IL CASTORO PER LA SCUOLA
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 INNOVAZIONE DIDATTICA

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"Lo sviluppo delle competenze nel piano di aggiornamento straordinario 2001-2003 della Sovrintendenza Scolastica di Bolzano nella scuola elementare"
di Oriana Ballista e Annalisa Munini
 

 INDICE

1) Una proposta di curricolo per il primo ciclo della scuola elementare.

2) Il Laboratorio come modalità di aggiornamento.

3) I Moduli.

4) Esempio di programmazione a spirale.

5) Educazione linguistica.

6) Perché l’archivio.

7) Realizzare l’archivio personale.

8) Due moduli a confronto

Nota: L'intervento è frutto di uno scambio costante e di un lavoro comune, tuttavia i paragrafi 1, 2, 3 sono stati stesi da Annalisa Munini e i paragrafi 4, 5 e 6 da Oriana Ballista

 

1) Una proposta di curricolo per il primo ciclo della scuola elementare.

     Nel settembre 2001, in attesa della riforma, la Sovrintendenza Scolastica di Bolzano aveva avviato un piano straordinario di aggiornamento indirizzato a tutti gli insegnanti del primo ciclo della scuola elementare della Provincia, nel 2001 per gli insegnanti della prima classe, l’anno seguente per quelli della seconda. Tale progetto era la risposta alle richieste soprattutto di quegli insegnanti che avevano meno esperienza. Le nuove normative relative all’insegnante prevalente avevano determinato organizzazioni e situazioni scolastiche complesse e diversificate, non sempre facili da affrontare per le insegnanti entrate in servizio da poco. Queste chiedevano un aggiornamento che le aiutasse ad inquadrare i contenuti e ad affrontare con sicurezza la didattica delle discipline.
     Il progetto, che riguardava tutte le tre aree e le tre educazioni, prevedeva un primo nucleo di ore di aggiornamento a settembre e poi quattro incontri di richiamo, distribuiti nel corso dell’anno scolastico. L’area linguistica e quella antropologica vennero affidate rispettivamente a Rossella D’Alfonso e a Mario Pinotti, per i richiami invece venne richiesto l’intervento delle scriventi. I due relatori hanno proposto un curricolo ben più completo di quello che il piano di aggiornamento ha offerto agli insegnanti l’occasione di collocare i contenuti e le modalità didattiche in una prospettiva ampia, mostrando lo sviluppo degli insegnamenti negli anni successivi.
     La loro impostazione didattica presupponeva alcuni concetti di base: tra questi quello di competenza e quello di verticalità.
Le discipline sono specifici insiemi di prassi culturali, di attività e di esperienze, ma tutte presuppongono un numero limitato di competenze, cioè un insieme di abilità o di capacità operative, mentali e manuali, applicate a conoscenze determinate e in contesti determinati, il cui sviluppo sta alla base dell’insegnamento per mappe concettuali.
Il curricolo proposto considerava come obiettivi trasversali cinque competenze generali (saper selezionare il campo d’indagine – cioè formulare ipotesi di lavoro, progettare -, saper leggere, saper generalizzare, saper strutturare, saper comunicare), al cui sviluppo concorrono tutte le discipline e che sono la base dell’unitarietà dell’insegnamento.
     Le competenze generali possono poi declinarsi in competenze specifiche delle singole discipline. Nell’ambito antropologico per esempio abbiamo: delimitare il campo d’indagine, leggere e criticare le fonti, generalizzare le informazioni in concetti, strutturare i concetti in una rete di connessioni, collegare e confrontare più reti in senso diacronico e sincronico. Parimenti per l’area linguistica le competenze si traducono in una serie di atteggiamenti e azioni linguistiche: comprendere testi orali e scritti, produrre testi orali e scritti coerenti e coesi, trasporre un testo da un codice ad un altro, riconoscere le strutture linguistiche fondamentali, le caratteristiche formali e i generi dei testi, generalizzare e collegare i dati.
     Per ogni anno scolastico nel curricolo venivano indicati alcuni moduli o nuclei disciplinari di attività e di apprendimento, che, pur nella specificità del loro contenuto disciplinare, avevano forti relazioni con altre aree; ad esempio il modulo della fiaba dell’area linguistica costituiva anche un'occasione di riflessione su concetti che appartenevano all’area antropologica, a cui il mondo della fiaba poteva essere considerato un’introduzione, ad esempio strutturando il lavoro attorno a persone, attività, ambiente. Così l’intera proposta curricolare era una struttura di argomenti e di attività organizzati a spirale, che venivano ripresi ed approfonditi nel tempo.
La proposta, oltre a considerare le competenze come una grande occasione di unitarietà dell’apprendimento, metteva costantemente l’esperienza dell’alunno al centro di ogni attività, rendendola significativa. L’analisi dei moduli può dar conto di questo aspetto.

2) Il Laboratorio come modalità di aggiornamento.

    I nostri interventi, i miei e di Oriana Ballista, nel corso dei due anni scolastici, avevano la scopo di aiutare gli insegnanti ad approfondire gli aspetti delle attività proposte, a favorire il confronto, la discussione e lo scambio di idee tra le insegnanti. Nel corso dei vari incontri si sono progettati e prodotti molti strumenti per aiutare gli insegnanti nel loro lavoro: semplici schemi, esempi di mappe e piante, strategie per l’arricchimento lessicale come “la scatola delle parole”, “la mappa della fiaba”, gli archivi, suggerimenti per i giochi, esempi di cartelloni.
     Pur impegnandoci a motivare le scelte di fondo dei moduli, non sempre siamo riuscite a far comprendere l’organicità della proposta: ad esempio la scelta della fiaba di Biancaneve era motivata da considerazioni relative alla tradizione letteraria e alla presenza di elementi spazio-temporali e sociali utili alle successive elaborazioni ed analisi. Ma non tutte le insegnanti hanno seguito questa indicazione e hanno scelto fiabe più moderne e rispondenti ai loro gusti e a quelli dei bambini.
 

3) I Moduli

Classe I Moduli

Educazione linguistica Educazione antropologica
Tempi: primo quadrimestre
Leggere e scrivere:
apprendimenti strumentali

Tempi: primo quadrimestre
La propria giornata:
azioni, spazi, persone

 

Tempi: secondo quadrimestre
La fiaba di Biancaneve:
- dal testo al disegno, al mimo; collegamento con l’area motoria e con l’area antropologica
 

Tempi: primo quadrimestre
Alfabeti spazio-temporali:
aspetti quantitativi, qualitativi e sociali

Tempi: primo quadrimestre
La giornata e la sua rappresentazione spazio-temporale:
simbolizzazione
La mappa dell'aula:
prima rappresentazione simbolica dello spazio

Tempi: secondo quadrimestre
Il mondo di Biancaneve:
- ordine cronologico e spaziale
- valore emotivo e sociale
 

 

Classe II Moduli

Educazione linguistica Educazione antropologica
Tempi: settembre/dicembre
La fiaba
Lettura della fiaba
Ricostruzione dell’intreccio
Riconoscimento dell’intenzionalità
Messa in scena della fiaba
Manipolazioni e invenzioni sul testo



 

Tempi: gennaio/maggio
Il bambino racconta
Il racconto orale
La scrittura del racconto: descrizione e narrazione
Confronto tra racconto del bambino e la fiaba

La storia della classe: v. area antropologica



 

Tempi: settembre/novembre
La mappa del quartiere
Un percorso nel quartiere
Da casa a scuola
La mappa del quartiere

 

Tempi: dicembre/marzo
La vita nel quartiere
Scelta delle variabili
Leggere, analizzare, interpretare le fonti
Generalizzare
Costruire un modello
Comunicare

Tempi:aprile/giugno
La storia della classe
Raccolta delle informazioni
Scrittura della storia attraverso un testo narrativo
Riconoscimento dell’intenzionalità
La scrittura della storia si arricchisce: il testo narrativo viene integrato da consistenti parti descrittive ed esplicative

 

     Per diversi ordini di problemi i tempi previsti per i singoli moduli sono risultati molto ottimistici. Così il modulo La fiaba non è stato affrontato in prima, ma solo in seconda, e l’ultimo modulo La storia della classe non ha potuto trovare spazio e non è stato realizzato entro la seconda classe.
     Nel valutare complessivamente l’esperienza si può dire che essa è stata sicuramente utile come esempio di un’integrazione di contenuti, metodi disciplinari e strutture cognitive. Anche se non tutte le insegnanti hanno colto subito i significati trasversali della proposta, essa è comunque stata un’esperienza che ha sensibilizzato nei confronti di questa metodologia e potrà dare risultati anche in futuro.
 

4) Esempio di programmazione a spirale

Spazio Persone Azioni Tempo
l’aula il bambino e l’insegnante quelle che si svolgono in classe la giornata
la scuola i bambini, gli insegnanti, i bidelli, ecc. quelle che si svolgono a scuola e a casa la settimana
il quartiere molte persone attività diversificate l’anno

 

5) Educazione linguistica

     Le tipologie testuali si sviluppano dall’oggetto semplice con un linguaggio semplice,
all’oggetto complesso con un linguaggio complesso.

Esempio di frasi nucleari che procedono per espansioni:
i negozianti sono indaffarati,
i negozianti sono gentili,
i negozianti vendono molte cose.

  • I negozianti sono indaffarati: vendono molte cose di tanti tipi e sono gentili con i bambini.

     La programmazione delle attività tiene conto di un andamento che può essere definito a spirale; ad esempio: dalla considerazione dello spazio-aula (in cui alunni ed insegnante svolgono alcune attività) si passa all’osservazione dello spazio-scuola e poi dello spazio-quartiere e, ampliando progressivamente lo sguardo, poi alla città, in cui molte persone svolgono attività diversificate (le variabili del modello Ambiente, Persone, Attività vengono da subito utilizzate): si può dunque arrivare alla lettura e rappresentazione di variabili analoghe in spazi e contesti diversi.
     Per quanto riguarda il tempo, si inizia tenendo presente un arco temporale breve, come la giornata e le sue parti, e si procede gradualmente considerando un’intera settimana e poi la ricostruzione/rappresentazione di un anno scolastico.
     Nel procedere verso argomenti più complessi si mantengono costanti le modalità di osservazione, la rappresentazione ( plastico dell’aula, della scuola, del quartiere) ed in parte la simbologia.

 

6) Perché l’archivio

  - Crescita individuale, fisica e operazionale
 
 

ARCHIVIO
PERSONALE

- Consapevolezza dei propri progressi (immagine positiva di sé)
 
  - Proiezione nel futuro
 
  - Avvio alla documentazione

 

  - Condivisione delle esperienze
 
 

ARCHIVIO
DI CLASSE

- Coscienza di gruppo
 
  - Costruzione di una storia personale dentro una collettività
 
  - Avvio alla documentazione
 

 

     I due archivi consistono in semplici scatole o contenitori in cui raccogliere ogni tipo di materiale utile a documentare la crescita ed i cambiamenti individuali e/o la vita del gruppo classe. Fotografie, disegni, testi, documenti d’ogni tipo, scrupolosamente datati o senza alcuna indicazione di data (perché i bambini provino a datare successivamente), diventeranno le fonti a cui far riferimento nel racconto delle esperienze, nella ricostruzione dell’anno scolastico, nella ricostruzione della storia personale. A seconda delle attività e del momento in cui sono utilizzate, le fonti potranno essere classificate secondo criteri diversi.
     La realizzazione e l’aggiornamento periodico di questi archivi è rilevante sul piano formativo, in quanto favorisce lo sviluppo della consapevolezza, facilita la costruzione del concetto di cambiamento (che non è sempre miglioramento, ma anche perdita), valorizza le esperienze nel e del gruppo, offre l’opportunità di confrontarsi, comunicare, progettare, generalizzare.  Le attività collegate all’archivio presuppongono e favoriscono l’attivazione di tutte le competenze a cui la proposta del curricolo fa riferimento.

 

7) Realizzare l’archivio personale

Competenze Attività Discipline

Saper selezionare (= formulare ipotesi)


Saper leggere


Saper strutturare


Saper generalizzare

Saper comunicare

 

- Concordare l’attività.


- Analizzare il materiale.


- Organizzare e datare i documenti.
- Confrontare, dedurre, inferire.

- Ordinare e classificare le fonti.

- Verbalizzare, descrivere e raccontare

- ……….

Lingua italiana (avvio al testo descrittivo,
 regolativo e narrativo,…)

Storia (avvio alla ricostruzione del passato
 personale,…)

Educ. Immagine (disegni, lettura di foto,…)


Educ. Motoria (percezione di sé…)

Matematica (classificazione, misurazione
 …)
 

Questo schema è il risultato di un lavoro di gruppo.
     Le insegnanti hanno programmato le attività necessarie per la realizzazione di un archivio, hanno sottolineato le competenze che sarebbero state attivate e le discipline a cui queste attività potevano essere riferite.
 


8) Due moduli a confronto

Classe II

Educazione linguistica Educazione antropologica
Tempi: gennaio/maggio

Il bambino racconta

1- Il racconto orale
(il bambino racconta un’esperienza di cui è stato protagonista, sottolinenando persone, Attività, Ambienti, disegna le sequenze del racconto, ricompone le sequenze con l’uso appropriato dei connettivi,…) --> scelta delle variabili (=selezionare il campo d'indagine); organizzazione del discorso (= strutturare), comunicazione)

2- La scrittura del racconto
(il bambino compila schede descrittive di personaggi e ambienti della vicenda, utilizza i “magazzini” di sostantivi, aggettivi e verbi, correda la sua storia del maggior numero possibile di fonti,…) --> scelta delle variabili (=selezionare il campo d'indagine); organizzazione del discorso (= strutturare), comunicazione

3- Confronto tra il racconto del bambino e la fiaba
(riconosce il carattere reale del suo racconto rispetto a quello non reale della fiaba: il ricorso alle fonti distingue un genere letterario dall’altro,…) --> strutturare un confronto


 

Tempi: dicembre/marzo

La vita nel quartiere

1- Scelta delle variabili (=selezionare il campo d'indagine)
(ricostruire la vita nel quartiere scegliendo il punto di vista: il bambino osserva Ambiente, Attività, Persone,..)

2- Leggere, analizzare, interpretare
le fonti
(censire le preconoscenze, utilizzare semplici questionari,…)

3- Generalizzare
(es. lavori come fioraio, panettiere, barista, possono essere classificati come attività commerciali,…)

4- Costruire un modello (strutturare e generalizzare)
(nello schema a tre colonne corrispondenti alle tre variabili, inserire le parole generali individuate: parole chiave; l’insieme costituisce il contenuto conoscitivo del lavoro, …)

5- Comunicare
(la ricerca sarà comunicabile attraverso un breve scritto, a carattere espositivo, delle azioni, descrittivo delle persone e degli ambienti,…)
 

 

     Sono stati scelti questi due moduli perché meglio si prestano al confronto ed evidenziano le integrazioni possibili tra le attività; inoltre sono stati presentati verso la fine del secondo anno scolastico, quando erano già stati approntati e/o avviati altri “strumenti” quali: la mappa della fiaba, il magazzino delle parole, l’archivio, la mappa del quartiere.
In questo tipo di lavoro il bambino è protagonista e racconta le proprie avventure, probabilmente vissute nel quartiere in cui abita. I testi dei suoi racconti dovranno essere sufficientemente coerenti e coesi, ancorché brevi; in essi si dovranno distinguere chiaramente i personaggi, le loro azioni (o attività) e le caratteristiche degli ambienti in cui essi agiscono. Nell'educazione linguistica si utilizzano quindi le stesse variabili previste nel modulo Ed. Antropologica "La vita nel quartiere".
     Valorizzare le preconoscenze e proporre l’uso di questionari per raccogliere nuove informazioni significa anche offrire nuovi strumenti linguistici e incrementare/arricchire il magazzino delle parole.
La classificazione e la generalizzazione delle attività individuate consente un ampliamento della conoscenza.
Costruire un modello per organizzare le informazioni raccolte permette di cogliere alcune relazioni tra le parole chiave ed avere una chiara visione d’insieme delle conoscenze acquisite.
     Ricorrere al maggior numero possibile di fonti, conservate anche nell’archivio, facilita la scrittura. Così come saper scrivere testi di carattere descrittivo, narrativo, espositivo, facilita la comunicazione delle conoscenze acquisite e valorizza la ricerca condotta.

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