IMPOTENZA

Tipica scenetta da film porno cappuccettorossiano...

- Com'è piccolo! grazioso! cip, cip, cip, piccolino!...
- Non funziona, così. non è così, che devi usare la bocca...
- Bravo furbo! in quel modo è facile!
- Eh. va bene, è facile. però funziona!
- Musc, musc, musc... - riprese lei, e allungò un'unghia sulla cappella di lui, grattandone il perimetro. - allora? ti stimola?
- E NON ME LO CHIEDERE, MI SEMBRI UN MEDICO!...
- Ma non rompere, sei un groviglio di frustrazioni, altroché!... ti ci vuole il sessuologo, povero stronzo. io mi sono rotta i coglioni...
- Dài, usa un po' di dolcezza...
- Bello, piccolino, vieni su, dài, coraggio, - disse lei, solleticando il glande con i polpastrelli di indice e medio - dài, tesoruccio, gònfiati, sollevati, guarda il manico di quella scopa, non ti ricorda niente?...
- MA DAI, MI FAI RIDERE, COSIII...!
- Uffah... - e ora prese l'affare a tenaglia in due punti, fra mignolo e anulare alla base, giusto in mezzo ai peli e alle palle flosce, e fra pollice e indice appena sotto la cappella. la sua mano cominciò ad andare su e giù.
- Dài... dài... - sospirava lui.
ma non successe nulla.
- Ti ci vuole la gru, cristo!... - sbottò lei, e diede due schiaffi al coso. il quale coso non reagì e non si offese. era proprio inerte, inutile, morbido e accondiscendente, senza la minima intenzione all'orizzonte di cambiare status.
- Pensa se la statua della libertà se ne stesse così giù!...
lui fece una smorfia e roteò gli occhi al soffitto. poi sospirò.
- Prova ad usare la bocca... - implorò.
- Nooho, è-troppo-facileeee!
- E vabbè, continuiamo così...
- No, non continuiamo proprio, perché io ora mi rivesto e me ne vado.
- Ma dove vai, dài, così sì che mi resta il complesso...!
- E che ci devo fare, io? mi sono proprio scocciata, sai?
- Io ce la sto mettendo tutta, accidenti!
- No, bello mio, non ce la stai PROPRIO, mettendo tutta. è qua dentro, che dovresti mettercela tutta, e spistonarmi! - disse lei indicandosi il punto.
- SPISTONARMI?
- Già, pomparmi con tutte le tue energie! ma tu, energie, pfffss, come un palloncino sgonfio.
- Mi vuoi umiliare?
- CAZZO, STO CERCANDO DI PESCARE NEL TUO PROFONDO UN BRICIOLO DI
ORGOGLIO MASCHIO, MA SEMBRI UN MOCCIOSO IMPAURITO, CAZZO!
- Occhèi, mi vuoi proprio umiliare, troia.
- Ah, no, non accetto insulti, mezzo uomo che non sei altro!
- Sei una troia acida, sei una bbuttana ninfomane porca.
- Smidollato stronzetto impotente e vile...
- ...una vacca senza fondo, un boiler sempre acceso...
- ...più moscio di una carota fradicia, più molle della mollica del pane...
- ...baldracca che si scopa i pali della luce...
- ...impotente senza speranza. me ne vado, basta! - e cominciò a rivestirsi.
- ...la lava bollente è ghiaccio, al confronto, e per riempirti la sorca non basterebbero quattro bottiglie di cocacola da un litro e mezzo, quelle in plastica, e se avessi un cazzo in bocca, uno in culo, uno nella sorca e uno nella fica troveresti il modo di dire "ne voglio altri quattro"... che fai, te ne vai sul serio?
lei aveva già aperto la porta, non si voltò nemmeno, sparì per sempre sbattendo anche i muri. 
Lui rimase in silenzio, guardando i battenti che ancora tremavano.
Non era più tempo di dominazione maschile. Era l'era dell'AIZ, delle donne-manager single e indipendenti. era l'era della Grande Paura del Maschio.
- Perché mi hai tradito? - disse al suo uccello - perché non ti sei fatto duro? eppure era 'na bella fregnona. perché? non ti piacevano quelle tette grandi come meloni? e quelle gambe lunghissime? e quelle labbra enormi? che hai, dimmi... -
e lo scosse, come il cane con la propria coda, come il cavallo con la propria coda, come tutti gli animali che hanno una coda fanno con la propria coda da che mondo è mondo
- Non ti piacciono più le femmine? e da quando in qua? stai forse pensando di
cambiare bersaglio? vuoi qualche culetto peloso?
l'uccello non ne poté più, e sbottò:
- Ma porca puttana, sono già venuto sei volte, con quella lì, vuoi farmi prendere fiato o no?
- Ma che fiato e fiato, con una fica del genere... MA HAI PARLATO SUL SERIO?
- Certo, che ho parlato! - rispose l'uccello - non ne posso più della stessa fregna, sei volte di seguito! e ha pure avuto il coraggio di dirti tutto quello che ti ha detto, e di sbattere la porta. ma dove arriveremo, con le donne, se non ci diamo una regolata? hanno preso troppo potere!
mettiamoci un freno, santoddìo...
- ...non ci credo, cciò un uccello parlante!... - continuava lui esterrefatto.
- E' il momento di dire "alt, ragazze. qui sta andando tutto all'aria. diamoci una regolata. prima di tutto, che è 'sta storia che ora la corte la fate voi? noi non ci piace, 'sta storia, proprio per niente. da che mondo è mondo siamo noi, i cacciatori, siamo noi, ad avere il gemito pulsante e la durezza puntata al cielo...
- ...e pure filosofo, ce l'ho!...
- ...e quindi state provocando uno smarrimento generale, e va tutto a finire male, di questo passo.
Perché così, a funzionare, resteranno solo i marocchini, e gli arabi, e ve li ritroverete in casa, se noi non funzioniamo più,...
- ...e ce l'ho anche razzista, l'uccello!...
- ...e tu, tu, uomo dei miei coglioni.
- Dici... dici a me?
- Dì, non vedo nessun altro, in questa stanza.
- ...
- Tu, uomo per modo di dire, avresti dovuto afferrarla dai capelli e tenerla qui, magari legandola al letto, fino a che io non fossi stato pronto.
- Sto sognando. sono impazzito.
- No, è tutto vero. io ho il potere, caro mio, sebbene tu non l'abbia mai voluto accettare. sono io, la tua forza di volontà, e tutti i tuoi pensieri non sono altro che la mia fame, la mia eterna fame da soddisfare fino a che non raggiungo la pace eterna. tutto quello che fai, povero stronzo, è sempre e comunque in funzione mia, e non puoi farci niente, se non tagliandomi via da te. mentre loro, le donne, no. loro non sono schiave della loro figa, ed è perciò che si prenderanno il mondo.
- ...
- E' così, caro mio. IO, sono il tuo padrone, e non il contrario.
Lei smise di ciucciare, e, vedendo gli occhi chiusi di lui, fece:
- E allora, ti sei addormentato? è mezz'ora che uso la bocca, come mi hai chiesto, ma non c'è nessun segno di vita, bello mio... non rizza proprio.
lui aprì gli occhi, la guardò. lei, col coso in mano, insalivato, si spazientì.
- Allora? non ti piaccio, non hai voglia, o cosa?
- ...stavo... stavo facendo un sogno... era così reale...
- Ah, vabbè, vah, questo dorme... ma tu guarda!... - fece lei, e si alzò, raggiunse i vestiti, li indossò in fretta e in silenzio, conquistò la porta, la aprì.
- Ci sentiamo, eh? - bisbigliò, e uscì.
Lui si guardò in silenzio il pene.
Per una buona mezz'ora.
Ma il pene non profferì parola.