutta la loro produzione al blending. Si consideri che il totale delle vendite di whisky di malto imbottigliato rappresenta circa l’ 1% dell’intero mercato mondiale di scotch. Attualmente le tre marche di whisky di malto maggiormente vendute a livello mondiale sono Glenfiddich, The Glenlivet, e Glen Grant, in quest’ordine. Ma l’aumento delle vendite in conseguenza della crescente popolarità comporta dei problemi, non ultimo quello di soddisfare la richiesta di whisky di particolare invecchiamento. Così Glenfiddich ha iniziato come un 10 anni per diventare un 8 anni. Ciò tuttavia non ha fatto perdere l’affetto dei consumatori: ma questo potrebbe essere un rischio se un malto pregiato dovesse diventare reperibile in un periodo troppo breve. Esemplare in questo senso il caso del Glen Grant, di 8 e 12 anni sul mercato domestico e purtroppo di soli 5 anni in Italia, dove esporta il 40% dell’intera produzione. Il whisky di malto invecchiato può avere tre possibili destinazioni: essere bevuto come single malt, essere mescolato con altri malti a cui sono aggiunte quantità variabili di whisky di cereali (blended, il destino della maggioranza) oppure essere miscelato con altri malti per poi essere imbottigliato come vatted malt. Certi vatted sono davvero ottimi, ad esempio Duncraggan, GlenDrummond, Glenleven, Mar Lodge, Pride of Strathspey, Royal Culross, Strathconon.