ritorna all' indice di sezione | Progetto scuola | ritorna alla pagina iniziale |
Biblioteca
del Mulino - Bologna |
Fondazione
della Cassa di Risparmio di Forlì |
Ciclo di seminari per laggiornamento e la formazione dei docenti
"Governo della scuola e nuovi sistemi formativi.
Lincontro dei saperi e linsegnamento nella scuola"
A.S. 2002 - 1° Semestre
Sintesi 18 febbraio 2002: |
18 febbraio 2002 Bologna, Emeroteca del Mulino
Il ciclo seminariale dello scorso anno ha messo in
evidenza come la crisi del progetto culturale della scuola italiana abbia radici profonde,
che si stanno rivelando di fronte ai radicali processi di trasformazione in atto nel
nostro tempo. In particolare, è emerso con chiarezza che il
concetto tradizionale di storicità non è in crisi solo per la storia ma investe tutte le
discipline afferenti allarea letteraria e artistica, che in tale categoria si sono
riconosciute dal secolo scorso sino a non molto tempo fa. LA PROPOSTA DI ROSSELLA DALFONSO Nel momento in cui lidea desanctisiana di
cultura nazionale, con il suo portato di un canone letterario orientato alla sua
costruzione, ha perduto la propria efficacia sul terreno sia culturale sia politico, quale
paradigma sostituirle? E ancora proponibile quella nozione, teleologica, di
storicità, sul piano del dibattito critico come nella sua mediazione didattica? Che
letteratura, arte, lingua, filosofia insegnare allora, se i nostri interlocutori le
generazioni più giovani paiono avulsi dalla tradizione (cristiana e classica)
nella quale sino a non molti anni fa tutti ci si riconosceva? Secondo quale disegno
costruire un nuovo modello ed operare le scelte nellinsegnamento? Qual è la
categoria di storicità da recuperare? LA PROPOSTA DI FABIO OLMI Considerando la situazione dellinsegnamento
scientifico nelle nostre scuole e università, si osserva che, allingresso
delluniversità, il lascito formativo e culturale è quasi nullo, perché di norma
non vengono insegnati gli aspetti culturalmente significativi delle discipline
scientifiche, vale a dire i loro fondamenti epistemici ed assiomatici. Linsegnamento
scientifico è infatti spesso angustamente specialistico e/o molto formalizzato, molto
lontano per di più, in genere, dalle effettive possibilità di apprendimento degli
allievi. A questo limite si aggiunge una sostanziale ignoranza della sua dimensione
storica, che produce una preparazione che da più parti è stata definita appunto come
tecnicistica. LA PROPOSTA DI MARIO PINOTTI Rutilio Namaziano, celebrando nel IV secolo D.C.
limmortalità di Roma, rappresenta la figura di chi, davanti alla dissoluzione di un
mondo, di una civiltà, di una tradizione, risponde con la forza della fede
nellimmutabilità della sua cultura. |
27 febbraio 2002 Bologna, Emeroteca del Mulino
Nel precedente seminario è stato proposto un
progetto educativo-culturale che, rifiutando una prospettiva enciclopedica, si basi e
riorganizzi, in una prospettiva di verticalità (costruzione graduale delle competenze
lungo larco dellintero curricolo) e di orizzontalità (valorizzazione delle
relazioni fra le aree e le discipline), sui nuclei fondanti dei diversi saperi e sulle
loro connessioni. LA PROPOSTA DI MAURIZIO BETTINI Nella scuola degli anni 60 e 70 ha
dominato il modello storicistico, che aveva offerto a tutte le discipline afferenti in
qualche misura allasse storico una garanzia di spiegazione, ma aveva finito per
ridurre ad un ormai formulare "storicamente determinato" ogni fenomeno,
sottraendogli la complessità e concausalità intrinseche in nome di una interpretazione
finalistica o deterministica stretta nei limiti di un rapporto rigido di causa-effetto.
Questo paradigma si è rivelato non accettabile. LA PROPOSTA DI FERDINANDO ARZARELLO Si dichiara perplesso sulla storicità come categoria essenziale per la matematica: Platone sosteneva limportanza del mito come lunico modo di parlare di fisica senza la matematica; ma come è possibile difendere la storicità della matematica senza "ipostatizzare gli accidenti"? Tre sono le ipotesi che ci si prospettano:
Sono molteplici gli esempi di questo modo di
procedere; per dirne alcuni: i problemi non risolubili con riga e compasso; il quinto
postulato di Euclide; lultimo teorema di Fermat. In tutti i casi come questi il
problema è stato sempre riformulato in un linguaggio e in un contesto diversi da quello
in cui era nato ed incomprensibili in esso. E importante allora non il problema
stesso, ma la rete di collegamento di metodi e di idee nuove: ne risulta un contesto
virtuale e atemporale abitato solo da idee. LA PROPOSTA DI LUIGI CERRUTI Una riflessione sul sapere scientifico non può
eludere il nesso tra dimensione logica e dimensione sociale che entrambe concorrono a
determinare. La dimensione sociale rinvia alla storicità della scienza ed al ruolo che
lethos svolge nel suo sviluppo. |
12 marzo 2002 Bologna, Emeroteca del Mulino Dopo il dibattito sui fondamenti delle discipline
linguistiche, letterarie e storiche svoltosi lo scorso anno, che ha constatato la crisi
della categoria tradizionale di storicità, nei due seminari che hanno preceduto
lincontro odierno ci si è posti il problema di ripensare il significato e il valore
di questa categoria dal punto di vista dei saperi sia umanistici che scientifici. LA PROPOSTA DI ANTONIO GANDOLFI Per insegnare proficuamente le materie scientifiche
è importante far dialogare la storicità con la sistematicità. Purtroppo, ancor oggi la
scienza è vista come prototipo della sistematicità. Persiste, quasi inossidabile, la
visione dualistica del sapere: tutta la ricerca dello scienziato è volta a organizzare le
conoscenze acquisite in una struttura ultima; al contrario, nelle discipline umanistiche
viene sottolineata la dimensione storica, lirriducibilità delle conoscenze ad una
sistemazione cristallizzata. Raramente, dunque, allinterno delle discipline
scientifiche la conoscenza storica viene riconosciuta come una necessità. LA PROPOSTA DI ANNA ROSA GUERRIERO La lingua è, alla lettera, un campo di tensione fra
elementi storici (la variabilità) ed elementi sistematici (la struttura): poiché la
lingua è un prodotto storico, questi ultimi sono comunque inclusi in una dimensione
storica. Lo stesso discorso vale per la letteratura, ma la lunga tradizione storicistica
dellinsegnamento letterario è decisamente in crisi e bisogna interrogarsi su quale
prospettiva possa aprirsi al suo posto.
Questi due aspetti sono paralleli ma non possono e
non devono coincidere: linsegnamento non può infatti tradursi in un trasferimento
lineare, successivo, con il rischio della segmentazione, dei diversi livelli del sistema
lingua o letteratura (p. es. prima la morfologia, poi la sintassi, poi
il lessico, poi la retorica e così via), che naturalmente il docente deve avere
come quadri di riferimento. Per contro, linsistenza sulluso e su pratiche
semiotiche ricche, ponendo in secondo piano il momento della sistematizzazione, comporta
viceversa il rischio della dispersione, se il codice e i suoi paradigmi non sono posseduti
con sicurezza da chi insegna e fatti riconoscere a chi impara. LA PROPOSTA DI GABRIELE LOLLI In ambito matematico la sistematicità è
essenziale, cioè costitutiva della disciplina: il modello che essa offre è quello
ipotetico-deduttivo, secondo il quale da un sistema di pochi assiomi o principii primi si
ricavano le conseguenze necessarie logicamente. In questo la matematica ha fornito come
modello di sistematicità anche per altre discipline |
4 aprile 2002 Bologna, Emeroteca del Mulino I relatori finora intervenuti in questo ciclo di
seminari hanno sottolineato la crisi dei saperi tradizionali, fondati sulla categoria di
necessità. Sia la "necessità" dei saperi scientifico-matematici sia la
"necessità" dei saperi storico-letterari stanno mostrando i limiti profondi
della loro fondatezza. Si pensi alla perdita dei caratteri di verità e di evidenza,
propri della matematica fino alla metà del XIX secolo, su cui si è a lungo giustificato
il carattere necessario della certezza scientifica. Si pensi alla necessità
deterministica o teleologica su cui si è a lungo fondata la pretesa di verità del sapere
storiografico e di tutti quei saperi che hanno sussulto a loro fondamento la storicità. LA PROPOSTA DI MARCO CIARDI Dagli interventi precedenti emerge la crisi dello
storicismo, non della storicità. Lo storico della scienza, figura nata abbastanza
recentemente in Italia, si è sempre posto il problema della sintesi tra sistematicità e
storicità. La dimensione storica rappresenta infatti nello studio della scienza una
caratteristica irrinunciabile per la sua comprensione profonda ( si veda la proposta di
A.Gandolfi nel seminario precedente). LA PROPOSTA DI CRISTINA MORRA Sicuramente lapporto della nuova geografia è
in grado di superare lantitesi tra storicità e sistematicità. Infatti la geografia
ha il proprio fulcro nella spazialità e, per questo, si fonda su categorie al tempo
stesso sistematiche e storiche. La geografia fa da ponte tra il mondo fisico e quello
umano. LA PROPOSTA DI VINCENZO FANO Con la scoperta della storicità viene riconquistata la dimensione sostanzialmente umanistica della scienza. Ma come è possibile un incontro tra carattere storico e carattere sistematico del sapere scientifico? E, viceversa, come possono convivere carattere sistematico e carattere storico del sapere umanistico-letterario? Le due categorie a prima vista appaiono rispettivamente irriducibili:
Emerge quindi laspetto del sapere
fisico-matematico come esempio di sistematicità, mentre tra le caratteristiche della
storicità si evidenzia la soggettività, contrapposta alloggettività scientifica. ritorna all' inizio pagina |