INDICE
1) Una proposta di curricolo per il primo ciclo della scuola elementare.
2) Il Laboratorio come modalità di aggiornamento.
3) I Moduli.
4) Esempio di programmazione a spirale.
5) Educazione linguistica.
6) Perché l’archivio.
7) Realizzare l’archivio personale.
8) Due moduli a confronto
Nota: L'intervento è frutto di uno scambio costante e di un
lavoro comune, tuttavia i paragrafi 1, 2, 3 sono stati stesi da Annalisa Munini
e i paragrafi 4, 5 e 6 da Oriana Ballista
1) Una proposta di curricolo per il primo ciclo della scuola elementare.
Nel settembre 2001, in attesa della riforma, la Sovrintendenza Scolastica
di Bolzano aveva avviato un piano straordinario di aggiornamento
indirizzato a tutti gli insegnanti del primo ciclo della scuola elementare
della Provincia, nel 2001 per gli insegnanti della prima classe, l’anno
seguente per quelli della seconda. Tale progetto era la risposta alle
richieste soprattutto di quegli insegnanti che avevano meno esperienza. Le
nuove normative relative all’insegnante prevalente avevano determinato
organizzazioni e situazioni scolastiche complesse e diversificate, non
sempre facili da affrontare per le insegnanti entrate in servizio da poco.
Queste chiedevano un aggiornamento che le aiutasse ad inquadrare i
contenuti e ad affrontare con sicurezza la didattica delle discipline.
Il progetto, che riguardava tutte le tre aree e le tre educazioni,
prevedeva un primo nucleo di ore di aggiornamento a settembre e poi
quattro incontri di richiamo, distribuiti nel corso dell’anno scolastico.
L’area linguistica e quella antropologica vennero affidate rispettivamente
a Rossella D’Alfonso e a Mario Pinotti, per i richiami invece venne
richiesto l’intervento delle scriventi.
I due relatori hanno proposto un curricolo ben più completo di quello che
il piano di aggiornamento ha offerto agli insegnanti l’occasione di
collocare i contenuti e le modalità didattiche in una prospettiva ampia,
mostrando lo sviluppo degli insegnamenti negli anni successivi.
La loro impostazione didattica presupponeva alcuni concetti di base: tra
questi quello di competenza e quello di verticalità.
Le discipline sono specifici insiemi di prassi culturali, di attività e di
esperienze, ma tutte presuppongono un numero limitato di competenze, cioè
un insieme di abilità o di capacità operative, mentali e manuali,
applicate a conoscenze determinate e in contesti determinati, il cui
sviluppo sta alla base dell’insegnamento per mappe concettuali.
Il curricolo proposto considerava come obiettivi trasversali cinque
competenze generali (saper selezionare il campo d’indagine – cioè
formulare ipotesi di lavoro, progettare -, saper leggere, saper
generalizzare, saper strutturare, saper comunicare), al cui sviluppo
concorrono tutte le discipline e che sono la base dell’unitarietà
dell’insegnamento.
Le competenze generali possono poi declinarsi in competenze specifiche
delle singole discipline. Nell’ambito antropologico per esempio abbiamo:
delimitare il campo d’indagine, leggere e criticare le fonti,
generalizzare le informazioni in concetti, strutturare i concetti in una
rete di connessioni, collegare e confrontare più reti in senso diacronico
e sincronico. Parimenti per l’area linguistica le competenze si traducono
in una serie di atteggiamenti e azioni linguistiche: comprendere testi
orali e scritti, produrre testi orali e scritti coerenti e coesi,
trasporre un testo da un codice ad un altro, riconoscere le strutture
linguistiche fondamentali, le caratteristiche formali e i generi dei
testi, generalizzare e collegare i dati.
Per ogni anno scolastico nel curricolo venivano indicati alcuni moduli o
nuclei disciplinari di attività e di apprendimento, che, pur nella
specificità del loro contenuto disciplinare, avevano forti relazioni con
altre aree; ad esempio il modulo della fiaba dell’area linguistica
costituiva anche un'occasione di riflessione su concetti che appartenevano
all’area antropologica, a cui il mondo della fiaba poteva essere
considerato un’introduzione, ad esempio strutturando il lavoro attorno a
persone, attività, ambiente. Così l’intera proposta curricolare era una
struttura di argomenti e di attività organizzati a spirale, che venivano
ripresi ed approfonditi nel tempo.
La proposta, oltre a considerare le competenze come una grande occasione
di unitarietà dell’apprendimento, metteva costantemente l’esperienza
dell’alunno al centro di ogni attività, rendendola significativa.
L’analisi dei moduli può dar conto di questo aspetto.
2) Il Laboratorio come modalità di aggiornamento.
I nostri interventi, i miei e di Oriana Ballista, nel corso dei due anni
scolastici, avevano la scopo di aiutare gli insegnanti ad approfondire gli
aspetti delle attività proposte, a favorire il confronto, la discussione e
lo scambio di idee tra le insegnanti. Nel corso dei vari incontri si sono
progettati e prodotti molti strumenti per aiutare gli insegnanti nel loro
lavoro: semplici schemi, esempi di mappe e piante, strategie per
l’arricchimento lessicale come “la scatola delle parole”, “la mappa della
fiaba”, gli archivi, suggerimenti per i giochi, esempi di cartelloni.
Pur impegnandoci a motivare le scelte di fondo dei moduli, non sempre
siamo riuscite a far comprendere l’organicità della proposta: ad esempio
la scelta della fiaba di Biancaneve era motivata da considerazioni
relative alla tradizione letteraria e alla presenza di elementi
spazio-temporali e sociali utili alle successive elaborazioni ed analisi.
Ma non tutte le insegnanti hanno seguito questa indicazione e hanno scelto
fiabe più moderne e rispondenti ai loro gusti e a quelli dei bambini.
3) I Moduli
Classe I Moduli
Educazione linguistica |
Educazione antropologica |
Tempi: primo quadrimestre
Leggere e scrivere:
apprendimenti strumentaliTempi: primo quadrimestre
La propria giornata:
azioni, spazi, persone
Tempi: secondo quadrimestre
La fiaba di Biancaneve:
- dal testo al disegno, al mimo; collegamento con l’area motoria e con
l’area antropologica
|
Tempi: primo quadrimestre
Alfabeti spazio-temporali:
aspetti quantitativi, qualitativi e socialiTempi: primo quadrimestre
La giornata e la sua rappresentazione spazio-temporale:
simbolizzazione
La mappa dell'aula:
prima rappresentazione simbolica dello spazio
Tempi: secondo quadrimestre
Il mondo di Biancaneve:
- ordine cronologico e spaziale
- valore emotivo e sociale
|
Classe II Moduli
Educazione linguistica |
Educazione antropologica |
Tempi: settembre/dicembre
La fiaba
Lettura della fiaba
Ricostruzione dell’intreccio
Riconoscimento dell’intenzionalità
Messa in scena della fiaba
Manipolazioni e invenzioni sul testo
Tempi: gennaio/maggio
Il bambino racconta
Il racconto orale
La scrittura del racconto: descrizione e narrazione
Confronto tra racconto del bambino e la fiaba
La storia della classe: v. area antropologica
|
Tempi: settembre/novembre
La mappa del quartiere
Un percorso nel quartiere
Da casa a scuola
La mappa del quartiere
Tempi: dicembre/marzo
La vita nel quartiere
Scelta delle variabili
Leggere, analizzare, interpretare le fonti
Generalizzare
Costruire un modello
Comunicare
Tempi:aprile/giugno
La storia della classe
Raccolta delle informazioni
Scrittura della storia attraverso un testo narrativo
Riconoscimento dell’intenzionalità
La scrittura della storia si arricchisce: il testo narrativo viene
integrato da consistenti parti descrittive ed esplicative |
Per diversi ordini di problemi i tempi previsti per i singoli moduli sono
risultati molto ottimistici. Così il modulo La fiaba non è stato
affrontato in prima, ma solo in seconda, e l’ultimo modulo La storia della
classe non ha potuto trovare spazio e non è stato realizzato entro la
seconda classe.
Nel valutare complessivamente l’esperienza si può dire che essa è stata
sicuramente utile come esempio di un’integrazione di contenuti, metodi
disciplinari e strutture cognitive. Anche se non tutte le insegnanti hanno
colto subito i significati trasversali della proposta, essa è comunque
stata un’esperienza che ha sensibilizzato nei confronti di questa
metodologia e potrà dare risultati anche in futuro.
4) Esempio di programmazione a spirale
Spazio |
Persone |
Azioni |
Tempo |
l’aula |
il bambino e l’insegnante |
quelle che si svolgono
in classe |
la giornata |
la scuola |
i bambini, gli insegnanti, i bidelli,
ecc. |
quelle che si svolgono a scuola e a
casa |
la settimana |
il quartiere |
molte persone |
attività diversificate |
l’anno |
5) Educazione linguistica
Le tipologie testuali si sviluppano dall’oggetto semplice con un
linguaggio semplice,
all’oggetto complesso con un linguaggio complesso.
Esempio di frasi nucleari che procedono per espansioni:
i negozianti sono indaffarati,
i negozianti sono gentili,
i negozianti vendono molte cose.
- I negozianti sono indaffarati: vendono molte cose di tanti tipi e sono
gentili con i bambini.
La programmazione delle attività tiene conto di un andamento che può
essere definito a spirale; ad esempio: dalla considerazione dello
spazio-aula (in cui alunni ed insegnante svolgono alcune attività) si
passa all’osservazione dello spazio-scuola e poi dello spazio-quartiere e,
ampliando progressivamente lo sguardo, poi alla città, in cui molte
persone svolgono attività diversificate (le variabili del modello
Ambiente, Persone, Attività vengono da subito utilizzate): si può dunque
arrivare alla lettura e rappresentazione di variabili analoghe in spazi e
contesti diversi.
Per quanto riguarda il tempo, si inizia tenendo presente un arco temporale
breve, come la giornata e le sue parti, e si procede gradualmente
considerando un’intera settimana e poi la ricostruzione/rappresentazione
di un anno scolastico.
Nel procedere verso argomenti più complessi si mantengono costanti le
modalità di osservazione, la rappresentazione ( plastico dell’aula, della
scuola, del quartiere) ed in parte la simbologia.
6) Perché l’archivio
|
- Crescita individuale, fisica e operazionale
|
ARCHIVIO
PERSONALE |
- Consapevolezza dei propri progressi
(immagine positiva di sé)
|
|
- Proiezione nel futuro
|
|
- Avvio alla documentazione |
|
- Condivisione delle esperienze
|
ARCHIVIO
DI CLASSE |
- Coscienza di gruppo
|
|
- Costruzione di una storia personale dentro una
collettività
|
|
- Avvio alla documentazione
|
I due archivi consistono in semplici scatole o contenitori in cui
raccogliere ogni tipo di materiale utile a documentare la crescita ed i
cambiamenti individuali e/o la vita del gruppo classe. Fotografie,
disegni, testi, documenti d’ogni tipo, scrupolosamente datati o senza
alcuna indicazione di data (perché i bambini provino a datare
successivamente), diventeranno le fonti a cui far riferimento nel racconto
delle esperienze, nella ricostruzione dell’anno scolastico, nella
ricostruzione della storia personale. A seconda delle attività e del
momento in cui sono utilizzate, le fonti potranno essere classificate
secondo criteri diversi.
La realizzazione e l’aggiornamento periodico di questi archivi è rilevante
sul piano formativo, in quanto favorisce lo sviluppo della consapevolezza,
facilita la costruzione del concetto di cambiamento (che non è sempre
miglioramento, ma anche perdita), valorizza le esperienze nel e del
gruppo, offre l’opportunità di confrontarsi, comunicare, progettare,
generalizzare.
Le attività collegate all’archivio presuppongono e favoriscono
l’attivazione di tutte le competenze a cui la proposta del curricolo fa
riferimento.
7) Realizzare l’archivio personale
Competenze |
Attività |
Discipline |
Saper selezionare (= formulare ipotesi)
Saper leggere
Saper strutturare
Saper generalizzare
Saper comunicare
|
- Concordare l’attività.
- Analizzare il materiale.
- Organizzare e datare i documenti.
- Confrontare, dedurre, inferire.
- Ordinare e classificare le fonti.
- Verbalizzare, descrivere e raccontare
- ………. |
Lingua italiana (avvio al testo descrittivo,
regolativo e narrativo,…)
Storia (avvio alla ricostruzione del passato
personale,…)
Educ. Immagine (disegni, lettura di foto,…)
Educ. Motoria (percezione di sé…)
Matematica (classificazione, misurazione
…)
|
Questo schema è il risultato di un lavoro di gruppo.
Le insegnanti hanno programmato le attività necessarie per la
realizzazione di un archivio, hanno sottolineato le competenze che
sarebbero state attivate e le discipline a cui queste attività potevano
essere riferite.
8) Due moduli a confronto
Classe II
Educazione linguistica |
Educazione antropologica |
Tempi: gennaio/maggio
Il bambino racconta
1- Il racconto orale
(il bambino racconta un’esperienza di cui è stato protagonista,
sottolinenando persone, Attività, Ambienti, disegna le sequenze del
racconto, ricompone le sequenze con l’uso appropriato dei connettivi,…) -->
scelta delle variabili (=selezionare il campo d'indagine); organizzazione
del discorso (= strutturare), comunicazione)
2- La scrittura del racconto
(il bambino compila schede descrittive di personaggi e ambienti della
vicenda, utilizza i “magazzini” di sostantivi, aggettivi e verbi, correda
la sua storia del maggior numero possibile di fonti,…) --> scelta delle
variabili (=selezionare il campo d'indagine); organizzazione del discorso
(= strutturare), comunicazione
3- Confronto tra il racconto del bambino e la fiaba
(riconosce il carattere reale del suo racconto rispetto a quello non reale
della fiaba: il ricorso alle fonti distingue un genere letterario
dall’altro,…) --> strutturare un confronto
|
Tempi: dicembre/marzo
La vita nel quartiere
1- Scelta delle variabili (=selezionare il campo d'indagine)
(ricostruire la vita nel quartiere scegliendo il punto di vista: il
bambino osserva Ambiente, Attività, Persone,..)
2- Leggere, analizzare, interpretare
le fonti
(censire le preconoscenze, utilizzare semplici questionari,…)
3- Generalizzare
(es. lavori come fioraio, panettiere, barista, possono essere classificati
come attività commerciali,…)
4- Costruire un modello (strutturare e generalizzare)
(nello schema a tre colonne corrispondenti alle tre variabili, inserire le
parole generali individuate: parole chiave; l’insieme costituisce il
contenuto conoscitivo del lavoro, …)
5- Comunicare
(la ricerca sarà comunicabile attraverso un breve scritto, a carattere
espositivo, delle azioni, descrittivo delle persone e degli ambienti,…)
|
Sono stati scelti questi due moduli perché meglio si prestano al confronto
ed evidenziano le integrazioni possibili tra le attività; inoltre sono
stati presentati verso la fine del secondo anno scolastico, quando erano
già stati approntati e/o avviati altri “strumenti” quali: la mappa della
fiaba, il magazzino delle parole, l’archivio, la mappa del quartiere.
In questo tipo di lavoro il bambino è protagonista e racconta le proprie
avventure, probabilmente vissute nel quartiere in cui abita. I testi dei
suoi racconti dovranno essere sufficientemente coerenti e coesi, ancorché
brevi; in essi si dovranno distinguere chiaramente i personaggi, le loro
azioni (o attività) e le caratteristiche degli ambienti in cui essi
agiscono. Nell'educazione linguistica si utilizzano quindi le stesse
variabili previste nel modulo Ed. Antropologica "La vita nel quartiere".
Valorizzare le preconoscenze e proporre l’uso di questionari per
raccogliere nuove informazioni significa anche offrire nuovi strumenti
linguistici e incrementare/arricchire il magazzino delle parole.
La classificazione e la generalizzazione delle attività individuate
consente un ampliamento della conoscenza.
Costruire un modello per organizzare le informazioni raccolte permette di
cogliere alcune relazioni tra le parole chiave ed avere una chiara visione
d’insieme delle conoscenze acquisite.
Ricorrere al maggior numero possibile di fonti, conservate anche
nell’archivio, facilita la scrittura. Così come saper scrivere testi di
carattere descrittivo, narrativo, espositivo, facilita la comunicazione
delle conoscenze acquisite e valorizza la ricerca condotta.
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