PREISTORIA


Be thou a spirit of health or goblin damn’d..
thou com’st in such a questionable shape
that I will speak to thee
Amleto, atto I, scena 4°
 
Quando e come gli abitanti delle Highlands riuscirono a produrre per
 la prima volta il whisky non lo sappiamo. Neil Gunn, un romanziere
scozzese che è anche un gran conoscitore di whisky, immagina in un 
suo bel racconto che un membro di un primitivo clan sia giunto in modo 
del tutto accidentale a distillare il vapore che si levava davanti ai suoi occhi da un recipiente dove stava bollendo orzo macinato e fermentato, che abbia subito provato a berlo e ne abbia quindi informato gli amici. E lo scrittore va avanti raccontando che quella banda segreta di bevitori del primo whisky venne sorpresa dagli anziani i quali a loro volta vollero assaggiare il liquore e che la cosa finì coll’arrivare alle orecchie del druido  e del capo clan. Gunn non dice però se il suo primevo scopritore del whisky era un Pitto, se cioè apparteneva ai primi abitanti autoctoni dell’estremo Nord e del Nordovest della Scozia, oppure uno Scoto. Gli Scoti giunsero dall’Irlanda nel V secolo con la loro lingua gaelica, e fu Kenneth I (844 - 854) che unificò i regni di Scoti e Pitti; l’antica capitale era Campbeltown, nel Mull of Kintyre. Da essi il nome di Scozia si estese alla fine a tutta la regione. Furono loro a portarsi dietro dall’Irlanda l’arte della distillazione ? 
I pareri sono discordi se nelle Isole Britanniche essa sia stata praticata prima nelGalles piuttosto che in Irlanda o in Scozia. Benché la distillazione sia citata dal poeta gallese del VI secolo Taliesin nel suo “Mead Song” , si ritiene che sia stato San Patrizio nel V sec. ad introdurla in Scozia dall’Irlanda. Qualunque sia la verità, è chiaro che la distillazione fu una conoscenza specifica dei Celti, tanto che gli altri Britannici l’avrebbero conosciuta solo molti secoli dopo. R.J. Forbes, uno studioso tedesco sdi storia della distillazione, afferma che un tempo si credeva che tra le antiche rovine celtico-irlandesi nelle vicinanze di Cashel ci fossero i resti di un’apparecchiatura in bronzo per la distillazione. Si racconta anche che quando nel 1172 Enrico II d’Inghilterra invase l’Irlanda, trovò che già vi si praticava la distillazione di spirito da cereali. Ora, dato che noi usiamo la parola whisky per denotare uno spirito distillato dai cereali in quanto distinto da quelli distillati dalle uve o da altre specie di frutti e bacche, questo farebbe pensare che già nel XII secolo gli irlandesi bevessero un genere di whisky. E’ quindi probabile che l’arte della distillazione sia stata introdotta dall’Irlanda in Scozia nell’alto Medioevo, ma non possiamo esserne certi. Tutto quello che sappiamo è che sia il whisky irlandese, distillato ancora tradizionalmente da una mistura di orzo non maltato e altri cereali, sia il whisky scozzese, distillato solo da orzo maltato, hanno alle spalle una storia di secoli. Il primo documento in cui si trova un accenno a uno spirito distillato dall’orzo in Scozia è un registro dello Scacchiere scozzese, l’Exchequer Roll dell’anno 1494 in cui è annotata la fornitura di "otto boll di malto a Frate John Corr per farci l'aquavitae" (Aqua vitae, “acqua di vita”, è il nome tradizionale dello spirito distillato ed è l’esatto equivalente latino del gaelico UISGE BEATHA e del francese eau de vie.La dizione più antica, quella celtica, è USQUEBAUGH. Quella qui usata  è scozzese gaelico, mentre in irlandese gaelico diventa UISCE BEATHADH.) E’ interessante notare come questo primo riferimento riguardasse un religioso, il che riflette l’importanza del ruolo della Chiesa, in particolare delle abbazie, nello sviluppo della distillazione come parte della loro attività agricola. La distillazione, come la lavorazione della birra e del vino, fu attentamente sviluppata nelle abbazie e nei monasteri della Scozia e dell’Inghilterra: “aqua vitae” nel nord, vino nel sud e birra in tutto il paese.