Materiali didattici di italiano per stranieri, a cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi, Scuola d'Italiano Roma |
|
|
A Natale, come tutti sanno, Babbo Natale (Santa Claus, San Nicola) - dopo aver viaggiato sulla sua bella slitta tirata dalle renne - lascia i regali sotto l'albero in tutte le famiglie. Bella tradizione, certamente, ma niente a che vedere con quello che succede il 6 gennaio. |
La notte fra il 5 e il
6 gennaio infatti arriva la Befana. Chi è la Befana? La Befana è una vecchiaccia brutta e malvestita, con un caratteraccio terribile (ma anche con un grande senso dell'umorismo) che attraversa il cielo volando a cavallo della sua scopa. Anche lei, come Babbo Natale, passa nelle case per lasciare i regali, ma c'è un ma! Se una persona durante l'anno si è comportata bene facilmente la mattina, svegliandosi, troverà accanto al letto (nella calza che ha lasciato lì vicino pronta per essere riempita) qualche regalo bello e desiderato. Ma se uno si è comportato male... eh eh, la Befana mette nella calza solo qualche pezzo di carbone! |
|
E se uno è sostanzialmente normale,
un po' buono e un po' cattivo? Be', in questo caso troverà nella calza
prima di tutto un bel pezzo di carbone (mamma mia, tutto carbone
in questa calza o c'è anche qualcosa di buono?) e poi, scavando a
fondo, fra qualche noce, due mandarini, caramelle e cioccolatini, troverà
anche un pacchetto con un regalo vero. Ma la Befana è anche molto, molto umana: e perciò è un po' corruttibile. Per questo la sera del 5 gennaio la cosa migliore da fare è andare a letto lasciando in cucina un piatto di pasta e un fiasco di vino: la Befana, trovando qualcosa da mangiare e un bicchierino di vino da bere diventa sicuramente più allegra e probabilmente anche un po' più generosa. Quando i bambini crescono, purtroppo, diventano quasi sempre un po' più stupidi e ingenui e cominciano a "non credere" più alla Befana (qualcuno va raccontando in giro |
che sono mamma e papà a mettere i regali vicino al letto!). Questa
leggenda, inventata probabilmente proprio dai genitori che vogliono
sembrare buoni e generosi, è necessario sfatarla, perché ai bambini
bisogna dire sempre la verità. Quindi diciamola questa verità! Babbo Natale non esiste, è vero. Ma la Befana sì! |
NOTA GRAMMATICALE |
Il gerundio ha una
grandissima varietà di uso in italiano perché, a seconda della situazione,
può avere significati anche molto diversi fra loro. Nello stesso tempo è
molto pratico, facile da ricordare (è praticamente sempre regolare con la
sua terminazione in -ando o -endo) e - cosa non meno
importante per gli studenti stranieri - finisce sempre con -o (e
non obbliga perciò a troppe riflessioni sulla vocale finale). Elenchiamo allora gli usi principali: Appoggiato al verbo stare serve per fare le forme progressive del verbo, quelle che indicano "immediatezza dell'azione", simili alle forme inglesi composte dal verbo essere + la forma in -ing: In questo
momento sto lavorando a Roma Usato da solo, in una frase dipendente, può avere un valore: 1. TEMPORALE (quando, mentre, appena, dopo che) Parlando
con lui ho capito molte cose 2. MODALE (come) Ha
guadagnato molto lavorando sempre onestamente 3. IPOTETICO (se) con frase principale al futuro (o al presente indicativo)
Comportandoti bene non riceverai carbone dalla Befana! o con frase principale al condizionale Volendo
potresti farmi questo favore 4. CAUSALE (poiché, siccome, dato che: è generalmente un uso poco caratteristico della lingua parlata e più proprio della lingua scritta e burocratica)
Credendoti non ho bisogno di sentire altro Appoggiato al verbo ANDARE il gerundio dei verbi (in particolare di verbi che indicano "dire, raccontare") il gerundio indica ripetitività, frequenza, azione ripetuta più volte: È vero
che vai dicendo in giro che mia sorella è fidanzata con te? NOTA BENE: Mi sono affacciato alla finestra e ho guardato la gente passeggiando Capito l'errore? Il gerundio non ha persona (dato che è invariabile non si può capire se "passeggiando" si riferisce a io, tu, lui, noi, voi o loro) e quindi il suo soggetto è generalmente quello della frase principale. Per questo se IO mi sono affacciato alla finestra, anche il soggetto di PASSEGGIANDO sarò ancora una volta IO. Quindi la forma corretta di quella frase sarà Mi sono affacciato alla finestra e ho guardato la gente che passeggiava Nello stesso tempo bisogna ricordare che il gerundio ha tutti i valori che abbiamo elencato qui sopra (temporale, modale, ipotetico ecc.) ma non sostituisce una frase relativa. Quindi passeggiando non significa "che passeggia" e cantando non significa "che canta". |
|
© Gierreweb
2001 |