Il vino Marsala

Il Marsala è il più vecchio dei vini DOC italiani; il suo nome deriva dalla città omonima, che in arabo significa "porto di Allah". Oltre due secoli fa, nel 1773, il commerciante di Liverpool John Woodhouse organizzò la prima spedizione di Marsala dal porto di Trapani verso l'Inghilterra, caricando il suo brigantino con settanta pipe di vino (ogni pipa corrispondeva a circa 420 litri). Sempre Woodhouse fondò il più antico stabilimento enologico siciliano: il Baglio (cioè il "cortile") della tonnara del Cannezzo. Gli inglesi, con il passare del tempo, apprezzarono sempre di più le spedizioni di Marsala, e il governo britannico volle addirittura che la flotta comandata da Nelson ne avesse a disposizione 500 botti all'anno; dopo la vittoria di Nelson contro Napoleone a Trafalgar, il Marsala ricevette il titolo di "Vicory Wine". Nel 1806 un altro imprenditore inglese, Benjamin Ingham, fondò il secondo stabilimento di produzione, e nel giro di 20 anni conquistò i mercati di Germania, Russia, Stati Uniti, America Latina e Australia. Nel 1833 il calabrese Vincenzo Florio fece costruire, tra i due stabilimenti inglesi, il suo "baglio" (questo termine ora ormai diventato sinonimo di "stabilimento di produzione del vino Marsala"); in 20 anni e con un investimento di circa 200.000 ducati (oltre 5 miliardi di oggi) Florio arrivò ad esportare il vino in tutto il mondo. La sua compagnia di navigazione era composta da 99 vascelli; un Regio Decreto gli impedì di costruirne altri, per evitare che la flotta di Florio diventasse più grande della Marina Reale. L'imprenditore scelse come insegna un leone che si abbevera ad un ruscello. Nel corso del tempo furono costruiti molti altri stabilimenti, e nel 1962 nacque il primo consorzio del sud (il "Consorzio per la tutela del Vino Marsala"); oggi questo comprende 15 aziende, che insieme coprono circa il 90 per cento della produzione di Marsala.

La produzione
Il clima e il territorio siciliano sono favorevoli alla coltivazione della vite. La viticoltura del trapanese è tra le più antiche dell'isola (sono stati trovati vasi vinari del periodo compreso tra l'VIII e il VI secolo a.C.); già nel 300 a.C. il porto di Marsala era un importante centro di scambio con i paesi dell'Egeo, con il Nord Africa e con la Spagna. La vite e il culto di Dioniso furono importati in Sicilia dai Greci, conoscitori della coltivazione "ad alberello" (che non lasciava crescere le piante più di 70-80 cm) e dei migliori sistemi di potatura; le uve coltivate con i loro sistemi erano ricche di zucchero, e i vini avevano un alto grado alcolico e un profumo delicato. Il Marsala è il loro diretto discendente. I vitigni ad uva bianca che originano questo vino sono il Grillo, il Catarratto, l'Inzolia e il Damaschino; per il tipo rubino si usano invece le nere Pignatello, Calabrese e Nerello Mascalese. La zona di produzione è quella della provincia di Trapani (escluse le isole e il comune di Alcamo), dove si arriva ad una resa di 80-100 quintali per ettaro. Gli stabilimenti (i "bagli") sono formati da magazzini che si sviluppano al pian terreno intorno ad un cortile rettangolare; la loro larghezza è quasi sempre di 12 metri (per permettere la disposizione di 4 serie di botti da 20-25 ettolitri), la lunghezza varia a seconda dell'importanza dello stabilimento. Il ciclo di produzione parte dalla raccolta e pigiatura dell'uva; a seconda dell'utilizzazione del mosto fresco si ottengono i diversi tipi di Marsala. I vari metodi di conservazione sono la fermentazione, l'alcolizzazione e la cottura; i vini vengono poi fatti invecchiare per diversi anni in fusti e tini di rovere. Seguono la decantazione e la filtrazione e la refrigerazione; solo a questo punto i vini sono pronti per l'imbottigliamento. Il Marsala è prodotto e imbottigliato da una ventina di aziende grandi e piccole, alcune delle quali possono anche essere visitate. Oggi il Marsala è venduto in 35 Paesi.

Le caratteristiche del vino
Ha una gradazione media di circa 18 gradi. E' considerato uno dei 4 più grandi vini da dessert del mondo, ed è il primo vino ad aver ottenuto in Italia il riconoscimento della DOC (nel 1969). Ogni anno ne vengono prodotti oltre 8 milioni di litri: l'8 per cento di questi viene imbottigliato, il 25 per cento del quale viene poi esportato. Una legge del 1984, entrata in vigore tre anni dopo, ha fissato le caratteristiche fondamentali alle quali deve rispondere il Marsala.

A seconda della quantità di zuccheri il Marsala può essere secco, semisecco e dolce; le cinque categorie in cui può rientrare sono "Fine" (alcool superiore a 17 gradi e invecchiato per più di un anno), "Superiore" (alcool superiore a 18 gradi e invecchiato per oltre due anni), "Superiore Riserva" (come il precedente ma vecchio di almeno 4 anni e meno acido), "Vergine e/o Soleras" (oltre 18 gradi e cinque anni di invecchiamento), "Vergine Soleras Riserva" (come il precedente ma invecchiato per almeno 10 anni). Tutti i Marsala vanno serviti nel bicchiere a tulipano a stelo alto.