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LA VIA DEL SALE

Porta alla scoperta delle saline e dei mulini a vento; della Laguna dello Stagnone con i tramonti incantevoli; dell’isola di Mozia, con le testimonianze della civiltà fenicio-punica, da cui si scorgono le isolette vicine e l’arcipelago delle Egadi, in un paesaggio ricco di fascino e suggestioni.

La via del sale ricade in una Riserva Naturale Orientata di grande richiamo paesaggistico: un magnifico giardino mediterraneo, con una flora e una fauna ricche di esemplari di particolare interesse.

Parte da Marsala e giunge fino a Trapani, tra vasche che riflettono i colori del cielo e "montagne" bianche. In due Musei vengono illustrati i cicli di produzione e raccolta del sale, che avviene due-tre volte l’anno, prima che arrivi la stagione invernale con le piogge.

Su questa via faremo tappa nell’Isola di Mozia, la "perla" fenicia dello Stagnone.

 



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L’ISOLA DI MOZIA

A due passi da Marsala, è la più archeologica delle Isole dello Stagnone. Nell’arcipelago si specchiano anche Santa Maria, Schola e Isola Longa.

Mozia è raggiungibile con piccole imbarcazioni che assicurano i collegamenti con la terraferma. Un tempo era collegata alla costa (nei pressi della necropoli di Birgi) da una strada sommersa percorsa da carretti trainati da muli. Oggi, con la bassa marea, la strada è visibile dall’alto.

Sull’isola, con una superficie di 40 ettari, in una vegetazione tipicamente mediterranea, sono stati rinvenuti in diverse campagne di scavi, reperti archeologici di varie epoche, in parte custoditi in un piccolo e suggestivo Museo.

Giovinetto in tunica. E’ il più importante dei tesori di Mozia. Raffigura una possente statua in marmo ionico del V secolo a.C., forse un Apollo o un’auriga, oggetto di studi da parte di critici d’arte di fama internazionale. E’ stato più volte esposto in diverse Mostre, tra cui quelle di Palazzo Grassi a Venezia.

La visita guidata a Mozia porterà al Cothon, l’antico porto commerciale, e ai mosaici che ingentilivano le abitazioni di quell’epoca; nonché alla necropoli con le urne cinerarie dei bambini immolati agli dei.