Materiali didattici di italiano per stranieri, a cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi, Scuola d'Italiano Roma
 

   

Roberto Tartaglione

 

CHI HA INVENTATO
LE CARTE?

   
 Le origini - confuse e misteriose - delle carte da gioco
 

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L'origine del gioco delle carte è antica e misteriosa. Di sicuro sappiamo soltanto che il più vecchio mazzo di carte in nostro possesso, il Mulûk wa-Nuwwâb  è arabo, è  conservato al museo di Topkapi, a Istanbul, ed è del XIII o XIV secolo: il mazzo era composto da una serie di lamine intarsiate in oro, con 4 "semi"
                      
coppe

spade
bastoni
denari

Ogni seme comprendeva 14 pezzi, 10 numerali e 4 figure, per un totale di 56 carte.
Agli arabi il gioco delle carte potrebbe essere arrivato dalla Cina dove forse era già in uso nel X secolo. Dal nord-Africa il gioco si sarebbe diffuso in Spagna prima, in Italia dopo e poi in tutta Europa.
In italiano antico il gioco si chiamava naibi e in spagnolo naipes: la parola viene dall'arabo na'ib che significa rappresentante del re, una delle figure che componevano il mazzo e che corrisponderebbe secondo alcuni a quello che oggi è il fante (il jack inglese, valet francese, paje spagnolo e Bube tedesco), mentre secondo altri sarebbe proprio il re.

Carta di coppe del "Mulûk wa-Nuwwâb" conservato nel Topkapi Museum di Istanbul

 

IPOTESI EGIZIA E EBRAICA

  
Un'ipotesi poco sostenibile ma certamente molto affascinante  fa nascere la tradizione delle carte in Egitto.
Secondo questa ipotesi  le carte non sarebbero altro che l'antico calendario egizio esportato dagli ebrei dopo la famosa fuga.
Un mazzo di carte "francesi" ha 52 carte come le 52 settimane dell'anno. Se sommiamo i punti delle delle singole carte sono 364. C'è poi è una carta detta "la matta" (il jolly) che permette di arrivare a 365, i giorni dell’anno. Ma gli egizi sapevano che un anno è composto da qualcosa in più che 365 giorni e per questo in molti mazzi di carte ci sarebbero 2 "matte".
Il mazzo è diviso in 4 semi come le 4 stagioni. Ogni seme ha i numeri da 1 a 13 e rappresenterebbero i mesi lunari usati ancora oggi nel calendario ebraico. 
I 4 re sarebbero invece i quattro elementi antichi terra, aria, acqua, fuoco. Il fuoco sarebbe il sole. 
Il fante di picche ha in mano un bastone graduato più o meno uguale a quello del fante di denari; questi bastoni sarebbero i nilometri che indicano l’altezza dell’acqua del fiume Nilo durante le inondazioni.
Il fante di fiori ha in mano un fiore o una foglia o una spiga che indicherebbe la stagione calda, mentre il fante di picche ha in mano una clessidra (dal greco klepteim, rubare + hydor, acqua) che indicherebbe invece la diminuzione o la crescita delle acque del Nilo.
La parte delle carte che noi chiamiamo quadri o denari (nelle carte d'oro) raffigura una monete d’oro con al centro un viso circondato da raggi solari. Sarebbe la rappresentazione del dio sole che gli egiziani si chiamavano Orus.
 
Le carte, col passare del tempo e attraverso le diverse condizioni sociali, mutarono i disegni e i semi.

IPOTESI SPAGNOLA
E FIAMMINGA


 
Secondo un'altra teoria le carte da gioco moderne sarebbero state inventate direttamente in Spagna: l'inventore sarebbe un certo Nicolao Pepin (e naipes quindi sarebbe solo una contrazione del suo nome e del suo cognome).
Ma in Spagna potrebbero invece essere arrivate attraverso i Fiamminghi che con gli Iberici sono sempre stati in stretto contatto commerciale: in questo caso il nome naipes verrebbe dal fiammingo cnaep che significa appunto fante, come la figura delle carte da gioco.

IPOTESI ITALIANA


 
Altrettanto sostenibile è l'ipotesi "italiana", anche perché l'Italia è certamente il paese dove le carte hanno avuto il maggior sviluppo sia come produzione che come qualità artistica.
Naibbe in questo caso potrebbe essere una storpiatura del nome Napoli, la città in cui sarebbe nato il gioco. Da Napoli si sarebbe poi esteso nel nord-Italia dove si sarebbe sviluppato fino a dare origine alla tradizione dei Tarocchi.
Milano, Palazzo Borromeo: affresco con dama e cavaliere che giocano a carte (prima metà del XV secolo)
 
Carte spagnole del XV secolo
 
Riassumendo sembra che le carte, arrivate dai paesi arabi, si siano diffuse prima di tutto in Spagna (con il nome di naipes) e in Italia (con il nome di naibbe in un primo momento, carte saracene e carte lombarde in seguito).
Nell'Italia del nord il mazzo di carte di origine araba viene integrato con altre 22 carte speciali che si chiamano tarocchi: i tarocchi avranno poi uno sviluppo indipendente. 
Dall'Italia le carte si diffondono in tutta Europa e ogni paese le modifica un po' creando una tradizione locale: in Germania i semi (spade, bastoni, coppe e denari) sono sostituiti dai simboli cuori, foglie, ghiande e campanelli. In Francia questi simboli probabilmente si stilizzano in quelli ancora oggi molto noti di cuori, fiori, picche e quadri.

  
L'Italia è storicamente il paese che ha prodotto il maggior numero di carte da gioco: e non solo sono qualitativamente molto belle per l'antica tradizione artistica, ma sono anche molto diverse fra loro per l'incredibile varietà degli stili regionali.
 

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