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Marinella Sarti "Il progetto di un portfolio delle competenze degli studenti" |
Gli aspetti che definiscono un portfolio (cosa è, a cosa serve, a chi
serve) sono ormai generalmente condivisi. Ne facciamo cenno al solo scopo
di definire una cornice entro la quale collocare le nostre considerazioni: Cos’è: [ letteralmente porta- fogli ] Dunque, gli si riconosce valenza positiva in quanto:
Può invece assumere valenza negativa se:
A cosa serve: [ funzione]
Potrebbe anche servire a:
Dunque, gli si riconosce valenza positiva in quanto:
Può invece assumere valenza negativa se:
A chi serve: [ destinatari ] - agli insegnanti, che lavorano e che lavoreranno con i ragazzi. Sono ormai molti anni che si discute sulla valutazione e su come renderla efficace, sui diversi strumenti che si potrebbero predisporre, sui modi di utilizzare questi strumenti, senza per altro arrivare ad una definizione stabile e accolta da tutti. Prova ne sia la molteplicità di documenti di valutazione proposta dalla stessa istituzione scolastica negli ultimi dieci anni e la grande varietà di strumenti valutativi elaborata in via sperimentale dalle diverse scuole; - agli alunni, che possono assumere funzione attiva e collaborativa nella definizione del proprio profilo di crescita [vengono responsabilizzati attraverso la condivisione di indicatori utili alla descrizione del proprio processo di formazione, si chiede loro di proporre quali dati osservare, di raccoglierli e di ordinarli perché diventino utili alla valutazione e all’orientamento (metacognizione), possono evidenziare le proprie risorse e non le proprie debolezze e sono quindi sollecitati all’acquisizione di autostima, possono far emergere i propri stili cognitivi…]; - alle famiglie, che sono chiamate a collaborare nella raccolta di elementi utili alla descrizione del percorso di crescita del proprio figlio [possono conoscere la funzione formativa della valutazione e non solo quella di documentazione degli esiti finali, fanno emergere aspetti e competenze esterne al lavoro scolastico e contribuiscono così alla costruzione di un profilo di competenze più ampio, sono guidati in una osservazione intenzionale e finalizzata dei propri figli]; - al sistema scolastico nel suo insieme, che può avvalersi di una documentazione più efficace per facilitare la reciproca conoscenza e collaborazione tra i diversi livelli scolastici, nella prospettiva di superare i dislivelli, perseguire l’obiettivo della unitarietà del percorso formativo, incidere sulla dispersione scolastica, proporsi come luogo di confronto e di dialogo con altri agenti di formazione e di produzione esterni alla scuola. Dunque, gli si riconosce valenza positiva in quanto:
Può invece assumere valenza negativa se:
Centralità delle competenze Per la definizione di un portfolio che risponda alle caratteristiche appena citate, diventa irrinunciabile la scelta di una didattica per competenze. Gli insegnanti che in questi ultimi anni, in gruppi di ricerca o singolarmente, hanno approfondito il problema e sperimentato la didattica delle competenze, hanno autonomamente sentito la necessità di elaborare nuovi strumenti per la rilevazione ed il controllo dell’efficacia del percorso progettato: i modelli della valutazione in uso non sono adeguati, in quanto costruiti su bisogni di rilevazione molto diversi (prevale la valutazione sommativa, il sapere sul saper fare, un unico punto di vista, a volte neppure discusso né confrontato nel gruppo degli insegnanti che lavorano con gli stessi ragazzi). La modalità di valutazione è parte integrante di ogni programma formativo: se è interessante, per una valutazione completa, avere a disposizione aspetti diversi e graduali di un percorso di crescita, la rilevazione di saperi stabili, trasferibili anche ad ambiti diversi, atteggiamenti ed autonomie nei confronti del sapere, l’opzione didattica non può essere che quella che tende all’acquisizione delle competenze, che riconosce in questi elementi i suoi assi portanti. Gradualità della proposta Dare per scontato che la maggior parte degli insegnanti già lavori in una logica di acquisizione di competenze, o che possa facilmente e velocemente aderire a questa impostazione didattica, può essere uno dei limiti più seri alla sperimentazione dei nuovi modelli di valutazione. Non è così, o quanto meno, non è ancora un fatto diffuso e generalizzato. Se non si tiene conto di questo dato di fatto, si rischia che il portfolio entri nella scuola solo come procedura burocratica, nuovo dato formale privo di reale utilità progettuale e professionale, senza incidere in alcun modo sulle attuali impostazioni metodologiche e sugli approcci disciplinari degli insegnanti. Già in alcuni modelli utilizzati nella sperimentazione, si può intravedere un tentativo di adattamento dello strumento “portfolio” a strutture didattiche del tutto tradizionali. Appare evidente, in questi casi una deformazione d’uso ed una sostanziale modificazione di funzione, in quanto non possono coerentemente coesistere una didattica centrata prevalentemente su modelli trasmissivi delle conoscenze con una prospettiva di accertamento di capacità operative su di essi e di acquisizione di competenze. La prospettiva non è quella di applicare un nuovo modello di rilevazione di dati, bensì quella di diffondere una logica della valutazione che sia parte integrante del percorso di formazione, attraverso la rilevazione delle capacità operative di ciascuno, della partecipazione al proprio processo di crescita, della acquisizione di autonomie. Uno strumento di questo tipo può essere accettato solo se se ne riconosce l’utilità e la funzione, e se ne riconosce utilità e funzione quando si operano scelte che superano il modello “informativo” della didattica tradizionale. Condivisione Se il portfolio assume la funzione di facilitare la continuità e la costruzione dei passaggi, sarà necessaria una fase di costruzione di elementi condivisi tra gli insegnanti dei diversi livelli di scuola, quanto meno per ciò che riguarda il lessico, la definizione e la scelta delle competenze, fino alla funzione formativa delle diverse discipline.
In particolare, in relazione al lessico, riportiamo di seguito, a titolo
esemplificativo, alcuni termini, non necessariamente sinonimi, utilizzati
nell’ultimo anno per definire la stessa sezione di alcuni portfoli delle
competenze: E’ evidente come l’ambiguità lessicale possa indurre ad una sostanziale ambiguità di interpretazione dei dati raccolti, e quindi a inevitabili problemi di fraintendimento del profilo complessivo e dell’intero percorso di formazione. Dovrà essere condiviso anche il senso, la funzione che lo strumento assume, non solo come descrizione-documentazione del percorso dell’allievo, ma anche, per gli insegnanti, come strumento di controllo e validazione della propria impostazione di lavoro. Esemplificazione di una esperienza. Dalla costruzione di un portfolio delle competenze alla sua sperimentazione. Nell’anno scolastico 2001-2002 l’USR dell’Emilia Romagna ha avviato alcuni progetti di rilevanza regionale, tra i quali uno specifico sulla costruzione e la sperimentazione di un portfolio delle competenze. Il progetto ha avuto sede presso l’IPSIA Magnani di Modena ed ha elaborato un portfolio delle competenze per studenti degli Istituti professionali.
Il gruppo di coordinamento e di gestione ha previsto, nella progettazione
iniziale, le seguenti fasi di lavoro:
Il modello di portfolio elaborato nella seconda fase è stato strutturato
in tre parti:
Nel libretto vengono registrati: il percorso scolastico, le competenze
raggiunte e le certificazioni ufficiali eventualmente conseguite
parallelamente al percorso scolastico. La Biografia è il documento nel quale lo studente si racconta e riflette sul suo percorso di apprendimento e di crescita. Il Dossier è il documento nel quale lo studente seleziona e raccoglie, in modo ordinato e coerente, materiali prodotti (es. testi scritti, cd-rom, registrazioni varie), attestati e certificazioni di attività svolte per lui significative.
Importante è il ruolo che i docenti rivestono per facilitare e favorire la
compilazione dei documenti. Nell’ambito di ogni classe occorre pertanto
designare uno o più docenti tutor che, nella fase di accoglienza,
sensibilizzino e coinvolgano attivamente gli studenti nella compilazione
della Biografia e del Dossier, sollecitandoli poi in seguito ad aggiornare
l’una e ad arricchire l’altra. Per la fase di prima sperimentazione, il modello è stato utilizzato in alcune classi degli istituti di appartenenza di insegnanti del gruppo di gestione. Il primo approccio ha evidenziato difficoltà generalizzate legate alla corposità dello strumento, ma soprattutto una diffusa problematicità nell’ adeguarsi alla articolazione delle competenze proposta. Manca probabilmente una solida condivisione, sia della logica delle competenze, sia della specifica proposta di articolazione nelle discipline. D’altra parte, anche in fase di elaborazione del progetto, l’aspetto più complesso è stato indubbiamente quello relativo alla definizione delle competenze, elaborate autonomamente da gruppi di insegnanti di ciascuna disciplina, senza un comune riferimento a competenze trasversali comuni.
Il gruppo di gestione si sta occupando ora della valutazione degli esiti
della prima sperimentazione e delle modifiche da apportare di conseguenza
al modello proposto. |