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Progetto scuola

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SUI LIBRI DI TESTO DI STORIA
Adesione all’appello di “Libertà e Giustizia” contro gli orientamenti
della Commissione Cultura della Camera sui libri di testo

Nell’aderire al vostro appello l’Associazione Progetto per la Scuola (APS) dichiara quanto segue:

      La scuola italiana, in ogni ordine e grado, è da più di vent’anni sottoposta ad un processo di trasformazione profondo e molecolare provocato dai grandi rivolgimenti del nostro tempo.
I docenti conoscono molto bene quanto sia necessario interrogarsi e rivedere le tradizionali forme dell’attività didattica per poter continuare a svolgere efficacemente la loro professione.
Si impone un rapporto con gli alunni che punti a valorizzare tutte le loro capacità critiche, le loro facoltà creative, le loro disposizioni ad un apprendimento non puramente esecutivo. In questo sforzo, richiesto da una realtà sociale in continua trasformazione, dal mutarsi del profilo percettivo/cognitivo delle giovani generazioni, dal ridefinirsi dei valori finora dominanti, la scuola vuole aprirsi a un sapere euristicamente fecondo. La stessa editoria scolastica è chiamata ad un rinnovamento culturale per non essere pura trasmissione di un sapere tanto dogmatico quanto sterile. Il libro di testo, pertanto, non può più essere concepito come la raccolta di un sapere dato, ma deve trasformarsi in uno strumento in cui le conoscenze appaiano come il risultato di un processo non banale.
      Per questo appare incredibilmente retriva la risoluzione della Commissione Cultura della Camera, illiberale ed antidemocratica.
Nessun manuale di storia, indipendentemente dal suo orientamento ideologico, può sperare di esercitare qualche influenza sulle coscienze fino a quando si limiterà ad essere puro racconto di una storia codificata. C’è bisogno di un’editoria in grado di mostrare come il sapere storiografico sia il frutto di un continuo processo di ricerca, nutrito dal ricorso alle fonti e dalla forza interpretativa dell’ingegno.
      Il sogno di un libro di testo di Stato è una mostruosità fuori dal tempo e, al tempo stesso, il tragico indizio di una stupidità che può far molto male alle sorti della democrazia italiana.

Bologna, 8 gennaio 2003

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