Materiali didattici di italiano per stranieri, a cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi, Scuola d'Italiano Roma |
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Il primo dell'anno è morto
un artista italiano di grande talento, Giorgio Gaber. Al suo funerale hanno partecipato, oltre che numerosissime persone comuni, anche politici di destra e di sinistra (da Silvio Berlusconi, Capo di un governo di destra, a Mario Capanna, ex leader del movimento studentesco, di estrema sinistra, del 1968). Tutti celebrano il Gaber anticonformista e un po' anarchico, la televisione trasmette le sue canzoni più divertenti o quelle impegnate in cui critica proprio quella generazione "di sinistra" di cui lui stesso faceva parte. Insomma: è già successo per Pasolini e ora succede di nuovo. Quando muore un artista che ha espresso idee che escono un po' dall'ortodossia del pensiero dominante sono subito tutti pronti a tirarlo dalla propria parte (perfino gli ex-democristiani hanno elogiato Gaber, dimenticando forse quello che Gaber aveva scritto e cantato proprio sul loro partito politico nella censuratissima Io se fossi dio). |
- Io mi chiamo G. - Io mi chiamo G. - No, non hai capito, sono io che mi chiamo G. - No, sei tu che non hai capito, mi chiamo G anch’io. - Ah, Il mio papà è molto importante. - Il mio papà... no. - Il mio papà è forte, sano e intelligente. - Il mio papà è debole, malaticcio... e un po’ scemo. |
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- Noi siamo ricchi ma
democratici. Quando giochiamo a tombola segniamo i numeri con i fagioli. |
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Con questo monologo del
1970 comincia l'avventura del "Teatro Canzone" di Giorgio Gaber, una serie
di spettacoli fatti da canzoni e monologhi spesso satirici e divertenti,
ma sempre pieni di contenuti sociali e politici.
Le canzoni possono riportarsi
tutte a una serie di filoni principali: alcune sono legate a un dettaglio,
a un gesto del proprio corpo, a una situazione piccolissima (per esempio
la divertente LE MANI). Ma Gaber diventa più graffiante quando tocca questioni sociali come la famiglia e il rapporto di coppia (come succede in C'È SOLO LA STRADA o ne IL DILEMMA) e ancora di più quando critica i giovani della sinistra troppo omologati nei gusti e nel pensiero (durissima la canzone QUANDO È MODA È MODA). Naturalmente tutto questo senza alcuna simpatia per la destra che viene fotografata nel suo insieme in canzoni come I BORGHESI o L'ODORE. Certamente però il massimo della sua carica di rabbia e di delusione per la politica si trova nella canzone IO SE FOSSI DIO, censurata da radio e televisione, così provocatoria che nessuna casa discografica aveva accettato di pubblicarla (e infatti il disco è stato prodotto in privato da Gaber stesso e poi venduto quasi clandestinamente nelle università e sulle bancarelle per strada). Fra i monologhi ricordiamo
LA
SEDIA DA SPOSTARE, in cui attacca l'immobilismo della classe
politica italiana; e poi
LA CACCA DEI CONTADINI, e tanti altri ancora in
cui veniva fuori il suo grande talento di attore oltre che quello di
cantante. |
Negli ultimi anni Gaber sembrava essersi un po' "addolcito". Canzoni come DESTRA- SINISTRA sono ancora molto divertenti e incisive ma forse non così adeguate alla situazione italiana contemporanea. Interrogato su questo "addolcimento" dell'ultimo Gaber, Enzo Jannacci, un altro cantautore di grande bravura e amico di Gaber da sempre, ha recentemente dichiarato al giornale La Repubblica: " Lui aveva visto lungo: aveva capito subito che questa sinistra non funzionava... era arrabbiatissimo, come Nanni Moretti, solo che ultimamente non poteva ribellarsi come lui, in modo così eclatante, diciamo, appunto per la malattia e magari un po' Per motivi di famiglia. Ma lui aveva capito." |
Note: Per motivi di famiglia: Jannacci allude probabilmente al fatto che la moglie di Gaber è diventata un importante esponente del partito di Forza Italia, il partito di Berlusconi. |
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2001 |