Materiali didattici per corsi di lingua e cultura italiana per stranieri, a cura di Scuola d'Italiano Roma

 
   

Giulia Grassi

  

LA VESPA SUL MAXISCHERMO

 
Il mito della Vespa al cinema, da Hollywood a Cinecittà
 
 

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La Vespa fa la sua apparizione nel film di William Wyler Vacanze romane (Roman holidays), del 1953, con Audrey Hepburn nei panni della principessa di un regno immaginario e Gregory Peck ed Eddie Albert in quelli di un giornalista e di un 
Vacanze romane fotografo americani. La storia si svolge a Roma e nel film la Vespa ha una funzione che poi si ritroverà in moltissime altre pellicole: essa contribuisce a creare l'ambiente, un'atmosfera determinata. È, in poche parole, sinonimo di Italia, in particolare dell'Italia degli anni Cinquanta e Sessanta: non a caso ricompare nel recente film di Antony Minghella, Il talento di Mister Ripley (1999), ambientato nel nostro Paese proprio negli anni Cinquanta.
  
Perché tanto spazio nei film? Ce lo spiega un grande regista italiano, Dino Risi "Non si poteva non darle spazio in quegli anni. Dopo la guerra si andava a piedi; la Vespa è stata il primo mezzo di locomozione delle masse, costava poco e quindi era molto diffusa. Quando è uscita l’automobile ha avuto un ruolo nei film, così è stato per l’aereo e così sarà per ogni mezzo di comunicazione che sarà inventato in futuro". 
La dolce vita Fino all'avvento dell'automobile, infatti, la Vespa è stata l'unico mezzo di locomozione con il quale si spostavano intere famiglie: un vero e proprio fenomeno di costume.
Eccola allora protagonista nelle commedie brillanti Poveri, ma belli (1956), Belle, ma povere (1957) e Cocco di mamma (1957), nelle quali Dino Risi ha raccontato la vita delle classi popolari di Roma; dei  film La notte brava (1959), di Mauro Bolognini, dove è
sfoggiata da giovani sbandati
di borgata e I tartassati (1959), di Steno, commedia amara sui conflitti tra due famiglie di piccolo-borghesi. Il maestro Federico Fellini le riserva una parte nel film La dolce vita (1959), pellicola che ha immortalato un certa Roma di fine anni ’50. E, del resto, la Vespa dei "paparazzi" romani sarà definita "la Rolls Royce della dolce vita". 
 
Non di rado, infine, la ritroviamo in film non italiani sempre del medesimo periodo, come nel francese Les Tricheurs (Peccatori in blue-jeans, 1958), di Marcel Carné; nell'inglese A pair of briefs (Due mariti per volta, 1961), di Ralph Thomas; negli statunitensi The happy road (Destinazione Parigi, 1957), di Gene Kelly e Bombers B-52  (I giganti toccano il cielo, 1957), di Gordon Douglas.

Dopo un lungo periodo, è stato proprio Nanni Moretti a ridare importanza alla Vespa, tornata ad essere simbolo di libertà, in particolare di libertà di movimento nelle città italiane ormai invivibili per il traffico. 
The happy road
 
 

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