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STEFANO ROVINETTI, La funzione prima del docente è l’attività didattica; la valutazione del servizio svolto dovrebbe basarsi sui seguenti criteri:
Il problema della valutazione [può] DEVE essere risolto RICORRENDO A DIVERSI CRITERI. ACCANTO A QUELLI GIA’ indicati IN DIVERSE SEDI DALLA NOSTRA ASSOCIAZIONE, [attraverso] TRA QUESTI RITENGO IMPORTANTE il giudizio delle famiglie e, nella scuola secondaria superiore, degli studenti. Il giudizio dell’utenza dovrebbe essere espresso dopo il termine del ciclo di studi perché sia assicurata l’obiettività nella valutazione del servizio ricevuto; a tutela del docente, la progressione di carriera dovrebbe essere articolata sul parere espresso da più classi in un congruo numero di anni. Questa proposta si basa sulla constatazione che, di norma, gli alunni e le loro famiglie riconoscono la qualità dell’attività didattica e, in quest’ottica, accettano anche un ragionevole rigore nella valutazione delle competenze. Credo si debba evitare di legare la carriera a funzioni a tempo
determinato: ciò che conta dovrebbe essere la preparazione culturale e
didattica del docente che non è ‘a tempo determinato’ e deve essere
incentivata anche in sicuri termini economici. Specifiche attività di ricerca ed innovazione disciplinare e didattica
possono costituire elementi probanti nell’articolazione del curriculum; lo
stesso dicasi per il lavoro svolto a livello gestionale ed organizzativo
(staff di presidenza, rapporti con gli alunni e le famiglie ecc.). In conclusione: il lavoro in aula è il nucleo forte della professionalità
docente e come tale è valutato ed economicamente riconosciuto; si possono
prevedere più livelli retributivi, a livello europeo, per accedere ai
quali è necessaria una valutazione positiva dell’utenza. Funzioni diverse,
sempre legate alla didattica, alla sua organizzazione e alle discipline
insegnate, completano il curriculum. |