Materiali didattici di italiano per stranieri, a cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi, Scuola d'Italiano Roma |
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In molti
criticano questo testo: troppo retorico, si dice, pomposo, parole
arcaiche, dell'Ottocento... Be', che le parole siano molto "Ottocentesche" non c'è dubbio, ma che altro poteva fare uno che scriveva nel 1847? E comunque guardate i testi degli altri inni nazionali e vedrete che come retorica non scherzano nemmeno loro. E poi retorico... Sarebbe retorico quel "Siam pronti alla morte"? Be', però se pensate che il testo è stato scritto da uno che poi è morto a 22 anni combattendo per le sue idee, mi pare che non sia così retorico. Ma certo, non ci siamo abituati... Noi siamo abituati alle trasmissioni televisive dove si telefona al conduttore per partecipare a un gioco, e una bella vocetta maschile dice: - Pronto, buongiorno Raffaella! Io sono un ragazzo di trentotto anni e vivo a Milano... (!!!) |
Fratelli
d'Italia, l'Italia s'è desta, dell'elmo di Scipio s'è cinta la testa. Dov'è la Vittoria? Le porga la chioma, che schiava di Roma Iddio la creò. Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte. Siam pronti alla morte, l'Italia chiamò. Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte. Siam pronti alla morte, l'Italia chiamò, sì! Noi fummo da secoli calpesti, derisi, perché non siam popoli, perché siam divisi. Raccolgaci un'unica bandiera, una speme: di fonderci insieme già l'ora suonò. Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte. Siam pronti alla morte, l'Italia chiamò, sì! Uniamoci, uniamoci, l'unione e l'amore rivelano ai popoli le vie del Signore. Giuriamo far libero il suolo natio: uniti, per Dio, chi vincer ci può? Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte. Siam pronti alla morte, l'Italia chiamò, sì! Dall'Alpe a Sicilia, Dovunque è Legnano; Ogn'uom di Ferruccio Ha il core e la mano; I bimbi d'Italia Si chiaman Balilla; Il suon d'ogni squilla I Vespri suonò. Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte. Siam pronti alla morte, l'Italia chiamò, sì! Son giunchi che piegano Le spade vendute; Già l'Aquila d'Austria Le penne ha perdute. Il sangue d'Italia E il sangue Polacco Bevé col Cosacco, Ma il cor le bruciò. Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte. Siam pronti alla morte, l'Italia chiamò, sì! |
l'elmo
di Scipio:
L'Italia ha di nuovo sulla testa l'elmo di Scipio (Scipione l'Africano),
il generale romano che nel 202 avanti Cristo sconfisse a Zama (attuale
Algeria) il cartaginese Annibale. L'Italia è tornata a combattere.
Le porga la chioma: La Vittoria sarà di Roma, cioè dell'Italia. Nell'antica Roma alle schiave venivano tagliati i capelli. Così la Vittoria dovrà porgere la sua chioma perché sia tagliata, perché la Vittoria è schiava di Roma che sarà appunto vincitrice. coorte: nell'esercito romano le legioni (cioè l'esercito), era diviso in molte coorti. Stringiamoci a coorte significa quindi restiamo uniti fra noi combattenti che siamo pronti a morire per il nostro ideale. calpesti: calpestati Raccolgaci: la lingua di Mameli è la lingua poetica dell'Ottocento. Questo raccolgaci in italiano moderno sarebbe ci raccolga, un congiuntivo esortativo che assimila il pronome diretto. Il significato è: ci deve raccogliere, tenere insieme. una speme:
altra parola letteraria e arcaica. Significa speranza. Non c'è
però da stupirsi troppo se Mameli usa queste parole. Nella lingua delle
canzonette di musica leggera intorno al 1950, queste parole si trovano
ancora. per Dio:
doppia interpretazione possibile. Per Dio è un francesismo e
quindi significa "da Dio": se siamo uniti da Dio, per volere
di Dio, nessuno potrà mai vincerci. Dovunque è Legnano: ogni città italiana è Legnano, il luogo dove nel 1176 i comuni lombardi sconfissero l'Imperatore tedesco Federico Barbarossa Ferruccio: ogni uomo è come Francesco Ferrucci, l'uomo che nel 1530 difese Firenze dall'imperatore Carlo V. Balilla: è il soprannome del bambino che con il lancio di una pietra nel 1746 diede inizio alla rivolta di Genova contro gli Austro-piemontesi I Vespri: Nel 1282 i siciliani si ribellano ai francesi invasori una sera, all'ora del vespro. La rivolta si è poi chiamata la rivolta dei Vespri siciliani Le spade vendute: i soldati mercenari si piegano come giunchi e l'aquila, simbolo dell'Austria, perde le penne. Il sangue polacco: L'Austria, alleata con la Russia (il cosacco), ha bevuto il sangue Polacco, ha diviso e smembrato la Polonia. Ma quel sangue bevuto avvelena il cuore degli oppressori |
La
musica dell'Inno di Mameli nella versione di Salvatore Accardo |
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L'Inno
Nazionale eseguito da Coro e Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia (Direttore: Armando Trovajoli) |
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2001 |