Rimini, inverno
1996.
Laboratorio sperimentale
di musica e teatro con allestimento di uno spettacolo finale.
Un gruppo di persone
si incontra il sabato pomeriggio all'Istituto musicale, musicisti,
cantanti, animatori, studenti, insegnanti, casalinghe, bancari...
e l'avventura comincia.
Non c'é
autore, non esistono personaggi sulla scena, non risuonano parole,
dialoghi e musiche, tutto verrà creato insieme, da teste e
mani diverse, differenti emozioni e reazioni, modi di essere e di
mettersi in gioco.
Il testo e la
sceneggiatura nascono via via dalle suggestioni suggerite dalla musica,
dapprima input sonoro, semplice idea, spunto melodico, poi discorso
sempre più chiaro, definito, elaborato.
Le atmosfere evocate
dalle improvvisazioni investono i corpi e scolpiscono le espressioni
dei volti, giochiamo a lasciarci andare, ci tuffiamo nell'azione senza
progetto, senza meta, liberi da maschere e preconcetti.
Le idee scaturiscono
inaspettate, i personaggi affiorano da incontri impossibili, le musiche
fluiscono come polifonie inesplorate, in una continua contaminazione
di generi, stili, forme.
Ulisse, irrequieto,
vaga alla ricerca di se stesso sulle note di "Op, Op trotta cavallino",
ninfe e pastori emergono dall'Arcadia intonando madrigali a 4 voci,
ma si lasciano tentare dall'avventura di Internet
Le figure fluttuano
tra i suoni, si incontrano, si trasformano, conquistano identità
proprie, pretendono spazi in cui crescere e diventare protagoniste,
suggeriscono trame, fanno nascere storie
Alceo costretto
a recitare su una corda di sol si ribella al suo ruolo, i manager,
automi in giacca e cravatta, attraversano la scena con simmetrie rigorose
scandite da impulsi ritmici
Le musiche si
concretizzano in partiture che dettano legge all'azione teatrale,
guidano i gesti, muovono i corpi sulla scena.
Lui e Lei in un
romantico duetto d'amore, Sancho, compagno di Ulisse nel viaggio virtuale
tra bit e suoni elettronici, Penelope, solista in ciabatte e vestaglia
rossa, Clori, voce infantile ingenua e maliziosa
Il limite della
cadenza musicale che scandisce i tempi e delimita gli spazi diventa
opportunità per giocare con la fantasia. Le suggestioni musicali
prendono corpo in forme mobili manovrate dal ritmo, i personaggi teatrali
coincidono con i personaggi musicali.
L'Autore sconfitto
a terra privo di sensi, i personaggi lasciati senza briglia, frammenti
di dialoghi, parole, suoni, crescendo finale, buio totale
Sull'onda dell'emozione
che mi evoca il racconto, rivivo l'esperienza di questo straordinario
laboratorio lasciandomi trasportare da ricordi, immagini, sensazioni.
Otto mesi di lavoro,
gioco, volo, viaggio, tra sperimentazione, improvvisazione, suoni,
strumenti, partiture, costumi e infine la messa in scena, come naturale
sbocco di un percorso di scoperta di sé, superamento di stereotipi,
ampliamento di prospettive, ricerca ed invenzione continua.
"Per favore, qualcosa
di sensazionale!" è il titolo dello spettacolo, slogan di chi
cerca di farsi ascoltare emergendo da uno sfondo informe per esplorare
strade sconosciute e aprirsi a nuovi incontri.
Un'esperienza
corale, dove il gesto di ciascuno, pur specifico e particolare, ha
partecipato alla condivisione di un'intensa emozione collettiva.
Grazie a Fabio,
Spigolo e Marco che mi hanno coinvolta in questa storia esaltante.