Materiali didattici per corsi di lingua e cultura italiana per stranieri, a cura di Scuola d'Italiano Roma

 
   

Giulia Grassi

 

ROMOLO
...E ROMOLETTA

 
Una lettura di storia romana e archeologia
Un link di tavole cronologiche
Un link sul rito della fondazione di Roma
Apparato di immagini tratto dalle pubblicazioni di Andrea Carandini sulla Roma delle origini
 

Livello intermedio 3


 
Secondo il racconto degli storici romani (Tito Livio, Dionisio d'Alicarnasso, Plutarco, Varrone) Roma è stata fondata nel 753 a.C. (metà dell'VIII secolo) da Romolo, sul colle Palatino.
Romolo e il suo gemello Remo erano figli del dio Marte e della vestale (sacerdotessa della dea Vesta) Rhea Silvia, figlia di re Numitore di Albalonga, privato del potere dal fratello Amulio; tutti discendevano da Ascanio, figlio dell'eroe troiano
Enea e della italica Lavinia.
Il dio Marte aveva posseduto con la forza Rhea Silvia, in un bosco sacro dove era andata a prendere dell'acqua; con la forza, perché come vestale aveva l'obbligo di rimanere vergine. Alla nascita dei gemelli re Amulio ordinò di ucciderli, ma i servi ebbero pietà dei bambini, li misero in una cesta e li abbandonarono alla corrente del fiume Tevere. Il fiume in piena trascinò la cesta fino a una grotta collocata alla base del Palatino, detta Lupercale perché sacra a Marte e a Fauno Luperco.
La salvazione di Romolo e Remo (Lupercale), ricostruzione di A. Carandini
Qui i gemelli furono allattati da una lupa e poi allevati dal pastore Faustolo e da sua moglie, Acca Larenzia, nella loro capanna situata sulla sommità del Palatino, nella zona del colle chiamata Cermalo (o Germano, che significa "gemello").
Dopo un'adolescenza libera, e un po' selvaggia, una volta diventati grandi e venuti a conoscenza delle loro origini, i gemelli andarono ad Albalonga, uccisero re Amulio e rimisero sul trono il nonno Numitore. Numitore diede loro il premesso di fondare una città, e subito i due cominciarono a litigare sul luogo dove costruirla: Romolo preferiva il Palatino, Remo l'Aventino. Alla fine Romolo ebbe la meglio e scelse il Palatino dove costruì le mura della città: Roma.
Remo però scavalcò le mura con lo scopo di annullarne l'inviolabilità. E sulle mura Romolo l'uccise.
 
Questo racconto è sempre stato considerato una favola, inventata fra il IV e il III secolo a.C. Non solo, per molti critici la città di Roma si era formata soltanto centocinquanta anni più tardi, all'epoca dei re Tarquini (fine del VII secolo a.C.)
Gli scavi archeologici realizzati alla base sudoccidentale del Palatino da Andrea Carandini, professore di Archeologia Classica all'Università La Sapienza di Roma, permettono di rivedere questa posizione della critica moderna.
 
Carandini ha riportato alla luce prima delle case aristocratiche ad atrio, bellissime, dell'epoca dei Tarquini (del 530 a.C.). E poi le mura fortificate del Palatino: la fase iniziale di queste mura, costruite con grandi schegge di tufo e rinvenute per un tratto di 40 metri, è datata tra 750 e 725 a.C. Queste mura vennero distrutte all'epoca del re Servio Tullio (circa 579-544 a.C.), che circondò tutti e sette i colli con altre fortificazioni, le Mura Serviane. La zona venne allora utilizzata per una serie di tombe.
L'aspetto veramente affascinante di questa scoperta è che la data delle mura fortificate corrisponde a quella che gli antichi storici romani indicavano per la fondazione di Roma ad opera di Romolo, il 753 a. C.
L'archeologia e la storia ci dicono la stessa cosa: che intorno alla metà dell'VIII secolo a.C. "qualcuno" ha circondato il colle Palatino con delle mura che prima non esistevano.
Roma, mura palatine: tomba di un uomo (sacrificato?) scavata sulla sommità del muro, inizi del VII secolo a.C.
Perché circondare di mura un colle?
Perché sulla sommità del Palatino esisteva un villaggio protourbano già dall'
inizio dell'età del ferro (tra IX e metà dell'VIII secolo a.C.), e questo è provato dal ritrovamento delle fondazioni di quattro capanne.
Le tracce lasciate da quella meglio conservata hanno permesso di ricostruirne l'aspetto: misurava m 4,90x3,60 e presentava sette fori lungo il perimetro ed uno al centro; i fori corrispondevano ai pali che sostenevano l'alzato. La porta era preceduta da un piccolo portico. Il tetto era di paglia e a spiovente; le pareti erano fatte di canne ricoperte d'argilla. Al centro della capanna c'era un focolare.
Palatino: villaggio ptotourbano sulla sommità del "Cermalo"; in basso a sinistra la grotta del Lupercale (ricostruzione di A. Carandini e P. Brocato) Era un villaggio molto esteso, ampio 250 ettari, ma non era una entità statale, gerarchizzata e sottoposta a un potere unico.
Intorno alla metà dell'VIII secolo a.C. ci fu un cambiamento: dove prima c'era una grande capanna ovale vennero costruite due capanne, una delle quali formata da due stanze. Un cambiamento che è contemporaneo alla costruzione delle mura; le due capanne si possono forse interpretare come un tempio ed una reggia.
Chi ha costruito le mura fortificate, il tempio e la reggia?
Si tratta evidentemente di un personaggio particolarmente autorevole, un re forse, che ha imposto il suo potere assoluto, trasformando il precedente villaggio protourbano in uno stato, organizzato e gerarchizzato. Un re che i romani chiamavano Romolo.
Come si vede, dati archeologici e fonti scritte coincidono: le scoperte confermano la
fondazione di Roma descritta da Livio, Dionisio di Alicarnasso e Plutarco.
Ciò non significa affermare che Romolo sia veramente esistito e che tutte le vicende che lo riguardano – che era il figlio del dio Marte, che è stato allattato da una lupa, che ha ucciso il fratello – siano realmente accadute. Significa solo che gli storici romani hanno rivestito con il mito un fatto realmente accaduto, cioè la creazione di una città fortificata ad opera di un re, sul Palatino, laddove in precedenza c'era solo un villaggio di capanne non organizzato.
Il mito di Romolo è dunque un prodotto storico.
Roma, Campidoglio, Tomba di "Romoletta", VIII secolo a.C. (foto apparsa su La Repubblica del 19 aprile 2000) Ma forse non tutti sanno che Romolo ha avuto anche una sorella, morta a soli quattro anni e chiamata Romoletta.
E' inutile correre a leggere Tito Livio o Varrone o Plutarco: non c'è traccia di questa bambina!
Eppure la sua tomba è stata ritrovata il 17 aprile 1999 sul Campidoglio: Romoletta era parzialmente mummificata, deposta su un "letto" di cocci di ceramica e con vicino alcuni animaletti, forse i suoi cuccioli più amati.
E la data corrisponde: VIII secolo a.C.
Perché questo silenzio degli storici antichi?
Naturalmente stiamo scherzando! Ma su cose molto serie.
Dall'ottobre 1998 è in corso uno scavo archeologico nell'area del Giardino Romano, un cortile rinascimentale destinato ad essere trasformato in spazio espositivo dei Musei Capitolini, sul Campidoglio. Prima di questa trasformazione erano stati iniziati degli scavi con lo scopo di verificare la presenza di resti antichi.
Questi scavi stanno avendo dei risultati sorprendenti, quasi incredibili. Non solo è stata ritrovata la tomba di Romoletta (ribattezzata così perché è vissuta nell'VIII secolo a.C., come Romolo). Ma anche una serie di reperti interessanti, e molto antichi, al punto che gli archeologi parlano di una Roma prima di Roma, perché i ritrovamenti sembrano testimoniare l’esistenza di un villaggio sul Campidoglio in un’epoca precedente alla fondazione di Roma sul Palatino, un villaggio più antico di circa sei secoli (
età del Bronzo recente).
E se ancora una volta avessero ragione gli storici romani antichi? Loro che hanno raccontato della presenza di genti straniere (Greci, Troiani, Pelasgi) sul Palatino e sul Campidoglio all'epoca della guerra di Troia (siamo tra fine del XIII e inizi del XII secolo a.C.), sono stati sempre accusati di raccontare leggende.
E' proprio vero che non bisogna mai smettere di credere alle favole!
   

Scuola d'Italiano Roma, Via Nazionale 204, 00184 Roma Direttore: Roberto Tartaglione;

In collaborazione con The British Institute of Rome; Scuola associata: Scuola d'Italiano Oslo

Tel. 0039.06.4746914; fax 0039.06.47826164; e-mail: s.d.i@iol.it