- ABILITÀ: v. sub
voce COMPETENZE
- CAPACITÀ: v. sub
voce COMPETENZE
- COMPETENZE
Competenza è ciò che, in un
contesto dato, si sa fare (abilità) sulla base di un sapere, cioè di
conoscenze sia esperite sia concettualizzate, per raggiungere
l’obiettivo atteso e produrre CONOSCENZA; è quindi la disposizione a
scegliere, utilizzare e padroneggiare le conoscenze, capacità e
abilità idonee, in un contesto determinato, per impostare e/o
risolvere un problema dato” (nota
1).
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Essa si differenzia convenzionalmente dalla “capacità” per
il suo carattere di prestazione osservabile in un contesto.
Per obiettivi intendiamo allora indicatori
di competenze. Essi consentono di verificare, attraverso determinate
prove, il grado di padronanza di una certa competenza, acquisito dagli
alunni.
Per competenze trasversali o generali o macrocompetenze s’intendono
le c. comuni a più discipline non in quanto astraggono dalle discipline ma
perché pertengono a più discipline o a tutte, declinandosi diversamente in
ciascuna di esse nelle competenze specifiche o settoriali. Propriamente,
esse manifestano appieno il loro carattere di trasversalità allorché sono
utilizzate anche in contesti esterni alla formazione e all’istruzione.
Quali sono? Poiché ogni sapere disciplinare può essere concepito come un
discorso da comunicare o da interpretare, esse possono essere ricondotte
a:
- saper comunicare
(relazionarsi, confrontarsi con l’altro da sé, trancodificare, elaborare
‘testi’ (in senso lato) coerenti e coesi anche sul piano delle
presupposizioni ecc.). La macrocompetenza comunicativa si fonda peraltro
sulla possibilità di costruire e interpretare il sapere specifico di
ogni disciplina (e area), in termini di:
- saper selezionare
(osservare, percepire, delimitare il campo d’indagine, scegliere i dati
pertinenti ecc.);
- saper leggere (in
senso lato: analizzare, inferire, decodificare, interpretare
correttamente, ecc.);
- saper generalizzare
(sintetizzare, astrarre: andare dal particolare al generale,
dall’informazione al concetto…)
- saper strutturare
(mettere in relazione e in rete, confrontare, falsificare le ipotesi,
strutturare un modello aderente ai dati selezionati e conscio dell’uso
sociale dei saperi, rappresentare lo/nello spazio e il/nel tempo,
elaborare testi, prodotti ecc.);
Non solo ogni disciplina
deve saper riconoscere ed indicare le proprie specifiche competenze
rispetto a questo quadro generale, ma tali macrocompetenze devono essere
sviluppate contemporaneamente in ciascuna, secondo gradienti differenziati
—› curricolo (verticale).
Esse rappresentano l’aspetto semantico di un
sapere, vale a dire i suoi oggetti (immagini, segni, simboli, suoni,
dati, gesti, fatti,…). Il loro significato non si dà immediatamente,
ma si manifesta nella sua dimensione più profonda solo se si colgono
la SINTASSI che le ordina, l’INTENZIONALITA’ che utilizza e
determina la sintassi stessa, il CONTESTO di cui l’intenzionalità è
espressione.
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- La SINTASSI è l’insieme delle categorie ordinatrici
del discorso (spazio, tempo, relazione), delle procedure metodologiche,
della grammatica che ne fornisce le regole combinatorie. La sintassi
rende comprensibili le CONOSCENZE organizzandole in modo strutturato;
- l’INTENZIONALITA’: essa è ciò che sta dietro ogni
discorso ma vi è rintracciabile attraverso l’analisi del linguaggio
(verbale, mimico, musicale, iconico, formale ecc.) in oggetto. Essa
rende i dati dell’esperienza fatti, eventi, parole, immagini, suoni,
selezionandoli ed ordinandoli secondo una determinata SINTASSI.
L’intenzionalità, insomma, è il punto di vista prospettico da cui ogni
sapere deriva;
- il CONTESTO è l’universo di valori in cui si generano
le INTENZIONALITA’, che ne sono quindi orientate. Esso può essere inteso
1) come la comunità in cui le intenzionalità si formano e agiscono; 2)
come la comunità ristretta di coloro che si dedicano ad un determinato
sapere, al cui insegnamento si formano le intenzionalità e con cui
queste ultime dialogano. Sia 1) che 2) devono essere considerate tanto
nella prospettiva sincronica quanto in quella diacronica: per es., un
poeta ‘dialoga’ con altri poeti – la comunità ‘esperta’ -, con gli
intellettuali provenienti anche da altri settori, con le visioni del
mondo o le mentalità anche comuni che appartengono al suo presente e al
passato.
Nei testi normativi “curricolo” ricorre in tre
accezioni complementari: “disciplinare”, “di ciclo” (es. il c. della
scuola di base) e/o “di indirizzo” (nella secondaria: es. il
curricolo dell’indirizzo x dell’area scientifica), “obbligatorio”
(quota definita a livello nazionale del monte ore complessivo).
Alla lettera, il curricolo è il percorso
formativo compiuto da ciascuno studente entro i vincoli e le opzioni
previsti a livello sia nazionale sia di singola istituzione
scolastica autonoma, e ne riflette le scelte e le attitudini oltre
che i livelli conseguiti nella preparazione.
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Perché questo sia possibile, la scuola deve dare
fondamentale importanza non solo ai contenuti dei saperi, ma ai metodi,
alle modalità relazionali, agli strumenti e agli ambienti di
apprendimento, alle possibilità di scelta.
Perciò le discipline, ripensate come campi di
significato che forniscono un orizzonte intersoggettivo, devono acquistare
anche un senso personale per chi apprende e tradursi in competenze
verificabili e spendibili. Questo porta a destrutturare e riorganizzare la
struttura tradizionale dei saperi secondo criteri ricavabili dai
—›
nuclei fondanti (nell’ottica della disciplina) ed alla
significatività per l’apprendimento (nell’ottica dell’allievo),
selezionando gli elementi essenziali e prioritari, nell’ambito di un
curricolo concepito in verticale, dalla scuola materna alla fine della
secondaria.
Ciò significa anche che l’impianto non deve
essere tutto fornito dal centro: ad ogni istituzione scolastica autonoma
(ai docenti) spetterà sviluppare l’intero curricolo, garantendone la
differenziazione dei percorsi sia graduando le competenze da raggiungere
anche all’interno di una stessa classe, sia adoperando ove necessari
strumenti di flessibilià quali la
—› modularizzazione.
Comporta poi la scelta e la necessità di
privilegiare una metodologia non trasmissiva
—›
didattica laboratoriale, competenze, eccetera.
Allora un curricolo delle competenze deve avere
questi attributi: a) verticalità (valorizzando sia gli elementi di
continuità che le discontinuità, la gradualità degli apprendimenti e
pertanto la graduazione delle
—› competenze); b) coerenza
interna (sia per il rapporto fra quota nazionale e quota locale, sia
perché tutte le discipline e attività concorrono al raggiungimento delle
medesime —›
competenze trasversali); c) attenzione alla trasversalità
(cfr.—›
competenze trasversali); d) flessibilità, nel cui ambito
esercitare opzionalità,
—› modularità ed altre
sue forme; e) essenzialità (dal punto di vista dei contenuti, nel
senso accennato della loro selezione e riorganizzazione attorno ai
concetti portanti delle discipline in cui sono organizzati
convenzionalmente i saperi); f) orientatività (in ciascun ciclo ed
eminentemente alla fine della scuola di base – media attuale –, nel
biennio superiore, alla fine sella secondaria o dell’obbligo formativo);
g) rivedibilità (in base ai risultati osservati, sia a livello
nazionale che locale); h) verificabilità e certificabilità; e altri
se ne potrebbero naturalmente aggiungere.
La scuola dei curricoli delle
—›
competenze e della
—› modularità richiede
una didattica peculiare alle nuove finalità formative in sostituzione
della tradizionale didattica trasmissiva come prassi fondamentale, tipica
di una concezione della conoscenza come immagazzinamento.
Questa nuova didattica deve creare le
condizioni affinché gli alunni apprendano i diversi saperi
disciplinari secondo le modalità della costruzione di una rete di
conoscenze. Il laboratorio pertanto diventa la metafora di una
pratica volta ad esercitare le operazioni logiche fondamentali della
ricerca scientifica. Tale didattica porge attenzione ai
processi, alla complessità dell’apprendimento, alla strumentazione
logica di base: richiede pertanto tempi lunghi, deve rinunciare
consapevolmente alla trasmissione enciclopedica dei contenuti,
peraltro già impraticabile, e scommettere sulla possibilità di
utilizzare quella strumentazione per apprendere cose nuove, cioè
imparare a imparare.
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Dal punto di vista dello studente, queste operazioni, se
padroneggiate alla fine delle varie
—› UFC (moduli), diventano le
competenze che qualificano il suo percorso scolastico.
Dal punto di vista del docente, l’insegnante è visto come regista del
processo di costruzione della conoscenza e di acquisizione progressiva di
autonomia di scelta e di capacità critica nell’allievo.
- MODULARITÀ, MODULO, UNITÀ
FORMATIVA CERTIFICABILE (UFC)
- MODULARITÀ: è una forma della
FLESSIBILITÀ, il cui aumento è riconosciuto anche in ambito
comunitario come lo strumento più idoneo per individualizzare le strategie
didattiche. C’è infatti bisogno di “conciliare lo sviluppo della frequenza
scolastica e l’accesso del maggiore numero possibile di individui
all’istruzione superiore con la ricerca della qualità dell’istruzione”,
“adattare i compiti dell’istruzione alla diversità delle domande”, “
migliorare lo statuto degli insegnanti e dei formatori incitandoli nello
stesso tempo a soddisfare la molteplicità dei bisogni della società
conoscitiva”, “creare le condizioni per la formazione nell’arco di tutta
la vita, ovvero l’accesso permanente all’acquisizione di nuove conoscenze”
(nota 2).
Anche il Regolamento dell’autonomia
(DPR 275/1999) individua uno degli strumenti per realizzare la
flessibilità nella modularità, intesa in quattro accezioni
complementari:
-
articolazione del monte ore
annuale di ciascuna disciplina (in funzione di b);
-
individualizzazione dei percorsi
didattici;
-
raggruppamento degli alunni
all’interno della classe, o da diverse classi parallele o da
diversi anni di corso (gruppi per ‘bisogno’ per il recupero,
gruppi di interesse o per l’approfondimento e la cura
dell’eccellenza), in funzione di b);
-
aggregazione / scomposizione e
riaggregazione delle discipline in ambiti disciplinari diversi,
selezionando i saperi ‘essenziali’.
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Dal punto di vista
organizzativo la m. ha effetti sulla scansione del tempo,
sull’organizzazione e l’uso degli spazi, sull’organizzazione delle classi,
sui —›
curricoli delle discipline. Per essere realizzata, essa abbisogna perciò
dell’introduzione di nuovi modelli organizzativi e curricolari.
Dal punto di vista pedagogico, la
ristrutturazione modulare del curricolo o di una sua parte come dei gruppi
di apprendenti è funzionale allo sviluppo graduale di competenze e
capacità negli allievi. Questo implica un riesame e una riorganizzazione
di tutta la struttura disciplinare e della sua scansione, da impostare non
in modo rigidamente sequenziale, ma secondo una rete logica e psicologica
incrementata progressivamente e con molte valenze libere.
UNITÀ FORMATIVA CERTIFICABILE (UFC):
blocco autonomo ed omogeneo a valenza sia disciplinare sia
pluridisciplinare riferito a insegnamenti di un segmento del
curricolo. Le UFC sono componibili fra loro e possono essere
scomponibili al loro interno e non privi di propedeuticità dall’uno
all’altro, ma ciascuna è dotata di una relativa compiutezza,
autonomia, significato, verificabilità e certificabilità.
Le UFC vanno definite, oltre che in termini di
—›
competenze, anche in termini di ore complessive. Devono essere in
grado di far perseguire precisi
—› “obiettivi cognitivi
verificabili, documentabili e certificabili […], che garantiscano la
promozione di conoscenze e competenze talmente significative da
modificare la mappa cognitiva e la rete dei saperi precedentemente
posseduti” (nota 3).
L’UFC rappresenta il gradiente di competenze
raggiunte dall’allievo, verificate e certificate, spendibili in
qualsiasi istituzione formativa che ne riconosca la validità. È un
tassello che concorre a formare le
—›competenze complessive
di chi apprende.
Si tratta dunque un elemento componibile di un
sistema organico in cui riorganizzare gli insegnamenti fondamentali
e le attività, così da consentire percorsi individualizzati (entro
gruppi vari), centrati sugli alunni (diversamente dalle unità
didattiche), partendo dal monte-ore complessivo.
Entro certi limiti (dati dai saperi essenziali),
la componibilità implica anche la sostituibilità dell’UFC con UFC
alternative che perseguano le medesime finalità e raggiungano le
medesime competenze.
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La modularizzazione agevola anche l’accertamento delle
lacune, e dunque il recupero dei ‘debiti’ ed il riconoscimento dei
crediti, fondamentali ai fini del raggiungimento di unità formative
certificabili, necessarie per la mobilità verticale ed orizzontale,
componendo la carta d’identità della formazione individuale: i singoli
obiettivi formativi di ciascuna UFC (modulo), in termini di conoscenze e
di capacità, rappresentano indicatori parziali e graduati di
—›
competenze (generali e specifiche). È importante che le verifiche siano
precedute da esercitazioni copiose secondo i criteri di una didattica
laboratoriale e siano impostate in un’ottica di organicità, sistematicità,
completezza rispetto alle caratteristiche dell’UFC.
CARATTERISTICHE dell’UFC:
a) un titolo
b) l’indicazione dei seguenti aspetti organizzativi
- la/e disciplina/e interessata/e
- i destinatari (fascia d’età o altro raggruppamento)
- la collocazione nel curricolo complessivo
- l’indicazione dei rapporti con altri moduli (precedenti,
successivi, paralleli) o
attività o discipline
- le condizioni di fattibilità
c) l’indicazione dei seguenti aspetti interni:
- le tematiche portanti, gli ambiti
- le competenze generali e specifiche implicate ed il loro grado
- la durata e le fasi
- le attività (tipologia)
- gli strumenti e la metodologia
- il livello di competenze atteso in uscita (condizione della
certificabilità)
- le modalità e gli strumenti di verifica
I nuclei fondanti di un sapere mostrano ciò che di un
sapere è essenziale nel suo processo di costituzione. Essi sono
rappresentati, a livello generale, dalle
—› CONOSCENZE, dalla SINTASSI,
dall’INTENZIONALITA’, dal CONTESTO. Ridurre l’insegnamento di un sapere
disciplinare solo alle conoscenze equivale ad occultarne il carattere
critico-problematico inducendo l’inadeguata opinione che esso sia dato e
non costruito attraverso complesse procedure operative e impegnative
scelte prospettiche.
Di conseguenza, essi non sono i
contenuti più importanti (“saperi essenziali”, “contenuti minimi” o
simili): vanno intesi in un’accezione più generale e astratta, tale
da caratterizzare la struttura, anche epistemologica, delle
discipline: categorie fondamentali che ricorrono in vari luoghi
di una disciplina e hanno perciò valore strutturante e generativo di
conoscenze (nota
4), ed orientano perciò la
scelta dei contenuti prioritari dell'insegnamento e
dell'apprendimento.
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- OBIETTIVI: v. sub
voce COMPETENZE
- UNITÀ FORMATIVA
CERTIFICABILE (UFC): v. sub voce MODULARITÀ
NOTE
nota 1) Rieleborazione dal Glossario APS-Forum, cit.
nella bibliografia minima. (torna al testo)
nota 2) Dal Libro bianco della Commissione
Europea Insegnare e apprendere: verso la società conoscitiva,
CECA-CE_CEEA, Bruxelles-Lussemburgo1995, p. 44. (torna al
testo)
nota 3) Da Forum, Documento sulla modularità, 1998,
in “LEND” 4, p. 9, e Domenici, Manuale dell’orientamento…, 1998, p. 117. (torna
al testo)
nota 4) Rielaborazione della definizione del
Glossario APS-Forum, cit. (torna al testo)
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