Materiali didattici per corsi di lingua e cultura italiana per stranieri, a cura di Scuola d'Italiano Roma

 
   

Roberto Tartaglione

 

ABRAAM GIUDEO
(seconda parte)

 
Una novella del Decameron di Boccaccio adattata in italiano moderno
Doppio finale
I disegni autografi di Boccaccio per illustrare il Decameron (a cura di Giulia Grassi)
 

Livello intermedio 2

vai alla prima parte del testo


 
Ritratto di Boccaccio

Per la novella di Abraam Giudeo
vi proponiamo qui un

DOPPIO FINALE:
naturalmente uno solo è quello di Boccaccio.
RIUSCITE A INDOVINARE QUALE?
A tutti i lettori della nostra pagina web,
studenti di italiano lingua 2,
proponiamo poi di

INVIARCI ALTRI POSSIBILI FINALI DELLA STORIA
all'indirizzo e-mail s.d.i@iol.it .
Rimanderemo indietro il vostro testo dopo averlo corretto.
(l'offerta è valida per tutte le e-mail spedite entro il 20 giugno 2000)

 
 
FINALE N. 1
 
Il giudeo montò a cavallo e velocemente se ne andò a Roma dove, una volta arrivato, fu accolto da altri giudei. E abitando qui, senza dire a nessuno il motivo per cui era andato, con cautela cominciò a osservare al comportamento del Papa e dei cardinali e degli altri prelati e di tutti i cortigiani. Ser Cepparello, vizioso e criminale, confessa a un frate, in punto di morte, di aver avuto una vita molto virtuosa; per questo la folla, in chiesa, lo prega
Essendo un uomo molto avveduto, egli si accorse subito che dal primo all'ultimo, tutti loro peccavano gravemente di lussuria, e non solo naturale, ma anche sodomitica, senza alcun freno, rimorso o vergogna. Oltre a questo erano tutti golosi, bevitori, ubriaconi, pronti a seguire più i richiami del ventre che di ogni altra cosa.
Guardando con maggiore attenzione li vide poi tutti avari e cupidi, e queste cose, insieme con altre che è meglio tacere, lo convinsero che era meglio tornare a Parigi: e così fece.
Non appena Giannotto seppe che l'amico era tornato, non sperando minimamente che nel frattempo si fosse convinto a diventar cristiano, fece gran festa insieme con lui; e, passato qualche giorno, gli domandò cosa pensasse del Santo Padre e dei cardinali.
Il giudeo gli rispose:
- Ne penso tutto il male possibile, che dio li fulmini! Io non ho visto Roma nessuna santità, nessuna devozione, nessuna opera buona o esempio di vita: ma solo lussuria, avarizia e golosità, frode, invidia, superbia e cose simili e anche peggiori (se ce ne possono essere di peggiori!). E, per quello che ho visto io, mi pare che il vostro Pastore si dia molto da fare per cacciare dal mondo la religione cristiana invece di sostenerla come dovrebbe!
Ma visto che io non vedo avverarsi quello che loro sembrano cercare, ma anzi, nonostante loro, la vostra religione cresce e diventa sempre più luminosa e chiara, evidentemente lo Spirito Santo è davvero il fondamento di essa, e la rende più vera e più santa di ogni altra!
Per questo, mentre prima non volevo convertirmi al cristianesimo, ora, molto francamente, ti dico che per nessuna cosa al mondo rinuncerei a diventare cristiano. Andiamo dunque in chiesa: e qui, secondo il costume della vostra santa fede mi farò battezzare.
Masetto - con la scure - si finge sordomuto ed entra in un convento di monache; due di loro lo portano in un capanno, pensando che non potrà raccontarlo a nessuno Giannotto, che si aspettava una conclusione ben diversa, a queste parole fu l'uomo più felice del mondo e, andatosene con lui nella chiesa di Nostra Dama di Parigi richiese ai chierici di là dentro che ad Abraam fosse dato il battesimo. E così avvenne. E in seguito Abraam fu ammaestrato alla nostra fede e poi fu uomo buono e valente per tutta la vita.
 
 
FINALE N. 2
 
Il giudeo montò a cavallo e velocemente se ne andò a Roma dove, una volta arrivato, fu accolto da altri giudei. E abitando qui, senza dire a nessuno il motivo per cui era andato, con cautela cominciò a osservare al comportamento del Papa e dei cardinali e degli altri prelati e di tutti i cortigiani. Galeso il bestione vede la bella Ifigenia addormentata, si innamora e rinsavisce: poi la rapisce e la sposa
Essendo un uomo d'animo buono e poco incline alla malizia, egli non si avvide che dal primo all'ultimo, tutti loro peccavano gravemente di lussuria, e non solo naturale, ma anche sodomitica, senza alcun freno, rimorso o vergogna. Vivendo poi quasi sempre fra gli altri giudei e frequentando i cristiani solo nelle chiese o durante le celebrazioni religiose, non ebbe modo di accorgersi che i chierici erano tutti golosi, bevitori, ubriaconi, pronti a seguire più i richiami del ventre che di ogni altra cosa; né li vide poi avari e cupidi come erano. Dopo qualche tempo perciò decise di tornare a Parigi: e così fece.
Non appena Giannotto seppe che l'amico era tornato, non sperando minimamente che nel frattempo si fosse convinto a diventar cristiano, fece gran festa insieme con lui; e, passato qualche giorno, gli domandò cosa pensasse del Santo Padre e dei cardinali.
Il giudeo gli rispose:
- Ne penso tutto il bene possibile, che dio li benedica! Io ho visto a Roma solo santità, devozione, opere buone e esempi di vita: E, per quello che ho visto io, mi pare che il vostro Pastore si dia molto da fare per sostenere la vostra religione che infatti cresce e diventa sempre più luminosa e chiara. Per questo, mentre prima non volevo convertirmi al cristianesimo, ora, molto francamente, ti dico che nulla più mi trattiene dal diventare cristiano.
Giannotto, che si aspettava una conclusione ben diversa, tanto fu sorpreso dalla purezza di cuore dell'amico così propenso a vedere il bene anche lì dove evidentemente non ce n'era che disse:
- Se la tua fede, amico mio, prospera meno di quella cristiana deve essere perché la grandezza del vostro cuore difficilmente trova spazio nelle vie così strette di questa vita terrena. Ma se io ho avuto bisogno di tante parole, e tu di un viaggio a Roma, per giungere a questa decisione, soltanto questo gesto è bastato a convincere me che, da cristiano, voglio ora farmi giudeo. Andiamo dunque in Sinagoga dove io possa essere ammaestrato sulla vostra santa legge ebraica.
E così avvenne che Giannotto si convertì al giudaesimo e tutta la vita visse come uomo buono, valente e saggio.
 

Ghismunda e Guiscardo si amano ma il padre di lei, contrario, fa uccidere l'uomo: così lei si suicida

 
 

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