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EDUCAZIONE LINGUISTICA: COMPETENZE GENERALI

COMPETENZE GENERALI ED EDUCAZIONE LINGUISTICA
(e, in genere, EDUCAZIONE ai LINGUAGGI)


I. Premessa:

  1. Le competenze generali individuate sono, come detto, SAPER SELEZIONARE, LEGGERE, GENERALIZZARE, STRUTTURARE E COMUNICARE. Esse riguardano, come noto, tutte le discipline e aree. Il “saper misurare” è riassorbibile prevalentemente nel leggere (riconoscere misure, quantità, costanti,… per esempio in uno schema di rime; questi elementi possono poi essere utilizzati per costruire un testo).
     
  2. Le competenze generali sono operazioni eminentemente mentali, sono un sapere fare fondato su un sapere, raggiunto attraverso l’esperienza e/o la concettualizzazione. In questo senso le competenze prevedono un’operatività che coinvolge e stimola la dimensione non solo mentale, ma anche, e inestricabilmente, psicologica, emotiva, motoria dell’allievo/a, comprese la manualità e la capacità di elaborare le percezioni (visive, olfattive, tattili, gustative, auditive) attraverso il linguaggio verbale e altri linguaggi (musica, immagini, …).
     
  3. Tale saper fare è osservabile solo se si traduce in un’attività in cui l’alunno/a utilizza le proprie conoscenze e gli strumenti acquisiti via via per elaborarle o per cercarne di nuove allo scopo di risolvere un problema (eseguire un’attività, un compito o una ricerca, di qualsiasi tipo). Questa definizione implica che le competenze si esercitino e si osservino solo in un contesto: fuori di un contesto le competenze sono virtuali, non osservabili e dunque non certificabili. Poiché agire in un contesto significa mettersi in relazione con gli altri, quello che un tempo si definiva saper essere è una dimensione intrinseca alle competenze dette.
     
  4. Esse non devono essere concepite come operazioni rigidamente sequenziali (una dopo l’altra): la loro distinzione risponde soprattutto ad un’esigenza di chiarezza didattica in chi insegna, per individuare più facilmente i nodi su cui agire per migliorare gli apprendimenti, individualizzare gli interventi, contrastare gli insuccessi. Nel momento in cui un alunno compie un’operazione, difficilmente mette in atto una sola competenza; più spesso mette in campo più competenze se non tutte, e spesso simultaneamente. Ne deriva la nozione della loro complementarità e circolarità. Esempio: per raccontare una vicenda (dalla narrazione di una fiaba a sei anni alla trama di un romanzo complesso a diciotto), occorre leggere/ascoltare il testo con attenzione, selezionare gli elementi di cui tenere conto compiendo analisi e generalizzazioni, comprenderne i caratteri salienti, organizzare un testo coerente, con un capo e una coda, comunicarlo in una lingua comprensibile. Viene prima la comprensione o la selezione? Potremmo dire la comprensione, ma se l’alunno si fissa su dati inessenziali? Prendiamo un altro esempio, una ricerca su un argomento dato: l’alunno selezionerà delle fonti su cui lavorare, ne ricaverà dei dati, elaborando i quali (scartando, scegliendo, tentando di interpretarli, mettendoli a confronto) partirà per una nuova ricerca (nuova selezione ecc.).
     
  5. Da ultimo, tali competenze da apprendere sono sempre le stesse nell’arco di tutta la vita: quello che varia è il loro livello. Ecco perché ci si deve concentrare sulla loro graduazione, dipendente dall’età, dal livello scolare, dall’individuo, dal contesto ecc.. Ne consegue che ciò che possiamo osservare e certificare non sono le competenze in sé ma le competenze graduate. Di una classe o di un alunno non potremo dire “sa leggere”, ma “sa leggere questi tipi di testo a questo livello”.
     
  6. Un curricolo verticale si fonda sulla graduazione delle competenze, e dunque sulla definizione dei profili in uscita (in cui eventualmente sottolineare i livelli minimi cui tendere).

II. Specificazione delle competenze generali (o trasversali o macrocompetenze) e loro relazione con le categorie fondamentali dell’educazione linguistica:

COMPETENZE GENERALI

CATEGORIE LINGUISTICHE

FORMULARE IPOTESI / SELEZIONARE IL CAMPO D’INDAGINE O DI LAVORO- porre il “problema”
- delimitare il campo della ricerca rispetto alle variabili in gioco (contesto, scopo, destinatario, tipologia testuale,…)
- scegliere gli elementi essenziali rispetto al compito dato
- scartare gli elementi inessenziali rispetto al compito dato
(si fondano entrambi sul riconoscere)
- …
- situazionalità del testo --> pertinenza
- accettabilità del testo (rilevanza)
LEGGERE- ascoltare *
- osservare *
- assaporare *
- toccare *
- annusare *
- leggere (in senso stretto e lato)
- riconoscere
- analizzare
- comprendere
- fare inferenze
- esplorare
- …

* in quanto queste percezioni, frutto di un’esperienza anche emotiva e immaginativa che arricchisce la capacità di comprensione di sé, degli altri, del mondo, sono elaborabili linguisticamente.
- testualità:
- intenzionalità del testo*
- situazionalità del testo
- informatività del testo
- intertestualità del testo
- coerenza del testo*
- coesione del testo
- variabilità
- linearità della lettura (si legge da sinistra a destra, dall’alto in basso, di capitolo in capitolo…)
- ricorsività della lettura (alla comprensione la lettura lineare non basta: la mente deve tornare indietro, rintracciare legami,…)

* la comprensione della c. del testo e della sua intenzionalità implica la capacità di fare inferenze
GENERALIZZARE / ASTRARRE- ricondurre dal particolare al generale e viceversa
- ricondurre dal concreto all’astratto e viceversa
(indurre e dedurre)
- classificare
- categorizzare
- sintetizzare
- ….
- testualità
- variabilità
   tipologie testuali: descrivere
                                esporre
                                argomentare
STRUTTURARE- mettere in relazione: confrontare (parti di testo, più testi, elementi di un testo da produrre), unire, dividere,…
- interpretare
- organizzare / pianificare / rappresentare / costruire una mappa concettuale
- pianificare la traduzione da un codice a un altro
- ….
- ricorsività della lettura --> i legami vengono ricostruiti in una struttura concettuale interpretativa, chiusa o aperta, statica o dinamica,…)
- significato profondo (non immediato, non manifesto, non solo globale) del testo
COMUNICARE- produrre testi orali e scritti di diverse tipologie (descrivere, narrare, esporre, spiegare, argomentare, dare istruzioni,…)
- rielaborare testi già esistenti (eseguire un pezzo, copiare, imitare, manipolare…)
- tradurre / trasporre da un codice a un altro (dal disegno alla parola, da una lingua a un’altra, dalla musica alla parola e viceversa, …)
- …
- intenzionalità, situazionalità, informatività, accettabilità, intertestualità, coerenza e coesione del testo

 


III. RELAZIONE FRA LE COMPETENZE SPECIFICHE DEL MODULO DELLA NARRAZIONE E LE COMPETENZE GENERALI

 

Abilità linguistiche:Competenze specifiche della narrazione
(v. p. 3 del materiale di Italiano)
COMPETENZE GENERALI implicate

RICEZIONE

a) saper comprendere testi narrativi …
d) saper riconoscere le caratteristiche…
1) SELEZIONARE
2) LEGGERE
3) GENERALIZZARE /ASTRARRE
4) STRUTTURARE (mettere in relazione quanto selezionato, compreso,…)
5) COMUNICARE

PRODUZIONE

b) saper produrre testi…
c) sapere trasporre una narrazione…
1) SELEZIONARE
2) LEGGERE
3) GENERALIZZARE / ASTRARRE
4) STRUTTURARE
5) COMUNICARE

 


IV. CATEGORIE DI RIFERIMENTO:

  • paradigma / sintagma asse paradigmatico / asse sintagmatico della lingua:
    ogni linguaggio è dotato di un vocabolario (le “parole”, i segni, gli alfabeti di cui è formato) e di una grammatica (le regole per combinare quei segni)

    Es. “Il gatto è […]. […] = si può scegliere fra “rosso / tigrato / giovane / aggressivo / affettuoso /….” (asse paradigmatico)
    “Il gatto è ross[…]” : scegliere fra le desinenze “-o/-a/-i/-e” significa lavorare sul piano sintagmatico (morfosintattico). In questo senso questa padronanza, al livello minimale, compare anche nel profilo in uscita dalla scuola dell’infanzia”
     
  • testualità  poiché la comunicazione linguistica deve mettere in grado gli allievi di capire e produrre TESTI sufficientemente coerenti e corretti (= coesi) da permettere loro di esprimersi e mettersi in relazione con gli altri in ogni situazione comunicativa, bisogna far padroneggiare gradualmente il testo e le sue caratteristiche.

    E’ un testo ogni messaggio linguistico compiuto, parlato o scritto, che esprime un contenuto unitario ed è organico. I suoi principi costituivi sono:
    - intenzionalità (il t. è un messaggio intenzionale)
    - situazionalità (il t. nasce da una determinata situazione comunicativa)
    - informatività (il t. deve contenere qualche informazione nuova per il destinatario)
    - accettabilità (il t. deve apparire al destinatario rilevante)
    - intertestualità (il t. rimanda sempre ad altri t.: su questo si basa anche il loro raggruppamento in generi)
    - coerenza (il t. è dotato di continuità di senso: i concetti sono in relazione fra loro e si connettono in una rete di significati in cui ciascuno contribuisce al significato globale, al significato manifesto e a quello profondo. Implica la non contraddizione, la chiarezza, cioè l’assenza di salti logici che rendano incomprensibile il messaggio o una sua parte, e l’uso di un registro adeguato all’argomento ed alla situazione comunicativa)
    - coesione (parole e frasi sono collegate da legami grammaticali e lessicali che ne esprimono le relazioni)
  • variabilità  il testo cambia a seconda del contesto, del destinatario, dello scopo, della tipologia testuale e/o del genere letterario, del tempo (variazione storiche), dello spazio (variazioni geografiche, dialetti ecc.).
     

Bibliografia essenziale per un’autoformazione iniziale dei docenti:

1) T. De Mauro, Linguistica elementare, Laterza (N.B.: essenziale)
2) H. Grosser, Narrativa, Principato (per un approfondimento sulle nozioni essenziali di narratologia)

A un livello scolastico, ma con grande chiarezza, affrontano i problemi trattati:

3) A. Mariotti - M.C. Sclafani - A. Stancanelli, La lingua e il testo, D'Anna, capp. 1 e 2 (elementi fondamentali di linguistica e semiotica) 3 (la variabilità della lingua nello spazio e nel tempo), 5 (il testo), 13 (il testo non letterario), 15 (i testi narrativi).


"Il curricolo verticale per competenze"
Rossella D’Alfonso, area dell’Educazione Linguistica: L1, L2, Ed. mus., ed. art.
Associazione Progetto per la scuola


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