Raccontarsi:
l'importanza della autobiografia
Io credo
che ognuno di noi dovrebbe, quando interviene su temi come questo della
educazione alla pace, fare ciò che ha fatto spesso Baden Powell
(l'ideatore del metodo educativo dello scautismo), scrivendo i suoi
testi sullo scoutismo, fare cioé autobiografia. In poche
parole è ciò che cercherò di fare anch'io
per trarre poi alcune riflessioni sulle esperienze di educazione alla
pace nelle diverse branche.
La mia esperienza scout inizia nel marzo del 1965 come lupetto.
Dal 68 al 72 sono negli esploratori: sono anni di grande rinnovamento.Nello
scoutismo italiano si iniziano ad affrontare temi come la comunità
capi, la collegialità, la coeducazione, l'assistente ecclesiale
come un capo fra i capi.
Dal 72 al 76 sono nella Comunità R/S, che nel frattempo era divenuta
da ASCI, AGESCI.
Nel 1980 c'è l'incontro con i movimenti nonviolenti: Massafra
e la comunità dell'Arca, il Movimento Nonviolento, il Movimento
Internazionale di Riconciliazione, l'esperienza di Don Milani a Barbiana
e naturalmente Lettera ad una professoressa.
Dal 1982 a tutt'oggi sono Obiettore di Coscienza alle Spese Militari.
Mi laureo nell'84 in economia e commercio con una tesi di laurea col
professore Carlo Doglio, ordinario di Organizzazione e Pianificazione
Territoriale all'Università di Bologna. Doglio è un anarchico-nonviolento,
lavora con Olivetti nell'esperienza di Comunità negli anni 50,
va poi in Inghilterra dove conosce personalmente E.F.Schumacher di cui
traduce Piccolo è bello. Lavora poi con Danilo Dolci a Partinico
La mia tesi di Laurea è sulle Tecnologie Appropriate nelle Ande
peruviane. Per questo resto in Perù per 6 mesi vicino ad alcuni
amici capi scout che stavano facendo l'esperienza di volontariato internazionale
nel MLAL, Movimento Laici America Latina.
A Cesena,all'inizio degli anni '80 (sono gli anni della base nucleare
di Comiso) oltre a fare il capo scout nelle diverse branche, metto in
piedi con alcuni amici il Centro di Informazione Nonviolenta. Una realtà
che ben presto si interroga su "quali violenze le donne e gli uomini
romagnoli vivono nel quotidiano". Ci si chiede che cos'é
violenza nel luogo in cui viviamo? Violenza che significa tumori,nitrati
nell'acqua, pesticidi nella frutta e verdura, concimi chimici gettati
nel terreni
. Da qui è nata l'idea e l'ipotesi dell Tecnologie
Appropriate e di un centro che lavori su queste tematiche.
Dal 76 al 90 ho fatto servizio attivo con i ragazzi in tutte le Branche.
Poi ho fatto l'esperienza per 6 anni, dal 90 al 96, come Capo Redattore
di Giochiamo.
Professionalmente ho fatto per 17 anni "il maestro nella scuola
materna".e oggi sono direttore didattico a Moena, in Val di Fassa,
zona di minoranza etnica e linguistica ladina. Devo con franchezza affermare
che la mia esperienza di maestro e di Direttore Didattico deve molto
alla mia "esperienza scout". Ad esempio la formazione come
capo-scaut mi è servita tantissimo al mio fare il maestro e oggi
il direttore. Attualmente sono incaricato nazionale del Settore Pace-Nonviolenza-Solidarietà
dell'AGESCI.
Esperienze semplici ma concrete
A proposito della pace, dice Baden Powell (B.P.)"Ricordiamoci che
stiamo formando i nostri più giovani cittadini in un modo nuovo,
eppur urgentemente necessario per la pace nel mondo. La pace non può
essere assicurata interamente da interessi commerciali, alleanze militari,
disarmo generale o trattati bilaterali, se lo spirito di pace non è
presente nella volontà e nell'animo dei popoli. È una
questione di educazione."
Quali
sono le esperienze fatte in questi anni nelle tre branche dell'AGESCI?
Ecco qualche esempio:
Un Branco della Lombardia si impegna per capire che cos'è il
Piano Regolatore Generale (PRG). È una esperienza di studio
che porterà a predisporre da parte del Branco un proprio Piano
Regolatore, a misura di bimbe e bimbe.
Pacchi per la pace. È l'esperienza di raccolta e di invio
di pacchi contenenti materiali didattici ai bambini profughi nei campi
di rifugiati in Somalia.
Sempre in campi profughi delle popolazioni colpite dalla guerra
nei Balcani, diverse alte squadriglie hanno svolto in questi anni attività
di animazione con i bambini. In alcuni periodi, poi, viene offerta l'ospitalità
ai bambini profughi nei reparti e branchi
Ogni anno centinaia di scout prestano servizio civile come obiettori
di coscienza al servizio militare in molte strutture pubbliche e
private. Molti di questi svolgono il proprio servizio nelle strutture
Caritas, l'ente che a livello nazionale ha la convenzione con il Ministero
della Difesa per il maggior numero di obiettori. A S.Angelo dei Lombardi,
in Irpinia, nel 1980, ci fu un terribile terremoto. E' in quell'occasione,
dopo l'intervento delle squadre di protezione civile, che inizia l'esperienza
di servizio civile degli obiettori di coscienza scout. È anche
questa una scelta per essere "buoni cittadini".
L'esperienza degli obiettori di coscienza al servizio militare si concretizza
anche nei vari centri operativi. I Centri Operativi sono nati
con l'obiettivo di far vivere una proposta significativa, ai capi che
scelgono di fare servizio civile. Il primo centro storico è quello
di Firenze: il Centro Arcobaleno. Qui c'è un vero e proprio centro
di accoglienza per cosiddetti "senza fissa dimora". Ma questo
luogo è stato anche "fucina", "scuola" e
"route" per molti capi che qui hanno svolto il loro servizio.
Poi c'è il Centro Azimut, ad Alessandria, che ha come indirizzo
primario il servizio in comunità per minori. A Reggio Calabria
è attivo Il Gelsomino, un Centro di Documentazione sui temi della
pace. La convenzione fra AGESCI e Ministero della Difesa prevede, a
livello nazionale, l'impegno di servizio per 15 obiettori di coscienza.
"A light for hope". E' un progetto di educazione multiculturale
che si concretizza in piccole azioni di pace, utili ad armonizzare il
gesto con il pensiero. Il progetto mira a coinvolgere Lupetti e Coccinelle
nel gesto simbolico di accendere una notte al mese una candela che rappresenta
"una luce per la speranza". È la speranza e la preghiera
per la pace, a partire da quei luoghi che più di altri rappresentano
il conflitto in atto: Sarayevo, Gerusalemme
È anche un
progetto per educare alla lettura in un orizzonte multiculturale con
una attenzione al mondo religioso ebraico, cristiano e musulmano.
L'Anno di Volontariato Sociale (AVS). È una proposta di
pace, di giustizia e di solidarietà. Per un anno la persona si
dedica completamente al servizio degli altri. Destinatari della proposta
sono le ragazze di età superiore ai 18 anni. E' una delle tante
maniere per "servire la patria", in maniera nonviolenta. E'
una scelta di cultura, che sposta l'attenzione dalla cultura del profitto
a quella della gratuità, dal consumismo alla sobrietà,
dall'individualismo alla condivisione. Alcune ragazze, dopo l'esperienza
della Comunità R/S, hanno già scelto di fare questa esperienza.
Altre si preparano a farla.
Il muro della pace (educazione alla pace): gli scout presenti
agli accordi di pace in Salvador
Caro
Sindaco ti scrivo
È l'esperienza di quasi 200 Lupetti
e Coccinelle che scrivono ai loro futuri sindaci. Siamo nella primavera
del '90 e quasi tutti i sindaci delle più grandi città
d'Italia ricevono le lettere dei bambini e delle bambine, attraverso
la redazione di Giochiamùo. Quasi tutti i sindacoi rispondono
personalmente all'iniziativa.
I progetti di solidarietà internazionale in Bosnia, Croazia,
Slovenia (Gabbiano Azzurro) e Albania. Con l'inizio della guerra e l'arrivo
del primo grosso contingente di bambini profughi bosniaci in Croazia,
inizia l'azione di solidarietà degli scout, impegnati soprattutto
nell'animazione.
La presenza di capi e di rover/scolte si esprime in circa 20 campi profughi
in Slovenia e Croazia, oltre che in Italia.
Dal '96 con alcuni capi marchigiani inizia anche la presenza a Sarajevo,
in Bosnia e nell'estate del 97 sono iniziati i primi campi di lavoro
nella stessa città.
L'orfanotrofio Skela a Valona. Il 15 febbraio 1997 l'AGESCI ha
firmato col il Ministero dell'Assistenza sociale della Repubblica d'Albania
un protocollo d'intesa. Dopo 5 anni dal nostro primo intervento, l'associazione
è ora coinvolta pienamente nell'Orfanotrofio Skela, a Valona,
in Albania, dove vivono circa 30 bambini.
Il nostro intervento si basa essenzialmente in:
un sostegno alimentare,
la fornitura di materiali didattici,
l'assistenza sanitaria,
la formazione professionale.
Si effettuano anche campi di animazione in Albania, in collaborazione
con le missioni albanesi e con la Caritas. In Albania l'Agesci è
anche impegnata insieme all'ufficio mondiale del guidismo in un progetto
per lo sviluppo del guidismo/scautismo. L'idea è di creare una
associazione che dia la possibilità a bambine/bambini, ragazze/ragazzi,
e giovani di poter organizzare per loro e per altri iniziative che sviluppino
le loro capacità fisiche, intellettuali...ed essere così
"buoni cittadini di oggi e di domani".
Cos'è
pace e che cos'è educazione alla pace.
Che cos'è
pace? Che cos'è assenza di pace? In questi ultimi tempi si parla
tanto di pace. Se ne parla nei trattati internazionali, si marcia per
la pace, si festeggia per la pace, si chiede ai governi la pace. Chi,
come noi, si interessa di problemi inerenti leducazione dei bambini,
certamente ha avuto occasione più di una volta di avere a che
fare in maniera più o meno diretto con situazioni che richiamano
alla pace, o meglio alla parola pace. Tutti, in coscienza, ci siamo
- comunque - trovati prima o poi a fare scelte che favorivano o meno
il cammino della pace. Pensiamo solo per un attimo ad una situazione
in ci due bambini hanno litigato fra di loro e noi interveniamo invitandoli
a......fare la pace"! Ma cosa si intende per educazione alla pace?
Aldo Capitini così si esprime a proposito dell'educazione:
... impegnare nella lotta per la pace quelle virtù di eroismo,
solidarietà, disinteresse, lealtà, dedizione, quel senso
romantico dell'avventuroso e dell'inconsueto, che se trovano soddisfacimento
nelle guerre di tipo cavalleresco, non è affatto vero che possano
più essere considerate virtù militari (se mai lo sono
state e se esistono "virtù" specificatamente "militari).
Ettore Masina, circa 15 anni fa così definiva il termine pace:
"La condizione di un luogo, di un popolo, di un'epoca storica in
cui non soltanto non vi é guerra guerreggiata, ma non esistono
violenza dell'uomo sull'uomo, o di un gruppo su altri gruppi; anzi,
tutti gli uomini e le donne si sentono corresponsabili del destino dei
loro simili e cercano di aiutarli vicendevolmente a sviluppare le proprie
potenzialità e raggiungere la felicità".
Provando a fare una sintesi di queste due definizioni provo a formulare
una definizione. Educare alla pace vuol dire:
|
Cosa
significa tutto questo? Come si esprimono questo concetti nelle diverse
"branche" in cui è strutturato il lavoro scout? Ecco
allora quelle che io considero, dal punto di vista del metodo scout,
le "parole chiave" per capire lo scoutismo nell'ottica della
educazione alla solidarietà. :
l'ambiente fantastico
l'ambiente fantastico è la necessità di parlare
e operare per una educazione alla pace e alla solidarietà usando
un canale comunicativo a presa diretta, a misura di bimbi e bimbe,
cioè immediatamente capibile da quella fascia di età
che va dagli 8 agli 11 anni. Il linguaggio fantastico dell'ambientazione
giungla o bosco, offre ai bambini lupetti e coccinelle un messaggio
simbolico del possibile, della potenzialità pensata ma anche
raggiungibile. Sapete quanto questo incide sulla personalità
di una persona per quel che riguarda la possibilità di modificare,
di pensare un mondo, una società diversa.
il gioco
è a mio parere uno dei punto principali dell'educazione
scout, soprattutto nell'ottica di formare persone che abbiano coraggio
e che sappiano non avere o superare ogni paura.
Anche il gioco abitua al cambiamento a "lasciare il mondo migliore
di quello che abbiamo trovato".Fa sì che ci si senta davvero
partecipi di un processo in cui poco prima si era perdenti e ora,
anche grazie a quel 5% di buono che ciascuno di noi possiede, si diviene
vincenti. Anche chi ci viene contro, l'avversario, il nemico ha il
5% di buono
Giocarsi nella mischia senza aver paura! E' questo comunque l'aspetto
fondamentale a cui abitua il gioco. E guardate che la paura è
all'origine di tutti i conflitti.
la legge e la promessa
abituano i ragazzi ad un impegno etico profondo, preso prima di
tutto con sé stessi, all'interno della comunità in cui
si è inseriti, con uno spirito che ci lega a tutti i fratelli
scout e a tutti gli uomini.
l'impresa e la squadriglia
è una vera e propria avventura "vivere insieme".
Una esperienza ideata, progettata realizzata, interpretata (nel bene
o nel male) e gioìta con la fiesta finale. Ditemi se questa
non è, in una prospettiva adulta quello che gli anarchici libertari
e socialisti definivano "mutuo appoggio", oppure nella centenaria
esperienza solidaristica trentina "cooperazione" o come
oggi qui affermiano: "solidarietà".
le abilità manuali
in una società schizofrenica, dove gli uomini e le donne
perdono spesso la globalità di un approccio all'intorno, dove
la divisione delle mansioni lavorative ha creato squilibri psico-sociali,
recuperare una interdipendenza fra pensiero e azione, fra il fare
e il pensare, fra l'agire e il riflettere, permette di contribuire
a ricucire una frattura profonda. E' in fondo anche quello che diceva
Gandhi quando affermava che il lavoro manuale è il dovere di
ogni uomo per guadagnarsi da vivere. "Ogni uomo e ogni donna
-diceva Gandhi-deve lavorare per vivere.... L'idea è che ogni
persona sana deve lavorare abbastanza da prodursi il proprio cibo,
e le sue facoltà intellettuali devono essere utilizzate non
per trovare mezzi di sostentamento o per mettere da parte un capitale,
ma solo al servizio dell'umanità
I milioni di persone affamate chiedono una sola poesia: del cibo fortificante.
Ma non gli può essere dato, devono guadagnarselo. E possono
farlo solo con il sudore della propria fronte. Il lavoro intellettuale
è importante ed ha un posto indubbio nel quadro della vita.
Ma ciò su cui insisto è la necessità del lavoro
fisico. Nessun uomo dovrebbe essere libero da questo obbligo. Dio
creò l'uomo perché si guadagnasse il suo cibo e gli
disse che quelli che mangiavano senza lavorare erano dei ladri"
la buona azione e il servizio
La Buona.Azione. è indubbiamente una delle caratteristiche
dell'esperienza scout fin dalla esperienza di Lupetti e Coccinelle.
A mio pare questa esperienza educa al senso del gratuito al fatto
che possa esistere qualcosa di non monetizzabile
e poichè
le guerre nascono sempre e quasi esclusivamente per questioni economiche,
pensare che "si possa fare esperienza di lavoro, di impegno e
di fatica senza essere pagati" è indubbiamente una molla
fondamentale per l'educazione alla solidarietà. Pensiamo solo
per un attimo a quello che oggi sono le esperienza delle "banche
del tempo".
la progressione personale
estote parati, siate pronti. Ognuno è protagonista della
propria esperienza di "auto-educazione". È il senso
della responsabilità, del saper camminare con le proprie gambe,
di "saper guidare la propria canoa".
la topografia
E' l'arte di saper leggere le carte e di sapersi orientare. Quante
persone che non siano state scout e che di professione non facciano
i geometri sanno leggere una cartina topografica? Storicamente questa
competenza era appannaggio del principe "commerciante" o
del principe "condottiero". Quella del geografo era in sostanza
una professione a servizio dei potenti, che dovevano saper conoscere
e padroneggiare i luoghi in anticipo, per poterli o conquistare militarmente
e poi sottometterli economicamente. Non a caso l'ultima grande rilevazione
cartografica fatta sul territorio italiano é stata realizzata
alla fine degli anni trenta dall'Istituto Geografico Militare (I.G.M.).
In quell'occasione è stata fatta una mappatura dettagliata
di tutto il territorio nazionale e sono state realizzate le cosiddette
carte topografiche al 25.000. Quelle che poi usano gli scout. Questa
esperienza è fondamentale per sapersi orrizontare nel mondo
e soprattutto nel proprio territorio. Anche questa è educazione
alla: pace.
la vita comunitaria
E' una esperienza educativa rivolta alla persona che vive insieme
ad altri in una comunità. Non ci si rivolge genericamente al
gruppo, ma si ha fiducia nella persona e nelle sue potenzialità
che esprime insieme in una piccola comunità. E' quello che
diceva Don Milani quando affermava che "aveva amato solo poche
persone perchè non si poteva amare l'umanità senza amare
persone col loro nome".
.
l'ambiente naturale e la vita all'aperto
in una società sempre più antropizzata
è
sempre più rara l'esperienza di un contatto con l'ambiente
naturale. Quanto queste incide nella vita di ciascuno di noi. Vorrei
solo per un attimo ricordare a tutti l'esperienza che ci ha lasciato
una traccia indelebile: la famosa "austerity" del '73.
la veglia alle stelle
il senso del proprio limite. Una società che non si pone
limiti che non opta per una sostenibilità e una durata nel
futuro è uno società egoista. Restare fermi, all'aperto,
durante le ore notturne, in un luogo lontano dalle città. È
una esperienza che matura in noi il senso del "limite" che,
in una società come questa, è sicuramente fondamentale.
la dimensione etnica o bioregionalista
oggi non possiamo lasciare ad alcune forze politiche la prerogativa
del "locale" e del "decentrato". Lo scoutismo,
così come è organizzato, è di fatto una associazione
basata sul decentramento. Le Comunità dei Capi-Educatori sono
nei quartieri, nelle Parrocchie
sperimentando la forza del "piccolo
è bello". È quella che io definisco prospettiva
bio-regionalista o etnica. È nel locale che ci si educa alle
proprie radici, alla propria "lingua madre" (non chiamiamola
più dialetto), alla conoscenza delle proprie tradizioni
per poter poi incontrare l'"altro".
il capitolo
è una modalità educativa si basa sull'itinerario
veder - giudicare -agire. È l'ottica con cui ci si muove con
i ragazzi delle nostre unità R/S, ma direi anche in quella
esperienza finale che è la partenza, cioè l'uscita dall'esperienza
educativa scout:
* prendere coscienza
dell'esistenza di vari conflitti un conflitto che può viversi
nel personale e nell'interpersonale (cioà nel quotidiano, nelle
piccole cose
) ma può essere anche un conflitto etnico,
religioso, sociale, epocale (la nostra società e quella dei nostri
nipoti o pronipoti) continentale (nord-sud).
* informarsi, documentarsi, senza essere superficiali, ma andando
alle radici del problema, per cercare di capirlo fino in fondo
* cambiare stile di vita, atteggiamento, modalità di approccio
ai temi e ai problemi.
Questo ultimo aspetto, che si riferisce soprattutto all'ultima fase
educativa scout cerca di far riflettere i ragazzi anche sulle loro prospettive
professionali dove si punta a far capire l'importanza di "essere
competenti" per meglio servire gli altri, non per "competere".
Tutto
quanto detto fino ad ora ha significato per i ragazzi avere un contatto
e una conoscenza con realtà che fino a pochi anni prima sembravano
a lorolontane. Nel concreto di questi anni pensiamo in particolare alla
problematica dei campi-profughi? Alle guerre dei Balcani. Constatare
la problematica del conflitto interreligioso e interetnico è
un elemento per riflettere e per progettare quella che sarà (e
già in parte lo è) la società multiculturale e
multireligiosa.
il campo estivo, l'hike, il challenge, il deserto
Non mi posso qui che riferire all'idea che Gandhi prima e Schumacher
poi definiscono come "tecnologie appropriate"
È la scelta che politicamente opta per un modello di società
sostenibile.
educare all'ambiente
la scelta di intervenire in operazioni di emergenza e protezione
civile. Dal Vajont a Firenze, dal Friuli all'Irpinia e oggi in Umbria
e nelle Marche. È qui che è nata la prima esperienza di
Obiettori diCoscienza Scout. Educare alla difesa della propria patria,
cioè della terra dei padri, in sostanza alla difesa popolare
civile
fare strada insieme
è l'esperienza del con-dividere, del camminare al ritmo del
più debole, del portare insieme pesi dell'altro, di colui che
in quel momento è in difficoltà.
Pace, nonviolenza e solidarietà: l'esperienza dell'AGESCI
Il settore pace, nonviolenza e solidarietà è nato nell'AGESCI:
per informare e orientare gli associati verso scelte di pace,
nonviolenza, obiezione di coscienza, servizio civile, volontariato sociale
e solidarietà internazionale
per collaborare con gli incaricati al metodo, agli interventi
formativi e alla formazione capi per realizzare iniziative educative
e formative
per curare le relazioni utili per una presenza significativa
su questioni di pace, nonviolenza, solidarietà e col Ministero
della Difesa per la gestione del servizio civile
per mantenere il collegamento con le regioni per coordinare,
sostenere e divulgare esperienze particolarmente significative in questo
settore (dal regolamento AGESCI)
Questo settore, quindi, oltre a dar voce alle iniziative di cui sopra
abbiamo parlato, cerca di far emergere nuove attenzioni sulm tema generale
della pace e della solidarietà. Ad esempio ci si interroga sul
perchè di una esperienza di solidarietà internazionale
per attivarci in un percorso di educazione alla pace in un'ottica multiculturale
per imparare ad entrare in relazione
per imparare a conoscere meglio la nostra identità e l'identità
dell'altro
per imparare a scoprire affinità e differenze e valorizzarle
come modalità di interazione
per imparare a comunicare sia tra vicini che tra lontani
per scoprire la vicinanza presente, rispetto ad altre vicinanze
COME DISPORCI a fare l'esperienza
chiariamoci progressivamente l'esperienza che si andrà
a fare
decidiamo le "cose" da fare affinché l'esperienza
sia compiuta
impariamo ad essere umili ed imparare quant'è importante
informarci per capire meglio
chiediamoci cosa vogliamo fare di positivo per noi stessi
interroghiamoci su che cosa sarà cambiato in noi quando
avremo fatto l'esperienza
chiediamoci quanto dipende da noi e che cosa fare per raggiungere
la nostra metà
studiamo i modi per comunicare agli altri l'esperienza fatta
L'IMPORTANZA DI INTERPRETARE
i cambiamenti suscitati in noi dall'esperienza
quali atteggiamenti mentali ha messo in movimento l'esperienza
?
quali nuove consapevolezze e atteggiamenti mentali sono maturati
in noi?
quali novità ha portato l'esperienza nel nostro sistema
di convinzioni e di valori?
quali gesti e azioni concrete ha suscitato in noi l'esperienza?
cosa è cambiato nel nostro stile di vita
" (questa
griglia è stata utilizzata in occasione di incontri di formazione
in preparazione ai campi di lavoro all'estero)
Si partecipa poi allaTavola della Pace è un coordinamento
di enti e associazioni che si occupano di pace, sviluppo e solidarietà.
Nato nel 1996 collega enti locali, istituzioni (ONU, UNDP, ecc.) all'associazionismo.
L'idea è quella di essere un luogo di discussione e confronto
alla pari
Fra le tante iniziative che realizza c'è la Marcia della Pace
Perugia Assisi e i Forum internazionali.
Il contributo Agesci: portare la propria esperienza e proporre una costate
attenzione agli aspetti e ai problemi educativi, oltre alla gestione
delle comunicazioni (pagina web su Internet).
C'è poi l'obiezione di coscienza alle spese militari.
E' il 1849, negli Stati Uniti, Henry David Thoreau, ascoltando la sua
coscienza, disobbedisce e non paga l'imposta federale per finanziare
la guerra. Inizia così' la storia dell'obiezione di coscienza
alle spese militari. Nel 1981, in Italia, l'idea dell'obiezione di coscienza
alle spese militari si organizza e diviene una campagna nazionale promossa
da diverse associazioni pacifiste.
Molti, fra gli obiettori fiscali, gli scout.
Un obiettore fiscale alle spese militari compie un gesto di "disobbedienza
civile" che consiste nel rifiuto di pagare quella quota di imposte
che si utilizzerebbe per le spese militari o per particolari scopi bellici
che entrino in conflitto con la propria coscienza.Non è evasione
fiscale: la somma "sottratta" al fisco viene convogliata in
un fondo consegnato poi al Presidente della Repubblica per scopi di
pace.
Reti telematiche per la pace. Nel settore Pace-Nonviolenza-Solidarietà
si sta dando anche spazio alla comunicazione via telematica. Questo
permette di entrare in rete con le associazioni di base che lavorano
per la pace, la solidarietà, l'ambiente.
E' in preparazione una "mailing list" del settore e una pagina
Web su scautismo, pace, nonviolenza e solidarietà. Sarà
così possibile accedere, in maniera decentrata, ad informazioni
e documenti.
Infine pace significa anche "far pace col pianeta terra".
Nell'associazione sta crescendo lattenzione sui temi dell'economia.
Oggi i termini nord e sud non sono solo un riferimento geografico ma
economico e sociale.
Sono il paradigma della contrapposizione tra ricchezza e povertà
del mondo, tra benessere e miseria, tra lavoro dignitoso e lavoro in
situazioni di sfruttamento.
La sfida educativa per noi allora è quella di preparare uomini
e donne capaci di orientarsi in questo panorama. Oggi è fondamentale
imparare a distinguere e scegliere le cose veramente essenziali.
La proposta educativa scout è anche educazione allessenzialità
e alla mondialità, al consumo critico, all'uso etico dei soldi,
ad una convivialità ecologica col pianeta terra. Fra le esperienze
che il settore sostiene, in questo ambito, c'è quella di un "aula
integrata all'aperto" che in questi anni si sta realizzando a Cesena.
Gianfranco
Zavalloni
Incaricato Nazionale del settore
Pace - Nonviolenza - Solidarietà dell'AGESCI
(dal gennaio 1997 all'ottobre 1998)
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